L’esercito di Tel Aviv continua i bombardamenti nella periferia sud di Beirut. Intanto ha attaccato due porti nello Yemen. Il corpo del leader di Hezbollah è stato recuperato intatto: è morto soffocato nel bunker dove si trovava
Mentre continuavano i bombardamenti israeliani nella zona sud di Beirut contro le basi e i depositi di armi di Hezbollah, il corpo di Hassan Nasrallah è stato recuperato intatto: lo ha detto una fonte della sicurezza libanese alla Cnn.
Il leader di Hezbollah sarebbe morto per soffocamento in un bunker non ventilato. I funerali del leader sciita previsti per lunedì 30 settembre a Beirut sono stati rinviati. Saranno il momento in cui si capirà quanta presa politica e sociale abbia ancora Hezbollah in Libano dopo 11 giorni di furiosa reazione di Israele.
Il quotidiano francese Le Parisien ha scritto che, secondo una fonte della sicurezza libanese, sarebbe stata una “talpa” iraniana a fare la soffiata agli israeliani della presenza del leader sciita Nasrallah nel quartiere generale insieme ad altri capi della milizia, un elemento che sta creando più di un problema a Teheran che ha scatenato una caccia alla spia. Intanto Hezbollah è alla ricerca di un nuovo leader e il prescelto sembra essere Hashem Safieddine, cugino di Nasrallah.
Attacchi agli Houthi
Intanto, dopo Gaza e Libano, Israele sembra intenzionato ad aprire un nuovo fronte. E ha attaccato lo Yemen dove gli Houthi, alleati dell’Iran, rappresentano un’altra minaccia alla sicurezza dello stato ebraico.
Decine di aerei israeliani da combattimento hanno attaccato le aree di Ras Issa e Hodeidah. Forti esplosioni si sono sentite nel porto di Hodeidah, dove sono state segnalati sette diversi attacchi da parte di Israele. Secondo il canale al-Mayadeen, vicino a Hezbollah, i raid miravano agli impianti di stoccaggio del petrolio. Fonti yemenite hanno riferito al canale che nel porto di Hodeida sono stati effettuati più di 10 attacchi dell'aeronautica militare e che anche l'aeroporto internazionale della città è stato attaccato.
La rete Al-Saudi Arabia ha affermato che «Israele ha attaccato il porto di Hodeidah e una centrale elettrica in risposta agli ultimi lanci missilistici degli Houthi». L'attacco è infatti arrivato dopo che, negli ultimi giorni, le milizie yemenite avevano lanciato due missili verso il centro di Israele, entrambi intercettati. Gli Houthi hanno comunque minimizzato gli effetti dei raid.
Iran vs Usa
Se l’Iran ha detto genericamente che la resistenza a Israele andrà avanti, gli Stati Uniti, pur ribadendo il «sostegno incrollabile alla sicurezza di Israele» hanno lanciato un monito al governo di Benjamin Netanyahu. «Una guerra totale con Hezbollah o l'Iran non è il modo per riportare le persone nelle loro case nel nord di Israele in sicurezza": ha detto alla Cnn il portavoce della sicurezza nazionale Usa John Kirby. Israele ha il diritto dell'alleato a difendersi «da attacchi quotidiani», ha aggiunto, «Joe Biden e Netanyahu si conoscono da 40 anni e non sono d'accordo mai su nulla ma su una cosa concordano: la sicurezza di Israele. Il presidente Biden continua a credere che ci sia spazio e tempo per la diplomazia, continuiamo a parlare con gli israeliani su quali siano i prossimi passi giusti in Libano».
Insomma mano libera in attesa del voto del 5 novembre visto che la capacità degli Stati Uniti di influenzare gli eventi in Medio Oriente è fortemente diminuita e altre grandi nazioni non hanno saputo riempire il vuoto di iniziativa americana. I repubblicani invece si sono schierati contro Biden e Harris e lo speaker della Camera, Mike Johnson, li ha invitati a smettere di chiedere una tregua: «È controproducente».
Le parole del papa
Anche papa Francesco, in volo di ritorno da Bruxelles, si è rivolto più o meno direttamente a Israele e a Netanyahu: «La difesa deve sempre essere proporzionata all'attacco. Quando c'è qualcosa di sproporzionato, si fa vedere una tendenza dominatrice che va oltre la moralità». Il pontefice, che sente ogni giorno telefonicamente il responsabile della parrocchia cattolica di Gaza, ha detto che sono «azioni immorali» quelle di «un paese, qualsiasi paese» che usa «la forza in modo così superlativo». «La guerra è immorale ma le regole di guerra indicano una moralità, quando questo non c'è si vede, diciamo in Argentina, il cattivo sangue».
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