- Di fronte alle alte cariche dell’esercito egiziano, ai ministri e ai generali stranieri, il presidente Abdel Fattah al Sisi ha inaugurato il 29 novembre la seconda edizione dell’Egypt defence expo (Edex).
- Sui banner pubblicitari della fiera militare organizzata da al Sisi è presente in bella vista il nome di un’azienda italiana partecipata al 76 per cento dallo stato attraverso Cassa depositi e prestiti, “Fincantieri”.
- Una sponsorizzazione già annunciata nel 2020 prima che l’expo venisse rimandato causa Covid e che «si concretizza nella partecipazione e nel dare visibilità all’evento. Sicuramente c’è stato un esborso economico», dicono dall’azienda. «Sono cose che si fanno normalmente nelle fiere militari. L’Egitto non è un paese in black list, è tutto alla luce del sole», concludono senza rispondere sulla cifra versata al generale al Sisi per apparire in primo piano.
Ci sono cose più importanti dell’omicidio di Giulio Regeni nel 2016 e della detenzioni di Patrick Zaki, in prigione da quasi due anni. Di fronte alle alte cariche dell’esercito egiziano, ai ministri e ai generali stranieri, il presidente Abdel Fattah al Sisi ha inaugurato il 29 novembre la seconda edizione dell’Egypt defence expo(E dex). Sui cartelloni pubblicitari della fiera militare del Cairo c’è il nome di Fincantieri, partecipata al 76 per cento dallo stato attraverso Cassa depositi e prestiti.
La sponsorizzazione è stata annunciata nel 2020, prima che l’expo venisse rimandata a causa della pandemia. Il rapporto «si concretizza nella partecipazione e nel dare visibilità all’evento. Sicuramente c’è stato un esborso economico», dicono dall’azienda. «Sono cose che si fanno normalmente nelle fiere militari. L’Egitto non è un paese nella blacklist, è tutto alla luce del sole», concludono senza rispondere sulla cifra versata.
L’iniziativa, organizzata dal presidente egiziano, raccoglie stand espositivi di 400 aziende dell’industria bellica arrivate al Cairo da 42 paesi. Tra i sostenitori c’è anche Mbda (già sponsor dell’edizione del 2018), il consorzio europeo costruttore di sistemi missilistici di proprietà al 25 per cento di un’altra società italiana, Leonardo. Neanche questa hanno voluto dire quanto ha pagato per essere “platinum sponsor” dell’expo. «Le sponsorizzazioni sono decise a livello di Mbda Gruppo, che include anche altre aziende nazionali di altri paesi, nello specifico da Mbda Italia non c’è stata nessuna sponsorizzazione».
Le aziende italiane sono in buona compagnia: anche Boeing e Dassault aviation sostengono la fiera militare. Quest’ultima fa capo al colosso francese Dassault, accusato da una recente inchiesta giornalistica di aver fornito ai servizi di sicurezza egiziani sistemi di spionaggio che sarebbero stati usati per monitorare dissidenti e attivisti egiziani.
L’Italia al Cairo
Edex è una kermesse internazionale inaugurata per la prima volta nel 2018 e ha anche l’obiettivo di rafforzare la cooperazione militare tra gli stati che vi partecipano. Sono tredici le società italiane che hanno i loro espositori al Cairo. Oltre a Fincantieri ci sono anche Leonardo (di cui il 30 per cento è di proprietà del ministero italiano dell’Economia e delle finanze), Beretta, Intermarine, e l’Aiad (la Federazione delle aziende italiane per l’aerospazio, la difesa e la sicurezza), membro di Confindustria e presieduta dall’ex deputato di Fratelli d’Italia Guido Crosetto. Tra i paesi stranieri gli Stati Uniti hanno il maggior numero di aziende rappresentate, 45, contro le dieci della Cina. Sono tutte alla corte del generale al Sisi per attirare gli investimenti degli sceicchi del Golfo Persico. Ma Edex è anche un’opportunità per il presidente egiziano, che con 47 aziende nazionali esibisce la sua forza militare: lunedì è stato presentato il primo drone costruito in Egitto, a dimostrazione di quanto al Sisi abbia investito nella difesa.
La forza militare egiziana
L’Egitto vanta uno degli eserciti più potenti dell’area Mena (medio oriente e nord Africa). La spesa media annuale per la difesa è di 3,8 miliardi di dollari, una cifra moderata rispetto ad altri paesi come Arabia Saudita e Turchia. Secondo il report dello Stockholm international peace research institute (Sipri) nel 2019/20 il bilancio militare nominale dell’Egitto è stato più alto del 161 per cento rispetto a quello dell’anno della rivoluzione del 2011. E nell’arco degli ultimi dieci anni la spesa maggiore si è concentrata nel biennio 2014-2015, dopo l’insediamento del generale al Sisi alla presidenza. Nella classifica mondiale per la spesa militare l’esercito egiziano si trova alla tredicesima posizione, subito dopo l’Italia, e prima di Israele e Germania. Per quanto riguarda il settore dell’aviazione militare, quella egiziana è alla decima posizione, mentre la marina è settima. Fra gli ultimi acquisti di peso della marina egiziana ci sono due fregate italiane, due navi francesi, quattro sottomarini e altrettante navi di produzione tedesca. Una spesa di circa 5,5 miliardi di euro. A luglio al Sisi ha inaugurato la base navale più grande del paese, costruita sulla costa nord-ovest, vicino alla Libia, ed è l’espressione del suo potere: è stata chiamata “3 luglio”, giorno in cui nel 2013 al Sisi è diventato presidente. L’expo, però, serve anche a mostrare la forza dell’esercito egiziano, che manda segnali ai paesi vicini. Le tensioni militari del Mediterraneo sono un’opportunità per le aziende italiane per firmare commesse milionarie. Da Fincantieri trapelano segnali di nervosismo per l’accostamento con il regime di al Sisi; ma c’è chi fa notare l’ottimo dato occupazionale generato dall’industria militare italiana.
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