I paesi membri risolvono l’impasse sul price cap con un mandato alla Commissione europea. Si muovono sulla scia di Bruxelles sugli acquisti congiunti di gas. La possibilità di debito comune resta una vaga speranza
Dopo 12 ore di confronto i leader dei 27 paesi membri dell’Unione europea hanno raggiunto una intesa per una dichiarazione comune in tema di energia. Ad annunciarlo è lo stesso presidente del Consiglio europeo Charles Michel tramite un post su Twitter. «Il Consiglio europeo ha raggiunto un accordo sull'energia. Prevalgono unità e solidarietà. I leader hanno concordato di lavorare su misure per contenere i prezzi dell'energia per famiglie e imprese».
Soddisfatta la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen: «Ora dobbiamo lavorare sull'attuazione degli strumenti che abbiamo approvato, a partire dagli acquisti comuni, dalla condivisione del gas e dalla limitazione dei prezzi eccessivi».
Cosa prevede l’accordo
I paesi membri hanno concordato di dare un mandato alla Commissione europea per adottare «decisioni concrete» e temporanee sul price cap al Ttf di Amsterdam. Il documento adottato prevede anche investimenti congiunti di gas (almeno per il 15 per cento del volume totale degli stoccaggi in Europa), nuovi incentivi per le energie rinnovabili e un price cap al gas nella formazione dell’elettricità (sulla base del modello già approvato dalla Spagna).
Si è concordato di creare nell’immediato un freno di emergenza per evitare picchi di prezzo attraverso la creazione di un corridoio di prezzo dinamico, e allo stesso tempo si è deciso di esplorare l’uso temporaneo di un massimale di prezzo per il gas utilizzato nella produzione di energia. Le decisioni in sé ricalcano le misure presentate a inizio settimana dalla Commissione europea, e sul tetto ai prezzi torna l’ennesimo gioco di inviti a proporre, che è al cuore delle procrastinazioni degli scorsi mesi.
Il premier Mario Draghi si è detto soddisfatto dell’apertura intravista su un possibile nuovo debito comune per far fronte all’emergenza e «preservare la competitività globale dell’Europa per mantenere il level playing field e l’integrità del mercato unico», si legge nel testo. Per ora la Commissione mette sul piatto solo 40 miliardi di euro, fondi avanzati dal bilancio 2014-2020, ma è certo che non basteranno e si vedrà se creare nuovo debito.
Sul tema però bisogna ancora discutere, e superare il blocco di paesi come l’Olanda e la Germania. Il presidente francese Emmanuel Macron ha detto: «Sulla solidarietà finanziaria, c’è un mandato molto preciso che consentirà alla Commissione europea di farci avere nelle prossime settimane proposte per un meccanismo di garanzia come avevamo fatto con il Sure durante la pandemia, oppure per poter utilizzare i prestiti ancora disponibili oggi nel quadro del RePowerEu, dando un po’ di flessibilità».
«È andata bene», è stato il commento del presidente del Consiglio italiano al termine dell’incontro.
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