Il presidente turco ha presentato una serie di proposte per cercare di convincere Putin a rientrare nell’accordo. Il Cremlino ha definito i colloqui «costruttivi» ma attende che i paesi occidentali rispettino le condizioni
Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha incontrato Vladimir Putin a Sochi. Si tratta del primo meeting tra i due da quando Mosca ha deciso di non prorogare l’accordo che garantiva le esportazioni del grano ucraino bloccato nei silos dei porti del Mar Nero per via della guerra.
Il tema, infatti, è stato al centro dell’agenda di oggi dei due presidenti. «I leader studieranno in dettaglio le nuove proposte che ha preparato l’Onu con la partecipazione della Turchia», ha detto in mattinata un funzionario del Cremlino citato dall’agenzia stampa russa Tass. Dopo tre ore i colloqui si sono conclusi e sono stati definiti «costruttivi» dal Cremlino, tantoché la Russia si è detta «disponibile» a negoziare un nuovo accordo nelle prossime settimane.
«Vorrei riaffermare la nostra posizione di principio, saremo pronti a considerare la possibilità di rilanciare l'accordo sul grano. Ne ho parlato di nuovo al presidente Erdogan oggi. E lo faremo non appena tutti gli accordi in esso registrati saranno pienamente attuati» ha detto Putin. La Russia, «nonostante tutti gli ostacoli, intende continuare ad esportare prodotti alimentari e fertilizzanti, contribuire a stabilizzare i prezzi e migliorare la situazione nel settore agricolo mondiale», ha aggiunto.
Ottimismo filtra anche dalle parole del presidente turco Erdogan: «Credo che presto verrà raggiunta una soluzione che soddisferà le aspettative della Turchia».
Il ritiro
Putin aveva deciso di ritirarsi dall’accordo sul grano lo scorso 18 luglio, a un anno circa dalla sua entrata in vigore. L’accordo ha permesso che le esportazioni ucraine potessero continuare nonostante la guerra, evitando così una crisi alimentare di portata globale soprattutto per quei paesi che dipendono dalle importazioni di Kiev come Tunisia, Libano ed Egitto.
Mosca aveva più volte minacciato il ritiro dall’accordo accusando i governi occidentali di minare – attraverso le sanzioni imposte – il settore agricolo russo. Inoltre, il Cremlino lamentava che la maggior parte del grano ucraino venisse esportato non in favore dei paesi più poveri. Inoltre, ha accusato i paesi europei di assorbire gran parte delle esportazioni di grano ucraine, circa il 32 per cento. Lo stesso concetto è stato ribadito durante l’incontro con i leader africani lo scorso 26 luglio a San Pietroburgo. Non è un caso se Putin ha annunciato che «la Russia è vicina a un accordo con sei paesi africani ai quali forniremo derrate alimentari gratuite e anche la logistica delle forniture».
Le proposte
A Sochi il presidente Erdogan vuole accelerare le trattative per raggiungere un nuovo accordo e salvare il grano raccolto quest’anno. Il presidente turco si è presentato all’incontro con una serie di proposte stilate grazie all’impegno anche di funzionari Onu e dell’Ue che hanno lavorato alle trattative.
Il pacchetto di proposte comprende formule per superare le barriere finanziarie e assicurative incontrate nell'esportazione di cereali e fertilizzanti russi a causa delle sanzioni imposte. Inoltre i due presidenti valuteranno anche la possibilità di fornire grano russo attraverso la Turchia in Africa, con la partecipazione del Qatar.
Gli altri temi sul tavolo
Il presidente Erdogan ha intenzione anche di tornare ad assumere il ruolo di mediatore per ripristinare i colloqui di pace – fermi ormai da tempo – ed è disposto come già accaduto in passato di ospitare in Turchia le due delegazioni. I due leader discuteranno anche di questioni energetiche e di lotta al terrorismo in Siria. Sul tavolo dell’incontro ci sono anche questioni di natura economica: Erdogan ha detto che punterà a un interscambio commerciale con la Russia per un valore di 100 miliardi di euro.
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