Il sindacato degli sceneggiatori (Wga) e gli Studios hanno raggiunto un accordo dopo quasi cinque mesi e gli ultimi cinque giorni di negoziazioni no stop. Si tratta ancora di un documento provvisorio, ma promette bene. Rimane un’incognita cosa farà adesso il sindacato degli attori Sag-aftra
Dopo 146 giorni di sciopero Hollywood comincia a prendere fiato. La Writers guilde of America (Wga) – il sindacato degli sceneggiatori – ha firmato un contratto triennale provvisorio con l’Alleanza che riunisce gli Studios tradizionali e le piattaforme di streaming (Amptp).
«È stato possibile grazie alla tenace solidarietà degli iscritti e allo straordinario supporto degli altri sindacati dello spettacolo» si legge in una nota pubblicata dal Wga poco minuti dopo l’accordo preso (le 19 ora locale).
Accordo provvisorio
Nella nota il sindacato si è detto «orgoglioso» dell’accordo perché è «eccezionale» e «prevede guadagni significativi e protezioni per sceneggiatori e autori di tutti i settori». Tuttavia non sono ancora pubblici i dettagli del contratto perché tratta di un testo ancora «provvisorio».
Dopo la stesura finale, il documento perché dovrà essere esaminato dalla direzione della Wga martedì e poi approvato dalla maggioranza degli 11.000 iscritti, tramite voto online, anche se pare che il sì della base sarà scontato.
Lo scioperò più lungo
Quello degli sceneggiatori è stato lo scioperò più lungo di Hollywood. Per cinque mesi la mecca del cinema è stata completamente ferma, causando una perdita di oltre 5 miliardi di dollari all’industria e un rallentamento nell’economia dello stato. Durante tutto il tempo dello sciopero il livello dello scontro tra sindacato e Studios è stato alto. Poi mercoledì il clima è cambiato improvvisamente.
Il governatore della Florida, Gavin Newsom, ha messo assieme una squadra di negoziatori delle due parti che dopo 5 giorni no stop di trattative sono arrivate ad una quadra. A dimostrazione della volontà di superare l’impasse, oltre Carol Lombardini della Amptp al tavolo erano presenti anche Ted Sarandos di Netflix, Donna Langley della Universal, Bob Iger della Disney e David Zaslav della Warner Bros.
Sembra che sabato gli studios abbiano fatto la loro «ultima offerta» e che stavolta agli sceneggiatori sia piaciuta. Il contratto dovrebbe regolare la questione dell’intelligenza artificiale, ma anche aumentare la paga minima, dare garanzie in fase di scrittura dei soggetti e percentuali più alte dei diritti d'autore per le opere destinate allo streaming.
Gli attori ancora in lotta
Restano invece in sciopero gli attori che a metà luglio si erano aggiunti ai loro colleghi sceneggiatori che avevano incrociato le braccia già dal due maggio. I due sindacati Sag-aftra e Wga avevano dato via allo sciopero più grande mai visto dal 1963. Adesso che gli sceneggiatori torneranno ai loro uffici resta da vedere che cosa faranno gli attori.
Per ora, se tutto andrà a buon fine, gli autori potranno presto tornare a occuparsi dei talk show notturni e diurni, mentre per i programmi tv e film bisognerà aspettare gli attori.
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