«I dettagli sono allo studio di tutte le parti coinvolte nei negoziati». Il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha fatto sapere che il gabinetto di guerra sta valutando la controproposta di Hamas e della Jihad islamica per arrivare a un cessate il fuoco sulla Striscia di Gaza.

Secondo quanto riportato da Times of Israel, un alto funzionario israeliano ha dichiarato a Canale 13 che molte delle richieste avanzate da Hamas non possono essere accettate in nessuna circostanza, e che al momento la discussione riguarda se rigettare del tutto le richieste o avviare ulteriori negoziati nel tentativo di ammorbidirle. In serata il premier israeliano Benjamin Netanyahu è intervenuto in conferenza stampa. «Se ci arrendiamo alle condizioni di Hamas potremo arrivare ad un altro massacro». E ha aggiunto che «Israele continuerà le operazioni militari a Gaza, il giorno dopo la guerra non ci sarà più Hamas».

«Solo la vittoria finale ci consentirà di portare la sicurezza nel nord e nel sud di Israele», ha detto il premier.

Cosa prevede il piano

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Hamas ha fatto la sua proposta al Qatar e all’Egitto, i due grandi mediatori tra le parti. Secondo una bozza del documento visionata dalla Reuters, in cambio del rilascio di tutti gli ostaggi israeliani catturati lo scorso 7 ottobre chiedono la liberazione di 1500 prigionieri palestinesi. Inoltre, Hamas ha assicurato anche la ricostruzione di Gaza e la restituzione dei corpi degli ostaggi uccisi, in cambio del ritiro completo delle truppe israeliane dalla Striscia. Il piano è diviso in tre fasi, ciascuna di 45 giorni l’una ma molto probabilmente non verrà accettato da Israele. Nei giorni scorsi diversi membri del governo, tra cui il ministro della Sicurezza Ben-Gvir, erano contrari alla liberazione di un numero così alto di prigionieri. «Significa sciogliere il governo», aveva detto il ministro facendo palesare grandi divergenze interne.

Tutte le donne israeliane in ostaggio, gli uomini sotto i 19 anni, gli anziani e i malati verrebbero rilasciati durante la prima fase di 45 giorni, in cambio di donne e bambini palestinesi dalle carceri israeliane. Gli uomini sarebbero stati rilasciati durante la seconda fase e i corpi scambiati nella terza fase. Entro la fine di quest’ultima le parti dovrebbero pensare a una soluzione politica di lungo periodo per Gaza. Al momento ci sono diverse ipotesi in campo, Israele vorrebbe mantenere il controllo della sicurezza oltre alla richiesta che Hamas e la Jihad islamica non abbiano più voce in capitolo. Gli Stati Uniti da mesi chiedono il rafforzamento dell’Autorità nazionale palestinese, sperando che possa gestire in futuro la Striscia. Ma l’Autorità è vista con sospetto da gran parte dei gazawi ed è percepita come un ente corrotto anche in Cisgiordania e nei territori occupati.

Le reazioni

Un alto funzionario israeliano ha dichiarato al canale televisivo Channel 12 News: «Il significato della risposta di Hamas è il rifiuto di un accordo». Anche il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, ha commentato la controproposta di Hamas, dicendo: «C'è stata una risposta da Hamas, ma sembra un po' esagerata... I negoziati continuano in questo momento». Da Doha hanno invece apprezzato l’atteggiamento propositivo di Hamas. Ma per ora le trattative sono ancora lontane da un accordo.

Il segretario di Stato americano, Antony Blinken, ha incontrato il presidente israeliano Isaac Herzog a Gerusalemme per discutere la proposta di Hamas e tentare di trovare un accordo tra le parti. In giornata anche un meeting con Netanyahu. Il premier israeliano ha annunciato che terrà una conferenza stampa in serata di oggi per discutere degli ostaggi e della proposta presentata da Hamas.

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