L’immagine di un pugno che distrugge una svastica a Friburgo, striscioni contro l’ultradestra anche dai tifosi del Borussia. E non sono casi isolati. Anche alcuni giocatori si fanno sentire
La Germania si trova davanti a quella che è probabilmente l’elezione più tesa della sua storia recente, con l’estrema destra di AfD accreditata come secondo partito del prossimo Bundestag. Nelle ultime settimane non sono mancate le manifestazioni di protesta nei confronti dell’ascesa della destra radicale, e alcune delle più significative si sono tenute all’interno degli stadi di calcio. Una situazione abbastanza insolita, non solo dalla prospettiva italiana, ma in generale a livello europeo, dove le tifoserie raramente arrivano a schierarsi in maniera così esplicita in vista delle elezioni.
Mercoledì sera, nella gara di Champions League contro lo Sporting Lisbona, la Südtribüne del Borussia Dortmund ha invitato proprio a non votare per AfD, esponendo uno striscione con su scritto «Nessun voto per i fascisti». Un altro striscione, appena sopra, recitava invece «Dite i loro nomi», in riferimento alle nove vittime di un attentato di estrema destra avvenuto ad Hanau esattamente cinque anni prima.
Entrambi i messaggi erano già stati esposti sabato in campionato dagli ultras dell’Union Berlino, e si tratta solamente delle ultime manifestazioni di dissenso verso AfD da parte delle tifoserie in Germania.
Curva politica
Gli ultras tedeschi sono noti per prendere spesso posizioni politiche, ma in questi primi mesi del 2025 si sono indiscutibilmente concentrati sulle prossime elezioni. Una delle coreografie più vistose è stata realizzata il 25 gennaio a Friburgo da parte del gruppo Corrillo, che ha coperto gran parte della propria curva con l’immagine di un pugno che distrugge una svastica, e sotto la scritta “Mai perdonare, mai dimenticare”.
Il gruppo Schickeria del Bayern Monaco ha attaccato duramente il leader conservatore della Cdu Friedrich Merz, il probabile prossimo cancelliere, accusandolo il suo partito e lo storico alleato Csu di essere «promotori del fascismo», per il tentativo di far passare una legge anti-migranti con il supporto di AfD.
L’8 febbraio, la curva del Mainz era tappezzata di striscioni con slogan antifascisti, e gli ultras del club hanno diffuso sugli spalti dei volantini in cui invitavano tutti i sostenitori a opporsi alle idee di estrema destra sia dentro che fuori dagli stadi.
Sono i più recenti segnali di una cultura molto ben radicata nel calcio tedesco. Negli scorsi anni i gruppi ultras di alcune delle principali squadre del paese hanno partecipato in prima persona alle manifestazioni contro i neonazisti.
Nel gennaio del 2024, alcuni club arrivarono in prima persona a invitare i propri tifosi a partecipare alle proteste tenutesi in varie città della Germania, dopo che venne rivelato un piano di AfD per la deportazione di massa degli immigrati in caso di vittoria elettorale. Altre società di calcio hanno invitato a votare per le elezioni europee della scorsa estate, tenutesi proprio durante gli Europei di calcio in Germania.
L’impegno dei giocatori
Contro l’ascesa dell’estrema destra si sono esposti pubblicamente noti calciatori come Leon Goretzka e Mats Hummels, e più di recente allenatori di prima divisione come Christian Streich, Marco Rose, e pure lo spagnolo Xabi Alonso. Alla fine delle scorso anno diversi club, a partire dal St. Pauli, hanno abbandonato il social network X per protesta contro il ruolo di Elon Musk nella promozione delle idee neofasciste sia negli Stati Uniti che proprio in Germania.
Nell’ultimo turno di Bundesliga, il St. Pauli ha sospeso la diffusione del proprio inno prima delle partite, dopo che una ricerca resa pubblica a inizio febbraio dal museo del club ha segnalato come l’autore del testo della canzone, Josef Ollig, fosse stato un ufficiale della Wehrmacht durante la Seconda Guerra Mondiale.
Nel mondo del calcio, l’essere associati alla destra radicale viene ancora in buona parte percepito come un marchio d’infamia. Nelle scorse settimane il capitano della Dynamo Dresda Stefan Kutschke si è ritirato dal ruolo di socio di una palestra cittadina, dopo che un gruppo antifascista locale ha reso noto che uno dei fondatori è legato a formazioni neonaziste nella vicina città di Chemnitz.
Esiste però anche un altro lato della medaglia, fatto di tifoserie che, soprattutto nelle serie minori, fanno regolarmente sfoggio di simbologie di destra e xenofobe: Hansa Rostock, Alemania Aachen, Magdeburgo. Una settimana fa i tifosi del FSV Francoforte si sono visti impedire dal proprio club, che milita nella quarta divisione, di portare dentro lo stadio uno striscione che denunciava l’avvicinamento tra Cdu e AfD.
Sotto la superficie, in Germania anche il calcio nasconde della polvere.
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