«Non possono essere escluse decisioni difficili», ha detto in un’intervista televisiva il generale russo Surovkin. I filorussi intanto evacuano la popolazione locale, mentre c’è silenzio da parte degli ucraini prima dell’attacco. Putin introduce la legge marziale nelle regioni ucraine annesse
«In un futuro molto prossimo inizierà la battaglia per Kherson», aveva scritto questa mattina su Telegram Kiril Stremousov il vice amministratore russo della regione di Kherson, una delle quattro annesse da Mosca alla Federazione russa con i referendum farsa di fine settembre.
A poche ore di distanza da quel messaggio gli ucraini hanno iniziato la controffensiva in direzione di Novaya Kamenka-Berislav nella regione di Kherson. Sul campo, secondo l’amministratore russo, ci sono «fino a due battaglioni di fanteria della 128ma brigata d’assalto e un battaglione di carri armati della 17ma brigata» e anche «molti droni ucraini a raggio intermedio e un aereo da ricognizione». Per mettere in salvo i civili sono in corso le evacuazioni con i separatisti che tentano di dislocare gli abitanti in altri territori sotto il loro controllo. Per accelerare le operazioni e i processi decisionali il presidente russo Vladimir Putin ha firmato il decreto che impone la legge marziale nelle quattro regioni annesse. «Stiamo lavorando per risolvere compiti molto difficili su larga scala per garantire la sicurezza della Russia e un futuro sicuro, per proteggere il nostro popolo. Coloro che sono in prima linea o che si stanno addestrando nei poligoni di tiro e nei centri di addestramento devono sentire il nostro sostegno e sapere che hanno alle spalle il nostro grande paese e il nostro popolo unito», ha detto Putin annunciando la firma del decreto. «Nella situazione attuale, ritengo necessario conferire ulteriori poteri ai capi di tutte le regioni russe».
Kherson è una delle prime aree a essere state controllate dall’esercito russo da quando è iniziata la guerra lo scorso 24 febbraio. Qui il Cremlino ha imposto un suo governo fantoccio, la circolazione dei rubli, e introdotto prodotti russi facendoli passare per la Crimea. Nei mesi scorsi decine di ucraini sono stati fermati e torturati per aver manifestato contro l’esercito invasore che ora sta per affrontare una controffensiva annunciata già in estate da Kiev.
Da giorni le autorità ucraine avevano istituito quello che viene chiamato “black out” informativo, un vuoto di informazioni prima di lanciare una controffensiva in modo tale da non rivelare informazioni alla popolazione locale e al nemico.
Le parole del generale russo
Sergei Surovkin, il generale russo scelto da Vladimir Putin per guidare tutte le forze armate della Federazione che combattono in Ucraina, ha detto che la situazione a Kherson è «tesa» e che molti civili sono stati «ridislocati» dalla città. «Il nemico continua ad attaccare le posizioni delle forze russe. Ulteriori azioni a Kherson dipenderanno dagli sviluppi tattici e militari della situazione, che non è facile. Non possono essere escluse decisioni difficili», ha affermato.
Parole che incutono timore visti i trascorsi di Surovkin in Siria, un uomo ben noto per i suoi poco scrupoli nella difesa della popolazione civile. Surovkin è stato chiamato anche per mettere fine ai problemi logistici interni all’esercito russo che hanno decretato, per il momento, il fallimento della presa di Kiev e spostato il conflitto nell’Ucraina orientale. «A otto mesi dall'invasione, i principali elementi della leadership militare russa sono sempre più disfunzionali. A livello tattico, è quasi certo che si stia aggravando la carenza di giovani ufficiali russi capaci di organizzare e guidare i riservisti appena mobilitati», ha scritto il ministero della Difesa britannica nel suo bollettino d’intelligence quotidiano.
I droni iraniani
Secondo quanto riporta il New York Times, l’Iran ha inviato degli addestratori in Crimea per aiutare i militari russi a risolvere una serie di problemi tecnici con i droni che Mosca ha acquistato da Teheran e che recentemente sono stati usati per colpire infrastrutture energetiche e complessi residenziali sia a Kiev sia in altre città ucraine.
Secondo fonti dell’amministrazione americana gli addestratori sarebbero membri dei Guardiani della rivoluzione e operano da una base militare russa in Crimea, dalla quale vengono lanciati molti dei droni iraniani. Secondo l’intelligence ucraina sono stati consegnati 1.750 droni, ognuno dei quali costa solo 20mila sterline. Sono armi che possono essere sparate da camion mobili e, nonostante la loro bassa velocità, sono difficili da individuare fino all’ultimo minuto. Le forze armate ucraine hanno abbattuto 223 droni Shahed-136 negli ultimi 36 giorni.
Ma l’aiuto di Teheran a Mosca non si ferma qui. Come dichiarato da funzionari della sicurezza statunitensi e iraniani saranno inviati all’esercito russo anche una serie di missili a medio raggio e un gran numero di droni economici. Un supporto che avvicina sempre più l’Iran a un nuovo pacchetto di sanzioni occidentali. Intanto, il ministro degli Esteri ucraino Dmitro Kuleba ha proposto un’interruzione dei rapporti diplomatici con Teheran.
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