- «Ci siamo riuniti per dimostrare che sosterremo qualsiasi decisione del comandante in capo [cioè Vladimir Putin]. Non lo deluderemo. Seguiremo qualsiasi ordine», aveva detto Kadyrov alla Tv di stato.
- Secondo numerosi analisti militari, i ceceni sono tra gli elementi delle forze armate russe con il morale più alto. Ma i ceceni sono stati anche tra i primi ad aver annunciato perdite tra le loro fila, tra queste il noto comandante Magomed Tushaev, vicino a Kadyrov.
- La guerra in Ucraina è diventato anche un fronte della lotta interna dei ceceni, tra chi sostiene Putin e chi invece cerca vendetta e punta alla sua caduta.
A pochi giorni dall’inizio della guerra in Ucraina Ramzan Kadyrov, capo della repubblica Cecena, ha mostrato al mondo intero la sua fedeltà a Vladimir Putin inviando i suoi combattenti al fianco dell’esercito russo.
«Ci siamo riuniti per proteggere il nostro stato e il nostro popolo. Pertanto, ancora una volta ci siamo riuniti per dimostrare che sosterremo qualsiasi decisione del comandante in capo [cioè Vladimir Putin]. Non lo deluderemo. Seguiremo qualsiasi ordine», aveva detto Kadyrov alla Tv di stato.
Qualche ora più tardi i video propagandistici lo ritraevano davanti a centinaia di soldati della guardia nazionale cecena pronti a imbracciare le armi e andare in Ucraina.
Nei giorni scorsi Kadyrov ha detto di trovarsi a Gostomel, vicino Kiev. Sulla piattaforma Telegram è stato pubblicato un video in cui si vedono alcuni combattenti ceceni e Kadyrov intorno a un tavolo mentre preparano l’offensiva. «L’altro giorno eravamo a circa 20 chilometri da voi nazisti, ora siamo ancora più vicino», dice il presunto Kadyrov in video. «Vi finiremo», ha poi aggiunto.
Secondo il ministro degli Interni ucraino, Anton Gerashchenko, il leader ceceno si troverebbe a Ivankov, circa 80 chilometri da Kiev, nascosto in un seminterrato e non a Gostomel come affermato nel video. Tuttavia, le immagini non sono state ancora verificate in maniera indipendente.
Nella giornata del 15 marzo sono circolate online altre immagini in cui si vede Kadyrov ricevere in Cecenia Nikolai Patrushev, segretario del Consiglio di sicurezza della Federazione russa e membro del circolo ristretto di Vladimir Putin.
Che Kadyrov sia andato o meno in Ucraina, dall’inizio della guerra i ceceni si sono schierati al fianco dei russi. Secondo numerosi analisti militari, i ceceni sono tra gli elementi delle forze armate russe con il morale più alto. Ma i ceceni sono stati anche tra i primi ad aver annunciato perdite tra le loro fila, tra queste il noto comandante Magomed Tushaev, vicino a Kadyrov.
Secondo le autorità ucraine un commando di soldati ceceni ha provato ad assassinare il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, senza riuscirci.
Chi è Kadyrov
La Cecenia è una repubblica autonoma della Federazione russa. Il suo leader, Ramzan Kadyrov è il figlio di Achmat Kadyrov, ex presidente della repubblica cecena assassinato in un attentato fondamentalista a Grozny il 9 maggio del 2004.
Achmat Kadyrov è stato anche un giurista islamico (Mufti) e tra i leader della prima guerra cecena combattuta per l’indipendenza del paese dopo la dissoluzione dell’Unione sovietica. Nel 2000 è stato nominato da Mosca a capo dell’amministrazione provinciale Cecena. Un premio per il ruolo avuto nei colloqui con le autorità russe per far entrare le truppe di Mosca all’interno delle città cecene senza spargimento di sangue.
Dopo quella nomina Kadyrov è diventato fedele ai leader del Cremlino che ha sostenuto durante la seconda guerra cecena per la riconquista dei territori dei separatisti. Dopo la morte del padre, Ramzan Kadyrov, che già aveva ricoperto ruoli governativi, ha assunto la carica di presidente tramutata nel 2011 in capo della repubblica cecena.
Il giovane Kadyrov è un autocrate fedele al governo russo che usa metodi di governo repressivi nei confronti della sua popolazione. Diversi rapporti di ong a difesa di diritti umani lo hanno accusato di aver commesso numerose violazioni non solo a danno di dissidenti politici ma anche contro la comunità Lgbt.
Kadyrov è considerato anche un personaggio ambiguo dal punto di vista religioso. Di religione islamica, come la maggioranza dei ceceni dopo gli attentati di Charlie Hebdo ha radunato in piazza circa 800 mila persone che hanno protestato contro le vignette che raffiguravano Maometto. Il fondamentalismo islamico in Cecenia è una questione che preoccupa anche il Cremlino. Le due guerre hanno provocato morte e miseria, e creato un terreno fertile per la radicalizzazione di giovani generazioni di disoccupati. Le istanze indipendentiste dei combattenti ceceni si sono unite a quelle islamiste dando vita a un forte sentimento anti russo.
La giornalista russa Anna Politkovskaja ha raccontato nei suoi articoli e reportage il dramma causato dalle due guerre cecene e della War on terror di Vladimir Putin. È stata assassinata nel 2006 nell’ascensore del palazzo in cui abitava. Il direttore della testata per cui lavorava, Novaja Gazeta, ha detto che quel giorno sarebbe dovuto uscire un suo articolo sulle torture commesse dalle forze di sicurezza cecene legate all’allora primo ministro Ramzan Kadyrov.
Perché Kadyrov ha inviato le sue truppe?
Ramzan Kadyrov governa ininterrottamente dal 2007 proprio grazie al sostegno di Vladimir Putin. Dopo le due guerre cecene, di cui l’ultima conclusa nel 2009, a Putin serviva un uomo a lui vicino ma che godesse anche di un certo consenso popolare. In questo senso Ramzan Kadyrov si è rivelato la figura giusta e anche fedele.
Secondo dati non ancora ufficiali il capo ceceno ha inviato in Ucraina più di 10mila uomini. La scelta di Vladimir Putin è stata considerata anche una mossa propagandistica, vista la fama brutale attribuita ai combattenti ceceni. Appena diffusa la notizia è circolato online un video di un membro del battaglione neonazista ucraino Azov, intento a ungere i proiettili con il lardo.
Secondo i membri di Azov, “sporcare” le munizioni con il grasso di maiale impedirebbe ai ceceni, che sono di religione musulmana e quindi considerano il maiale come un animale impuro, di andare in paradiso.
Il video venne anche condiviso dall’account ufficiale della Guardia nazionale ucraina, suscitando critiche e polemiche che hanno poi portato alla rimozione del contenuto.
Gli altri ceceni che combattono al fianco degli ucraini
Non tutti i ceceni però si sono schierati al fianco dell’esercito russo. Ci sono altri due battaglioni, quello che fa capo a Sheikh Mansour e quello di Dzhokhar Dudayev (una formazione paramilitare nata in Danimarca nel 2014 dove è presente una importante comunità cecena) che da anni combattono nel Donbass contro i separatisti filorussi.
Le due milizie sono formate da combattenti reduci delle guerre cecene che hanno lasciato il paese dopo la fine delle ostilità arrivata nel 2009. Parte di loro sono anche di origine georgiana, armena e azera.
Il 27 febbraio scorso uno dei leader del battaglione Dudayev (chiamato così in onore del primo presidente della repubblica cecena) ha pubblicato online un video in cui ha affermato che con i suoi uomini combatterà contro Kadyrov e Putin. La guerra in Ucraina è diventato anche un fronte della lotta interna dei ceceni, tra chi sostiene Putin e chi invece cerca vendetta e punta alla sua caduta.
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