Per le fonti di intelligence americane Teheran addestrerà anche i soldati di Mosca su come usare i droni. Il prossimo 19 luglio Putin sarà in visita a Teheran. Nel Donbass i militari russi continuano a ottenere guadagni territoriali dopo aver preso anche il controllo della città di Hryhorivka
Il consigliere per la sicurezza nazionale dell’amministrazione Biden, Jake Sullivan, ha detto che l’Iran si sta preparando a fornire alla Russia «droni e anche droni armati da utilizzare in Ucraina». Per le fonti di intelligence americane Teheran addestrerà anche i soldati di Mosca su come usarli. Temi che saranno al centro della visita in Iran, annunciata dal Cremlino, di Vladimir Putin che si terrà settimana prossima il 19 luglio.
«Questo è solo un esempio di come la Russia stia guardando a paesi come l’Iran per le capacità che vengono anche utilizzate per attaccare l’Arabia saudita», ha detto Sullivan. L’Iran è infatti accusato dalla comunità internazionale di fornire droni ai ribelli Houthi che combattono in Yemen dal 2015 contro l’Arabia Saudita e gli Emirati Arabi Uniti. Più volti i droni sparati dai ribelli filoiraniani si sono dimostrati precisi colpendo obiettivi sensibili nei due paesi del Golfo Persico.
Secondo Washington il Cremlino sembrerebbe a corto di droni e altro materiale bellico. Il presidente Joe Biden sta cercando di rallentare la produzione di armi russe negando loro componenti realizzati con tecnologia occidentale. Secondo quanto ha detto Gina M. Raimondo, segretario al Commercio della Casa Bianca, il mese scorso i controlli internazionali hanno ridotto le esportazioni di semiconduttori e chip per computer verso la Russia del 90 per cento.
Se i droni iraniani saranno utilizzati dai soldati russi sul campo di battaglia in Ucraina, l’Iran si confermerebbe un solido partner per Mosca, in un momento in cui a Vienna continuano i negoziati per raggiungere l’accordo sul nucleare che preoccupa soprattutto paesi come Israele e Arabia Saudita.
Cosa dice l’intelligence britannica
Secondo il nuovo report dei servizi segreti britannici, Mosca sta riscontrando diverse «difficoltà nel sostituire il numero significativo di vittime russe». Gli ucraini hanno annunciato che le perdite russe ammonterebbero a 37.200 soldati, numeri che però non hanno un riscontro indipendente con altre fonti. È sicuro, invece, che tra le migliaia di militari russi uccisi in battaglia dallo scorso 24 febbraio, giorno dell’inizio dell’invasione, ci siano decine di alti ufficiali e generali come confermato dai servizi segreti occidentali.
Ma «la carenza di personale delle forze armate russe potrebbe costringere la Difesa russa a ricorrere al reclutamento non tradizionale di risorse militari, fra le quali personale dalle prigioni russe per la compagnia militare privata Wagner». Una pratica di reclutamento già utilizzata dopo le prime settimane di guerra in cui Mosca ha reclutato anche diversi mercenari in Libia e Siria dove il gruppo Wagner è attivo sul territorio.
Nonostante la perdita significativa di militari, secondo il ministero della Difesa britannica «le truppe russe continuano a ottenere piccoli guadagni territoriali nell’oblast di Donetsk» dopo aver preso anche il controllo della città di Hryhorivka. In questi giorni le truppe di Mosca continuano anche ad assaltare la principale rotta di rifornimento la E-40 verso le città di Slovyansk e Kramatorsk e sta cercando anche di riordinare le forze per dare vita a nuove offensive nel Donbass nelle prossime settimane.
Per discutere dell’andamento della guerra e valutare altre opzioni da mettere in campo per contrastare l’avanzata di Mosca, gli alleati occidentali si ritroveranno nuovamente a Ramstein, in Germania, il prossimo 20 luglio. Nell’ultimo incontro gli Stati Uniti e parte dei paesi europei hanno discusso di un ulteriore invio di aiuti militari verso Kiev.
L’attacco di Chasiv Yar
Nelle ultime ore un bombardamento russo ha colpito un edificio residenziale a Chasiv Yar, nel Donbass. Secondo i servizi d’emergenza ucraini, sono 34 le vittime accertate ma il numero continua a salire di ora in ora con i soccorritori che continuano a scavare tra le macerie per trovare sopravvissuti.
Secondo i dati delle Nazioni unite sono quasi cinquemila le vittime civili dall’inizio della guerra, un numero calcolato ancora al ribasso perché al momento in alcune città, come Mariupol, è impossibile contare il numero dei cadaveri.
Il capo della Difesa nazionale russa Mijaíl Mizintsev ha assicurato che per evitare ulteriori morti civili oltre 22mila persone sono state evacuate nella giornata di ieri dalle regioni separatiste di Donetsk e Lugansk verso la Russia. Per il governo di Kiev queste evacuazioni sono delle deportazioni a tutti gli effetti.
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