«I nostri servizi di intelligence dispongono di prove che suggeriscono che l’attacco è stato diretto e coordinato da specialisti militari britannici», ha detto alla stampa il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov.
A poco più di un mese di distanza dalle esplosioni che hanno interessato alcune parti dei gasdotti Nord Stream 1 e Nord Stream 2, Mosca accusa il Regno Unito di aver aiutato gli ucraini in quelle azioni di sabotaggio. «I nostri servizi di intelligence dispongono di prove che suggeriscono che l’attacco è stato diretto e coordinato da specialisti militari britannici», ha detto alla stampa il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov, il quale ha aggiunto che «consulenti militari britannici» sono anche dietro gli attacchi ucraini a Sebastopoli in Crimena. Kiev e Londra smentiscono, ma mentre Vladimir Putin minaccia il Regno Unito di future ripercussioni il suo esercito continua ad attaccare le infrastrutture energetiche in Ucraina.
Nuovi bombardamenti si sono verificati nella parte orientale del paese dove da mesi il conflitto è più agguerrito con i russi che hanno perso migliaia di chilometri finiti sotto il loro controllo.
La guerra sta cambiando in vista dell’inverno e l’obiettivo dei russi è colpire la popolazione civile danneggiando i servizi energetici in vista del grande inverno ucraino. Per il momento a Kiev, le squadre organizzate per il ripristino delle infrastrutture colpite dai droni russi sono riuscite a limitare i danni. «Le forniture di acqua alle case dei residenti di Kiev sono state completamente ripristinate.... Anche le forniture dielettricità a Kiev sono state ripristinate», ha scritto il sindaco Klitschko sui suoi canali social. Proprio sul tema energetico il presidente ucraino Voldoymy Zelensky ha avuto un colloquio con il suo omologo francese Emmanuel Macron. Al centro della telefonata ci sono: «Decisioni specifiche sul rafforzamento delle capacità di difesa dell’Ucraina. Iniziative specifiche per ripristinare le infrastrutture energetiche distrutte», ha spiegato Zelensky in un Tweet.
«Stiamo continuando a colpire efficacemente gli elementi delle infrastrutture militari e i siti essenziali per la riduzione del potenziale militare dell'Ucraina mediante armi a guida di precisione», ha detto invece il ministro russo Shoigu in una teleconferenza. «Le forze armate ucraine non hanno smesso di sparare sulla centrale nucleare di Zaporozhye e sui centri per l’evacuazione e la distribuzione di aiuti umanitari; stanno intenzionalmente prendendo di mira concentrazioni di civili», ha aggiunto il ministro.
L’ex presidente russo Medvedev ha detto invece che la Russia è pronta a usare il nucleare nelle regioni ucraine annesse con i referendum farsa che si sono tenuti a fine settembre a Donetsk, Lugansk, Kherson e Zaporizhzhia. «Se non vince la Russia, deve vincere l'Ucraina. E l'obiettivo di Kiev è il ritorno di tutti i territori che in precedenza le appartenevano. Questa è una minaccia all'esistenza stessa del nostro stato. E rappresenta una ragione diretta per l’applicazione della clausola 19 dei fondamenti della politica della Federazione russa nel campo della deterrenza nucleare», ha scritto in un messaggio su Telegram.
Accuse contro l’Italia
Con l’Italia si è rischiato l’ennesimo caso diplomatico dopo che i media hanno riportato la notizia secondo cui l’ambasciatore russo Sergej Razov non esclude la possibilità che l’Italia abbia inviato uomini in Ucraina. Nel pomeriggio l’ambasciata russa ha corretto il tiro e ha detto che probabilmente Razov faceva riferimento alle attrezzature militari. Se da un lato è vero che i militari italiani non sono mai stati mandati in Ucraina, è certo invece che diversi cittadini italiani combattono dal 2014 – anno in cui è iniziata la guerra civili nel Donbass – nell’Ucraina orientale. Alcuni di questi hanno preso le parti dei separatisti, mentre altri sono entrati nelle file dell’esercito di Kiev perdendo anche la vita.
Il grano
Nelle ultime ore Mosca ha detto che non rinnoverà l’accordo firmato sotto l’egida dell’Onu che garantisce l’export del grano ucraino nonostante la guerra. Un’intesa raggiunta dopo lunghe trattative portate avanti dal Segretario generale delle Nazioni unite, Antonio Guterres, e dal presidente turco, Recep Tayyip Erdogan. Il Cremlino ha accusato Kiev di compiere attacchi terroristici sul mar Nero e che quindi non ha intenzione di rinnovare l’accordo. Per questo, il presidente Erdogan è sceso nuovamente nel campo diplomatico e terrà dei colloqui telefonici sia con Putin sia con Zelensky.
Nel frattempo, tre navi cariche di grano ucraino sono partite dai parti del paese questa mattina. E in Africa e medioriente sperano che non siano le ultime.
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