Il caso sulle presunte tangenti preoccupa anche la presidente del parlamento europeo, la maltese Roberta Metsola, che segue in prima persona le indagini. Chi sono gli indagati e cosa ha trovato finora la magistratura belga?
Venerdì scorso è circolata la notizia di un’indagine della magistratura belga su un caso di presunta corruzione da parte del Qatar all’interno del parlamento europeo. C’è chi già ha soprannominato il caso come il Qatargate, ricordando il noto scandalo politico del Watergate che coinvolse l’ex presidente degli Stati Uniti Richard Nixon.
La tesi d’accusa degli inquirenti è che il Qatar, che sta ospitando in questi giorni i mondiali di calcio e che è accusato da molte organizzazioni internazionali di sistematiche violazioni dei diritti umani e civili, abbia allestito una rete di corruzione che ha coinvolto politici, dirigenti e funzionari di Bruxelles.
L’obiettivo era di ammorbidire le posizioni dell’Ue e indurre decisioni favorevoli da parte del Europarlamento nei confronti della monarchia del Golfo persico. In cambio di ingenti somme di denaro e regali. Le accuse formali nei confronti degli indagati sono di associazione a delinquere, corruzione e riciclaggio di denaro. Accuse pesantissime e proprio per questo l’inchiesta viene seguita in prima persona dalla presidente del parlamento europeo, la maltese Roberta Metsola. Ma tutti i leader sono seriamente preoccupati che lo scandalo metta in luce un sistema corruttivo più amplio, mettendo in imbarazzo le istituzione europee, alle prese per la prima volta con un caso simile.
«Il parlamento europeo e la presidente Metsola si oppongono fermamente alla corruzione e collaborano attivamente e pienamente con le autorità di contrasto e giudiziarie per favorire il corso della giustizia», si legge in una nota. L’attuale ministro degli Esteri italiano ed ex presidente del parlamento europeo, Antonio Tajani, ha condannato l’accaduto ma ha anche detto che bisogna distinguere nei nomi degli indagati tra chi è assistente e chi svolge la mansione di funzionario delle istituzioni europee.
Le persone coinvolte
Il primo nome degli indagati che è stato reso pubblico è quello di Antonio Panzeri, ex europarlamentare del gruppo dei Socialisti e democratici (S&D) a capo anche della commissione diritti umani. Insieme a lui il tribunale federale belga lo scorso venerdì aveva fermato altre due persone di spicco: l’attuale segretario generale dell’organizzazione internazionale dei sindacati Ituc Luca Visentini, rilasciato in un secondo momento, ed Eva Kaili, una dei 14 vicepresidenti del parlamento europeo. Il padre di Kaili è stato fermato ma rilasciato dopo poche ore. Intanto in Grecia sono stati congelati i beni della rappresentante europea in attesa della conclusione delle indagini.
Gli ultimi indagati sono Francesco Giorgi, compagno della vice presidente e assistente dell’eurodeputato Pd Andrea Cozzolino, e Niccolò Figà-Talamanca, capo della ong No Peace Without Justice.
Le accuse e le perquisizioni
Secondo la procura di Bruxelles, il Qatar avrebbe cercato di influenzare più personalità «versando ingenti somme di denaro o offrendo regali di grande entità a terzi che ricoprono posizioni politiche o strategiche di rilievo all'interno del parlamento europeo».
Dopo i fermi gli inquirenti hanno eseguito decine di perquisizioni negli uffici degli indagati e di alcuni collaboratori e assistenti parlamentari per trovare materiale compromettente. Le perquisizioni hanno riguardato anche la casa dell’eurodeputato socialista Marc Tarabella, anche se non è ancora noto un suo eventuale coinvolgimento.
Sono stati sequestrati i pc e i telefoni cellulari di diverse persone e in alcune abitazioni sono state trovati centinaia di migliaia di euro in contanti. Nella casa di Panzeri sarebbero stati trovati oltre 500mila euro in contanti, mentre nell’abitazione della vicepresidente Kaili sono stati trovati sacchi con all’interno banconote.
Chi è Antonio Panzeri
La carriera politica di Panzeri ruota attorno al mondo del sindacato e della sinistra italiana. Molto vicino all’ex presidente del Consiglio Massimo D’alema, Panzeri è stato responsabile delle politiche europee della Cgil e nel 2004 ha iniziato la sua carriera all’interno dell’Europarlamento. In Italia era nelle file del Partito democratico prima di passare ad Articolo 1, che ha già fatto sapere di averlo espulso dall’anagrafe degli iscritti e in una nota su Facebook «auspica che Panzeri possa dimostrare la sua estraneità a una vicenda del tutto incompatibile con la sua storia e il suo impegno politico».
Da quando ha smesso la sua attività da europarlamentare, Panzeri è entrato nel board dell’Associazione ex dipendenti europei mentre in Belgio fonda l’organizzazione Fight Impunity che nel suo honorary board contava figure di rilievo come l’ex commissario alle Migrazioni, il greco Dimitris Avramopoulos, e l’ex rappresentante per la politica estera Federica Mogherini, oltre all’ex primo ministro francese Bernard Cazeneuve.
Cosa ha ottenuto il Qatar?
Non è ancora chiaro dalle indagini se ci sono stati e quali siano in caso i risultati delle pressioni qatariote sui funzionari europei. Ma in attesa del lavoro degli inquirenti si può notare che in alcune occasioni il Qatar – che per ora ha sempre negato di aver elargito tangenti ai funzionari europei – ha ottenuto una sponda importante nelle istituzioni Ue. Il caso più clamoroso è stato una risoluzione di novembre che si «compiace» per come il Qatar tratti i lavoratori, di come «abbia rimborsato 320 milioni di dollari alle vittime di abusi salariali», nonostante Amnesty International, al contrario, abbia più volte contestato la violazione dei diritti umani. Per la vicepresidente Eva Kaili il Qatar ha fatto enormi passi avanti ed è un esempio da lodare.
In un discorso in aula del 21 novembre scorso la vicepresidente diceva: «Signora presidente, oggi i mondiali di calcio in Qatar sono la prova di come la diplomazia sportiva possa realizzare una trasformazione storica di un paese con riforme che hanno ispirato il mondo arabo. Ho solo detto che il Qatar è all'avanguardia nei diritti del lavoro, abolendo la kafala e riducendo il salario minimo. Nonostante le sfide che anche le aziende europee stanno negando per far rispettare queste leggi, si sono impegnati in una visione per scelta e si sono aperti al mondo. Eppure, alcuni qui chiedono di discriminarli. Li maltrattano e accusano di corruzione chiunque parli con loro o si impegni. Ma nonostante ciò, prendono il loro gas. Eppure, le loro aziende vi traggono profitti miliardari.
Ho ricevuto una lezione da greco e ricordo a tutti noi che abbiamo migliaia di morti a causa del nostro fallimento nel trovare vie legali di migrazione in Europa. Possiamo promuovere i nostri valori, ma non abbiamo il diritto morale di fare conferenze per ottenere un'attenzione mediatica a buon mercato. E non imponiamo il nostro modo di fare, lo rispettiamo, anche senza Lng. Sono una nuova generazione di persone intelligenti e istruite. Ci hanno aiutato a ridurre la tensione con la Turchia. Ci hanno aiutato con l'Afghanistan per salvare attivisti, bambini, donne. Ci hanno aiutato. E sono negoziatori di pace. Sono buoni vicini e partner. Possiamo aiutarci l’un l’altro a superare le nostre carenze. Hanno già raggiunto l’impossibile».
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