Jimmy Lai è stato accusato di avere infranto la Legge sulla sicurezza nazionale approvata dalla Cina che reprime duramente chi manifesta contro il potere di Pechino nella regione
L’editore del giornale anti cinese, Apple Daily, Jimmy Lai, è stato accusato dalle autorità di Hong Kong di avere infranto la Legge sulla sicurezza nazionale che reprime chi lotta contro l’influenza di Pechino sulla regione. Nello specifico, Lai è accusato di avere cospirato con le potenze internazionali per mettere a rischio la sicurezza nazionale e rischia ora di essere condannato a una lunga pena detentiva. L’editore 73enne era già stato arrestato il 3 dicembre perché accusato di usare la sede del suo giornale per usi non consentiti dalla legge. Apple Daily è da tempo in difficoltà economiche a causa dei problemi legali del suo editore e ha continuato le pubblicazioni grazie alle donazioni dei suoi lettori.
Cosa sta succedendo a Hong Kong
Negli ultimi mesi le autorità governative hanno aumentato la repressione contro gli attivisti che dal luglio del 2019 protestano contro il potere di Pechino su Hong Kong e chiedono l’introduzione del suffragio universale nell’isola. La governatrice, Carrie Lam, come tutti i suoi predecessori, è infatti scelta da un élite filo cinese. Solo questa settimana il governo ha arrestato otto attivisti mentre la settimana scorsa tre dei leader delle proteste Joshua Wong, Ivan Lam e Agnes Chow sono stati condannati a pene fino a tredici mesi e mezzo di carcere per avere organizzato una manifestazione lo scorso anno. Inoltre, a novembre Hong Kong aveva lanciato un telefono rosso che permetteva a tutti i cittadini di denunciare chiunque si rendesse responsabile di violare la Legge sulla sicurezza nazionale.
Le sanzioni tra Cina e Stati Uniti
La Legge di sicurezza nazionale di Hong Kong è stata molto criticata da diverse associazioni per i diritti umani e ha trovato la forte opposizione degli Stati Uniti. Il presidente americano, Donald Trump, ha sanzionato lunedì, 7 dicembre, i quattordici legislatori cinesi “colpevoli” di avere approvato la Legge nel luglio di quest’anno. La Cina ha risposto ieri, 10 dicembre, annunciando di avere imposto restrizioni sui visti necessari di diversi funzionari statunitensi ed esponenti delle Ong per viaggiare a Hong Kong e Macao.
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