Dopo giorni di indecisione, il leader dell’opposizione Yair Lapid ha deciso di partecipare a un “governo di guerra” per affrontare la crisi. Anche l’ex ministro della Difesa, Benny Gantz, ha accettato l’offerta del premier Benjamin Netanyahu dopo avere escluso per giorni una collaborazione con il governo più a destra della storia di Israele. Un attacco senza precedenti ha creato un assetto politico senza precedenti.

Le scene di indicibile orrore che stanno emergendo dai kibbutz dove i terroristi di Hamas hanno selvaggiamente ucciso israeliani inermi hanno piegato le ultime resistenze politiche. Secondo i termini dell’accordo di unità nazionale, il governo esisterà soltanto fino al termine della guerra a Gaza e nel cuore di questo esecutivo d’emergenza ci sarà un gabinetto di guerra, dove siederà anche Gantz.

L’assedio

Israele sta colpendo con l’aviazione «su una scala senza precedenti», ha detto il capo di staff dell’aviazione militare. L’intento è di preparare il terreno all’offensiva terrestre che dovrebbe coinvolgere carri armati e 350mila soldati per conquistare la Striscia di Gaza, dove vivono 2,5 milioni di abitanti. È una delle zone più densamente popolate al mondo e confinata da un blocco che dura da 16 anni. «Stiamo attaccando» con questa modalità «perché quello che accade qui è qualcosa che non è mai accaduto prima. C’è un nemico che tira razzi e attacca la popolazione civile».

«Come esercito, siamo tutti responsabili per non aver prevenuto quello che è successo. Siamo tutti responsabili e io sono responsabile», ha detto il generale Omer Tishler capo di staff dell’aviazione militare israeliana, affermando che l’invasione di Hamas che ha sorpreso Israele sarà indagata per capire i motivi di questa débàcle. Con una nuova tattica, riporta l’Ap, Israele sta avvertendo i civili di evacuare interi quartieri – piuttosto che solo singoli edifici – per poi infliggere devastazione, in quello che potrebbe essere il preludio ad un’offensiva di terra.

Probabilmente ci sarà un attacco di terra prolungato e la rioccupazione di Gaza, almeno temporaneamente. Va ricordato che Hamas ha una lunga storia alle spalle di attività clandestina di insurrezione nelle aree controllate da Israele senza dimenticare i circa 150 ostaggi che il gruppo terroristico ha portato a Gaza e ha minacciato di uccidere.

La situazione esplosiva nella Striscia è stata ulteriormente complicata ieri anche dall’allarme arrivato dal confine con il Libano, dove diversi media hanno riportato l’incursione di droni provenienti da nord, un segno del temuto allargamento del conflitto. Dopo qualche ora l’esercito israeliano ha smentito la circostanza, dicendo che si è trattato di un falso allarme.

La mente degli attacchi

Fonti palestinesi hanno affermato inoltre che gli attacchi israeliani hanno distrutto a Gaza la casa della cosiddetta “mente” degli attacchi di Hamas a Israele, Mohammed Deif, uccidendo il fratello e membri della famiglia, compresi il figlio e la nipote. Dello stratega dell’assalto non si hanno però notizie. Altri parenti di Deif sarebbero intrappolati tra le rovine dell’edificio, nel sud della Striscia di Gaza.

L’Organizzazione mondiale della sanità delle Nazioni unite ha affermato che le forniture per sette ospedali sono già esaurite a causa del flusso di feriti. Medici senza frontiere ha affermato che attrezzature chirurgiche, antibiotici, carburante e altre forniture stanno finendo in due ospedali gestiti a Gaza.

Gli Usa si mobilitano

Martedì il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, ha dato un forte sostegno a Israele in un discorso molto ispirato e ha messo in guardia altri paesi e gruppi armati dall’entrare in guerra.

Gli Stati Uniti stanno già inviando munizioni ed equipaggiamenti militari a Israele e hanno schierato un gruppo d’attacco di portaerei nel Mediterraneo orientale come deterrente verso chiunque voglia intervenire nel conflitto.

Il segretario di Stato Usa, Antony Blinken, in arrivo in Israele e Giordania, confermerà a Tel Aviv il fermo sostegno di Washington alla sicurezza di Israele. Intanto si muove la diplomazia internazionale per mettere in salvo i civili di Gaza intrappolati nella striscia con l’apertura di un corridoio umanitario. Il presidente turco Erdogan ha parlato con Vladimir Putin affermando che bisogna fermare il «catastrofico aumento di morti».

La diplomazia italiana

Mentre il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, era in Egitto, la premier, Giorgia Meloni, ha parlato con i presidente degli Emirati Arabi Uniti e del Qatar sulla necessità di dare «massima rilevanza» al lavorio per una «rapida de-escalation al fine di evitare un ulteriore allargamento del conflitto».

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