- In questi giorni Flavio Briatore ha dichiarato che suo figlio, se mai vorrà lavorare con lui, dovrà cominciare facendo il cameriere.
- Quando non possiedi niente o quasi devi accettare qualsiasi lavoro o stipendio, qualsiasi condizione lavorativa, perché devi pagare le bollette e l'affitto.
- Il figlio di Briatore magari fa il cameriere come te, ma la condizione di cameriere, nel suo caso, è una scelta dalla quale lui si può facilmente svincolare. È lì per fare un’esperienza di vita e di lavoro. Tu sei lì perché devi mangiare.
In questi giorni Flavio Briatore ha dichiarato che suo figlio, se mai vorrà lavorare con lui, dovrà cominciare facendo il cameriere. Partire dal basso, insomma. Questa frase mi ha fatto ripensare a quando ascoltai una riflessione di Thomas Piketty al Salone del Libro di Torino. Era un video, una diretta sui social ai tempi del Covid, e l’economista esprimeva il concetto di “avere potere contrattuale nella vita”.
Per potere contrattuale di solito si intende la capacità di combattere contro le pressioni dell’avversario quando ci troviamo a difendere i nostri interessi, durante uno scontro di natura economica. Il potere contrattuale è proprio questa capacità di resistenza all’avversario che ci porta, in ultima analisi, a preservare alcuni gradi di libertà. Uscendo dal campo delle controversie economiche, possiamo intenderlo come la capacità che persone singole o gruppi hanno di far accettare le proprie opinioni o proposte nel caso in cui trattino, per esempio, con un organo politico. Di nuovo, una forma di resistenza da cui deriva la salvaguardia della propria libertà. E il potere contrattuale nella vita cos’è?
Quando non possiedi niente o quasi devi accettare qualsiasi lavoro o stipendio, qualsiasi condizione lavorativa, perché devi pagare le bollette e l'affitto. Diremo dunque, seguendo Piketty, che non hai un pieno controllo sulla tua vita: non hai potere contrattuale nella vita, non riesci a opporre resistenza. Il figlio di Briatore magari fa il cameriere come te, ma la condizione di cameriere, nel suo caso, è una scelta dalla quale lui si può facilmente svincolare. È lì per fare un’esperienza di vita e di lavoro. Tu sei lì perché devi mangiare.
Ho pensato che parliamo spesso di soldi, dell'avere soldi per poter fare e comprare senza pensieri, ma la chiave interpretativa migliore quando si parla di denaro sta proprio in quello che il denaro permette in termini di potere e di destino, non solo di capacità immediata di spesa.
Marta Fascina riceve cento milioni da Silvio Berlusconi, e i social si riempiono di post in cui la gente chiede “E tu cosa faresti con cento milioni?” Ma la domanda giusta non è questa, o meglio non è tanto questa. La domanda giusta è “Chi diventi, in potenza, con cento milioni? Come viene trasformato il tuo essere, al di là di quello che comprerai, per il solo fatto di avere cento milioni?” Borges una volta ha scritto che il denaro è un insieme di futuri possibili, e naturalmente possiamo immaginare futuri gloriosi, ma possiamo anche fermarci al fatto che il denaro a volte fornisce la mera capacità di avere un futuro completamente libero. Anche fosse vuoto.
Certo esistono persone che nascono molto povere e che grazie al proprio talento riescono a diventare ricche. Di solito a questo punto qualcuno fa un esempio del tipo "Leonardo Del Vecchio, quello di Luxottica, crebbe in un orfanotrofio, e guarda un po' chi riuscì a diventare". Non solo, esistono persone che proprio in virtù del loro talento vengono accettate all'interno della cerchia dei ricchi. All'inizio, di solito, sono considerate ottimi elementi di arredo in quella cerchia, perché il talento e l'intelligenza e la capacità di far succedere le cose sono irresistibili anche agli occhi di chi ricco lo è già.
Un giorno, eventualmente, questi outsider, questi nuovi ricchi, smettono di essere elementi di arredo e diventano dominanti, imponendo un nuovo ordine (il loro). Ma non so se possiamo sempre affidarci all'idea del talento, dei pochi dotati, di chi per qualche ragione crea dal nulla un proprio potere contrattuale fortissimo basandosi su una straordinaria forza di volontà e sulla capacità di vivere la vita. O meglio, possiamo, ma non si tratta di un'idea di giustizia.
Modificazione dello spirito
Il denaro, quando arriva nelle mani di qualcuno (e comunque ci arrivi), fornisce un’immediata rassicurazione, il suo potere calmante è istantaneo. Il cuore del fortunato che si trova i soldi fra le dita si gonfia di serenità, e a quel punto qualcosa, nel suo spirito, si modifica.
Certo nel tempo questa persona potrà mantenere il ricordo di cosa significhi non avere denaro, potrà restare cosciente, ma questa coscienza sarà via via più difficile dal coltivare, e la persona diventerà nel tempo incapace di ricordare, e portata a credere nella propria invincibilità, forte dell’impressione ormai incancellabile di avere un potere molto vasto. Come insegnano innumerevoli studi di psicologia, le impressioni su noi stessi e su quello che ci circonda sono, una volta formate, incredibilmente perseveranti.
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