Nel primo discorso rivolge un appello per l’unità e annuncia una task force per il coronavirus. Ma Trump non concede la vittoria e continua a parlare di frodi elettorali. Anche se non ci sono prove che sia vero
- Nel primo discorso, Biden dice che non vedrà «stati rossi e stati blu, ma solo gli Stati Uniti». Fa un appello per superare le divisioni, per curare l’America. Ma Donald Trump non concede la vittoria e continua a parlare di frodi elettorali. Senza prove.
- Kamala Harris è la prima vicepresidente donna: «Ma non sarò l’ultima». Biden annuncia la costituzione di una task force per il coronavirus, fatta da scienziati ed esperti. Entrerà ufficialmente in funzione il 20 gennaio.
- Il 20 gennaio è anche la data di inizio della nuova presidenza, con il giuramento a Capitol Hill. Nel frattempo, le controversie dovranno essere affrontate entro l’8 dicembre. Anche con l’eventuale intervento della Corte suprema.
«Dobbiamo smettere di vedere i nostri oppositori come nemici». Le prime parole del neo-eletto presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, cercano di misurare una distanza rispetto al passato, anche nell’atteggiamento. «La Bibbia ci ha insegnato che c’è un tempo per tutto: un tempo per costruire, un tempo per seminare, un tempo per raccogliere. E un tempo per guarire. Questo è il tempo per guarire l’America».
La ferita
Il processo di guarigione non sarà però immediato. Mentre nelle strade degli Stati Uniti i democratici festeggiano, Donald Trump sta giocando a golf, nel suo club di Sterling in Virginia. Lontano da Washington, dove i festeggiamenti hanno come centro la piazza del Black Lives Matter. Il presidente è sconfitto, ma non si ritiene tale.
Anzi, sabato rilancia le sue teorie infondate sulle frodi elettorali, facendo collezione di scritte di avvertimento su Twitter: «Ho vinto io le elezioni», scrive. I media lo smentiscono, anche gli inviati di Fox News raccontano di come il conteggio dei voti sia stato regolare. Ma la realtà spesso non coincide con il racconto che ne fa Trump. I messaggi si diffondono nei gruppi di Telegram, come sale sulla ferita che Biden si propone di sanare.
L’abbraccio dei nipoti
Biden è eletto presidente il 7 novembre. Esattamente 48 anni dopo la sua prima elezione in senato, il 7 novembre del 1972. La notizia gli viene data dai nipoti, con i quali sta trascorrendo la giornata in casa. La più grande, Naomi, condivide su Twitter l’immagine del primo abbraccio al neo presidente eletto.
Biden è primo in tre stati chiave dove Trump aveva vinto nel 2016: Michigan, Wisconsin e Pennsylvania. Ha ricostruito il “blue wall” che era franato, travolgendo Hillary Clinton. Al momento, ha l’appoggio di 279 grandi elettori. Potrebbe guadagnarne 27 in più, se fosse confermata la sua vittoria in Georgia e Arizona, dove attualmente è in testa.
Il discorso
Sono le 20.30, la primissima serata americana, quando Biden sale sul palco per il suo discorso: «Voglio essere un presidente che unisce, non vedrò gli stati blu o gli stati rossi ma vedrò gli Stati Uniti». Poi si rivolge ai repubblicani: «So che siete delusi, anch’io ho vissuto delle sconfitte nella vita. Ma datemi un’opportunità e sarò il presidente di tutti».
Sul palco c’è anche Kamala Harris, la prima donna vicepresidente nella storia degli Stati Uniti: «Ma non sarò l’ultima. Quando avete scelto Joe Biden, avete votato per la speranza, l’unità, la dignità, la scienza e la verità».
La nuova task force
Già lunedì Biden creerà una cellula di crisi dedicata al Coronavirus. Ne faranno parte scienziati ed esperti. Avranno il compito di affrontare le conseguenze della pandemia, con un atteggiamento opposto rispetto a quello di Trump.
Le prossime tappe
La task force inizierà a lavorare da subito, ma sarà ufficializzata il prossimo 20 gennaio: il giorno in cui Biden giurerà da presidente. Le prossime tappe del processo elettorale sono queste:
- l’8 dicembre è la deadline per la soluzione di tutte le dispute. Dovranno essere risolte tutte le questioni legali pendenti, anche con l’intervento della Corte Suprema, se necessario;
- il 14 dicembre i grandi elettori voteranno per l’elezione del presidente. Fra dicembre e gennaio ci sarà dunque il passaggio dei poteri fra i due presidenti;
- il 3 gennaio, a mezzogiorno, si insedierà il Congresso, con Camera e Senato;
- Il 20 gennaio è l’inauguration day, con il vincitore delle elezioni che giurerà a Capitol Hill, la sede del congresso, dando ufficialmente via alla 46esima presidenza degli Stati Uniti.
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