A tre giorni dal mandato esplorativo dopo le elezioni del 2 marzo, è arrivato l'annuncio dell'alleanza tra la destra nazionalista Yamina di Naftali Bennett e l'opposizione centrista Yesh Atid guidata da Yair Lapid. Bibi attacca l’ex alleato: «Un governo di sinistra come questo è un pericolo per la sicurezza di Israele, ed è anche un pericolo per il futuro dello Stato». La replica: «Saremo più a destra dell’esecutivo attuale. Non faremo ritiri e non consegneremo territori»
In Israele si va verso la formazione di un governo di unità nazionale senza Benjamin Netanyahu, attuale primo ministro e leader del partito Likud. Ad annunciarlo, in un atteso discorso televisivo dalla Knesset a tre giorni dalla scadenza del mandato esplorativo dopo le elezioni del 23 marzo seguite alla caduta del quarto governo in due anni, il leader del partito di destra Yamina, Naftali Bennett, che ha parlato di un accordo con il leader del partito di opposizione centrista Yesh Atid, Yair Lapid – che guida una coalizione anti-Netanyahu – per la formazione di un nuovo esecutivo i cui numeri permetterebbero di tenere fuori l’attuale primo ministro, al potere da dodici anni.
L’annuncio in diretta tv
«È mia intenzione – ha detto Bennett – fare del mio meglio per formare un governo di unità nazionale insieme al mio amico Yair Lapid, in modo che, a Dio piacendo, insieme possiamo salvare il paese e riportare Israele al suo corso. Con Lapid ci sono diversità, ma siamo intenzionati a trovare l'unità. Lapid è molto maturato. Quattro tornate elettorali hanno indebolito il paese. Si tratta di una crisi politica senza eguali nel mondo. Stiamo smontando l'edificio dello Stato e rischia di crollare tutto. Non solo non sarà un governo di sinistra come dice Netanyahu, ma sarà anzi più spostato a destra di quello attuale. Non faremo ritiri e non consegneremo territori».
Il leader di Yamina ha detto di aver preso la decisione di impedire al paese di «scivolare in una quinta elezione consecutiva in poco più di due anni». I due leader hanno tempo fino a mercoledì 2 giugno per finalizzare un accordo.
Bennett non ha risparmiato un attacco a Netanyahu: «Chi dice che c'è un governo di destra a portata di mano, si sbaglia. Non c'è. Non esiste un governo di destra di Netanyahu. Chi lo dice mente. Anche stamane c'è stato un altro tentativo, io sarei stato possibilista, ma non c'era la maggioranza. Netanyahu intende trascinare tutto il campo nazionalista verso la propria Masada personale».
La risposta di Bibi
Dopo l’annuncio di Bennett, è arrivata la replica di “Bibi” Netanyahu, che ha accusato l'ex alleato Bennett di aver tradito la destra israeliana e ha esortato i politici nazionalisti a non istituire quello che ha definito un «governo di sinistra» con Yair Lapid. «Un governo come questo è un pericolo per la sicurezza di Israele, ed è anche un pericolo per il futuro dello Stato», ha detto ancora il premier.
Secondo molti analisti, lo scoppio della crisi di Gaza delle scorse settimane era arrivato con un tempismo perfetto per Netanyahu, che ha visto interrompersi all’improvviso le trattative per un nuovo governo che non lo annoverava tra i presenti.
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