Secondo le prime informazioni, i due razzi sarebbero stati lanciati da Hezbollah. Intanto, dopo il mandato d’arresto di Netanyahu e Gallant, Salvini e Orbán si dicono pronti a sfidare la sentenza della Corte penale internazionale e accogliere il premier israeliano. Per la Russia «non c’è motivo di commentare decisioni insignificanti»
Diversi razzi hanno colpito ancora una volta il quartier generale di Unifil, la missione di pace Onu al confine tra Israele e Libano. Quattro militari italiani sono stati feriti, ma non sarebbero in pericolo di vita. Martedì scorso altri otto razzi avevano centrato la base di Shama, coinvolgendo cinque militari della forza multinazionale Onu.
Il team di Unifil ha fatto sapere che andrà a breve nella base italiana di Shama per verificare la dinamica dell'evento. Secondo le prime informazioni, i due razzi sarebbero stati lanciati da Hezbollah. I soldati erano nei bunker perché era scattato il livello di allerta 3 - segnalato durante i momenti di particolare pericolosità per attacchi tra Israele ed Hezbollah in quel momento - che impone anche l'utilizzo di elmetto e giubbotto.
«Stiamo ancora analizzando la traiettoria dei razzi esplosi, e confermiamo le condizioni lievi dei militari feriti», ha detto all'Adnkronos Andrea Tenenti, portavoce Unifil.
Le reazioni
«Apprendo con profonda indignazione e preoccupazione – scrive la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni - la notizia dei nuovi attacchi subiti dal quartier generale italiano di Unifil nel sud del Libano, che hanno causato anche il ferimento di alcuni nostri militari impegnati in missione di pace. Desidero esprimere la solidarietà e la vicinanza mia e del governo ai feriti, alle loro famiglie e sincera gratitudine per l'attività svolta quotidianamente da tutto il contingente italiano in Libano. Ribadisco ancora una volta che tali attacchi sono inaccettabili e rinnovo il mio appello affinché le parti sul terreno garantiscano, in ogni momento, la sicurezza dei soldati di Unifil e collaborino per individuare in tempi brevi i responsabili».
Sulla stessa linea anche il ministro della Difesa, Guido Crosetto: «È intollerabile che ancora una volta una base di Unifil sia stata colpita. Cercherò di parlare con il nuovo ministro della Difesa israeliano, cosa che è stata impossibile dal suo insediamento ad oggi, per chiedergli di evitare l'utilizzo delle basi Unifil come scudo. Ancor più intollerabile è la presenza di terroristi nel Sud del Libano che mettono a repentaglio la sicurezza dei caschi blu e della popolazione civile».
Anche il ministro degli Esteri Antonio Tajani giudica «inaccettabile» quanto avvenuto: «Pare che nessuno abbia ferite gravi, si tratta solo di escoriazioni e un luogotenente pare abbia ferite leggere. Come abbiamo detto a Israele di prestare la massima attenzione, diciamo con altrettanta fermezza a Hezbollah che i militari italiani non si possono toccare. Se pensano di continuare a fare danni alle basi italiane hanno sbagliato».
WEST BANK
Mentre questa mattina il neo nominato ministro della Difesa Israel Katz ha annunciato che le autorità israeliane cesseranno di tenere i coloni ebrei nella Cisgiordania occupata in detenzione amministrativa, ovvero incarcerazione senza processo. Katz ritiene «inappropriato che Israele impieghi la detenzione amministrativa contro i coloni che affrontano gravi minacce terroristiche palestinesi e ingiustificate sanzioni internazionali».
LE REAZIONI ALLA SENTENZA DELLA CPI
«Conto di incontrare presto esponenti del governo israeliano e se Benjamin Netanyahu venisse in Italia sarebbe il benvenuto. I criminali di guerra sono altri»: il segretario della Lega e vicepremier italiano, Matteo Salvini, a margine dell'Assemblea nazionale di Anci, in corso a Torino, ha preso posizione sulla sentenza della Corte penale internazionale che giovedì 21 novembre ha emesso un mandato di cattura per il premier israeliano e per l’ex ministro della Difesa, Yoav Gallant.
«Non entro nel merito delle dinamiche internazionali. Israele è sotto attacco da decenni, i cittadini israeliani vivono con l'incubo dei missili e con i bunker sotto le case da decenni. Adesso dire che il criminale di guerra da arrestare è il premier di una delle poche democrazie che ci sono in Medio Oriente mi sembra irrispettoso e pericoloso perché Israele non difende solo se stesso, ma anche le libertà, le democrazie e i valori occidentali. Mi sembra evidente che sia una scelta politica dettata da alcuni paesi islamici che sono maggioranza in alcuni istituzioni internazionali», ha aggiunto Salvini.
Il ministro degli Esteri Antonio Tajani, anche lui a Torino con l’Anci, ha detto che «rispetta la decisione della Cpi» ma questa «deve svolgere sia un ruolo giuridico e non politico». E ha aggiunto: «Esamineremo le carte per capire quali sono le motivazioni che hanno portato la Corte a fare questa scelta. Questa è la linea del nostro presidente del Consiglio che io ho il dovere di attuare».
Angelo Bonelli, segretario dei Verdi, ha risposto al segretario della Lega: «Netanyahu non è il benvenuto in Italia e va arrestato. Salvini non si cura minimamente del sangue, del dolore, delle vite umane perse a Gaza. Tutto ciò non gli interessa».
Per la Russia le decisioni della Corte penale internazionale (Cpi) sono «insignificanti» e «non c'è motivo di commentarle», lo ha detto il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, in merito agli ordini di arresto nei confronti del premier israeliano Benyamin Netanyahu e l'ex ministro della Difesa Yoav Gallant.
Nella serata di giovedì aveva parlato anche il ministro della Difesa, Guido Crosetto, che ha detto che anche se «la sentenza della Cpi è sbagliata, l’Italia dovrà applicarla, non per decisione politica ma per applicazione di una normativa internazionale».
In mattinata si era espresso anche Viktor Orbán, il cui paese detiene la presidenza Ue quest’anno: il presidente ungherese ha detto che sfiderà la sentenza della Corte penale internazionale e inviterà il premier israeliano: «Lo inviterò in Ungheria, dove posso garantirgli che la sentenza della Corte penale internazionale non avrà alcun effetto». Netanyahu lo ha ringraziato «elogiandone la chiarezza morale».
Il capo delle guardie rivoluzionarie iraniane, il generale Hossein Salami, ha detto invece che la sentenza è «la fine e la morte politica di Israele. Questo significa la fine e la morte politica del regime sionista, un regime che oggi vive in un assoluto isolamento politico nel mondo e i suoi funzionari non possono più viaggiare in altri paesi».
Il dipartimento della Difesa degli Stati Uniti ha contestato i mandati di arresto: la portavoce del Pentagono Sabrina Singh ha detto che Washington «respinge fondamentalmente la decisione della Corte penale internazionale e ha espresso preoccupazione «per la fretta del procuratore di emettere mandati d'arresto». Si è espresso anche il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha definito il provvedimento «oltraggioso». E ha aggiunto in una nota che «non esiste alcuna equivalenza tra Israele e Hamas. Nessuna. Noi rimarremo sempre al fianco di Israele contro le minacce alla loro sicurezza».
Francia e Germania invece hanno deciso di non sbilanciarsi in merito alla decisione della Cpi. Parigi ha detto che prende atto della sentenza, mentre Berlino ha detto che «esaminerà attentamente i due mandati di arresto ma che non farà ulteriori passi finché non sarà prevista una visita in Germania dei diretti interessati».
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