Il gruppo sciita dispone di almeno 150.000 tra razzi e missili, un arsenale che potrebbe mettere in seria difficoltà un sistema che finora ha fermato il 96% dei colpi del nemico
Nell’ipotesi di una guerra totale tra Israele e Hezbollah, che sembra sempre più probabile, gli Stati Uniti sono preoccupati che il sistema antimissilistico israeliano, Iron Dome, possa essere sopraffatto dal vasto arsenale di cui dispone il movimento sciita libanese.
Tale timore è emerso giovedì, quando il consigliere israeliano per la Sicurezza nazionale, Tzachi Hanegbi, e il ministro per gli Affari strategici, Ron Dermer, hanno incontrato Jake Sullivan, consigliere per la Sicurezza nazionale statunitense e il segretario di Stato, Antony Blinken.
L’Iron Dome è un pilastro dell’apparato militare di difesa israeliana, che si è rivelato particolarmente efficace dal 7 ottobre, quando i miliziani di Hamas oltre ad attaccare via terra le zone vicine a Gaza, hanno lanciato centinaia di razzi dalla Striscia.
Tuttavia, anche in quel caso, non è stato infallibile vista la quantità di missili lanciati da Hamas nei primi giorni e settimane di guerra. In alcuni casi, persino quartieri centrali di Tel Aviv sono stati colpiti da schegge di missili neutralizzati dall’Iron Dome.
Si stima che il sistema, costituito da dieci batterie su suolo israeliano capaci di prevedere la traiettoria del missile e farlo esplodere in aria attraverso il lancio di missili teleguidati, abbia avuto un’efficacia pari a circa il 96 per cento contro gli attacchi di Hamas e della Jihad islamica, secondo dati diffusi dall’esercito israeliano (Idf).
Malgrado sia riuscito a proteggere Israele quasi completamente dagli attacchi da Gaza, nel caso di Hezbollah stiamo parlando di un nemico ben più temibile.
Secondo varie stime, il gruppo sciita libanese avrebbe un arsenale di circa 150.000 tra razzi e missili, incluse migliaia di munizioni di precisione.
«Valutiamo che almeno alcune (batterie dell’Iron Dome) sarebbero sopraffatte», ha dichiarato all’emittente americana Cnn un rappresentante senior dell’amministrazione Biden.
Per gli israeliani, questo pericolo si potrebbe materializzare se Hezbollah sferrasse un attacco su larga scala usando armi teleguidate di precisione, che potrebbe mettere in difficoltà il sistema di difesa antimissilistico.
L’Iran, il principale sponsor del gruppo sciita libanese, fornisce da anni missili e altre armi teleguidate di precisione a Hezbollah, che è il soggetto non statale meglio armato al mondo, secondo il think tank Center for International and Strategic Studies.
In particolare, l’Iron Dome potrebbe risultare vulnerabile nella zona nord del Paese, in caso di un attacco massiccio da parte di Hezbollah, secondo quanto alcuni rappresentanti dell’amministrazione israeliana hanno detto alla Cnn di aver spiegato ai propri omologhi Usa.
All’inizio di questo mese, Hezbollah ha pubblicato un video mostrando un proprio drone colpire e danneggiare apparentemente una batteria dell’Iron Dome in una base militare a nord di Israele. La stampa israeliana ha descritto l’episodio come il primo caso documentato in cui il sistema sia stato colpito. L’Idf ha dichiarato di non avere contezza di alcun danno riportato dalla batteria.
Le minacce di Nasrallah
All’escalation militare e di dichiarazioni israeliane di questa settimana, il leader di Hezbollah Hassan Nasrallah ha risposto avvertendo che «nessun luogo» in Israele sarà risparmiato dalle armi del gruppo, che, in caso di una guerra totale col Paese ebraico, combatterà «senza regole» e «senza limiti».
«Il nemico sa bene che ci siamo preparati al peggio e che nessun luogo… sarà risparmiato dai nostri missili», ha dichiarato Nasrallah mercoledì, durante una cerimonia di commemorazione di un comandante di Hezbollah, Taleb Abdullah, ucciso dagli israeliani in un attacco aereo la settimana scorsa insieme ad altri tre ufficiali del gruppo.
Hezbollah ha più volte dichiarato di non essere disponibile a fermare le ostilità con Israele, fino a quando la guerra a Gaza continuerà.
Un’escalation del conflitto sarebbe devastante anche per il Libano, dove Hezbollah opera come uno stato nello stato, visto che Israele potrebbe arrivare a colpire anche la capitale Beirut e altre città densamente popolate.
Il ministro della Difesa israeliano, Yoav Gallant, che all’indomani del 7 ottobre aveva insistito affinché si sferrasse un attacco preventivo nei confronti di Hezbollah, ipotesi poi accantonata all’ultimo momento, ha detto in una famosa dichiarazione che «Israele avrebbe fatto tornare il Libano all’età della pietra», in caso di guerra totale.
Nell’ultimo conflitto tra i due paesi nel 2006, Israele fu criticato duramente da varie organizzazioni per i diritti umani per l’uso eccessivo della forza, avendo colpito una serie di obiettivi civili associati a Hezbollah, come banche, scuole e sedi politiche, e infrastrutture civili.
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