I magistrati sospendono il licenziamento del capo dell’intelligence. Intanto l’Idf distrugge l’ospedale turco-palestinese a Gaza. Feriti due dipendenti Onu francesi nei raid dei giorni scorsi
Non si arresta lo scontro interno allo stato ebraico. Dopo le critiche del presidente Isaac Herzog, il premier israeliano Benjamin Netanyahu è arrivato allo scontro anche con le opposizioni e la magistratura per il licenziamento del capo dello Shin Bet, Ronen Bar. Il gabinetto di guerra ha votato all’unanimità la sua cacciata dopo che il premier lo ha definito come «debole» e non adatto per «riabilitare l’organizzazione».
Le opposizioni hanno presentato una petizione all’Alta corte di giustizia per vietare il licenziamento e immediata è stata la risposta. I giudici hanno emesso un’ingiunzione temporanea per impedire il licenziamento e vagliare la petizione.
Bar e Netanyahu sono arrivati all’epilogo dopo mesi di attacchi non troppo velati che si sono lanciati a vicenda. Dall’indagine aperta riguardo al Qatargate (nel quali erano coinvolti consiglieri del premier) alle inchieste sul «terrorismo ebraico» fino ad arrivare al rapporto interno sull’attacco del 7 ottobre 2023 nel quale si evidenziano anche responsabilità politiche nel rafforzamento di Hamas. Tra i due si è creata una rottura inevitabile. Come se non bastasse, Bar aveva accusato Netanyahu di mandare all’aria i negoziati che seguiva in prima persona.
«In base alla decisione della Corte Suprema, è vietato intraprendere qualsiasi azione che mina lo status del leader dello Shin Bet, Ronen Bar», ha scritto la procuratrice generale Gali Baharav-Miara in un messaggio a Netanyahu. «È vietato nominare un nuovo capo dello Shin Bet e non è nemmeno consentito condurre colloqui per il posto», ha aggiunto.
Un messaggio che non è andato giù a diversi ministri del governo e allo stesso premier. «Non ci sarà nessuna guerra civile! Israele è uno stato di diritto e, in base alla legge, il governo decide chi sarà il capo dello Shin Bet», ha scritto Netanyahu su X. Dopo l’epurazione del ministro della Difesa Yoav Gallant e quella di Bar, la prossima purga riguarderà proprio la procuratrice Baharav-Miara. Domenica, infatti, il governo voterà la mozione di sfiducia presentata dal ministro della Giustizia Yariv Levin.
«Sotto la sua guida, l'ufficio del procuratore generale è diventato un’autorità politica tirannica, che agisce come il lungo braccio dell’opposizione», si legge nella mozione di sfiducia. Lo scontro interno alle istituzioni ebraiche hanno alimentato le proteste già in corso da quando Israele ha ricominciato i bombardamenti su Gaza.
Ospedale distrutto
L'esercito israeliano ha imposto le evacuazioni di tre villaggi nel sud della Striscia, dove è stato ucciso Osama Tabash, capo dell’intelligence militare di Hamas. La conta dei morti aumenta di giorno in giorno e coinvolge soprattutto civili: donne, anziani e bambini (per l’Unicef Israele ne ha uccisi 200 da martedì).
Non solo, ieri l’Idf ha annunciato di aver fatto esplodere, distruggendolo, l’ospedale dell’amicizia turco-palestinese. Sebbene fosse in disuso era l’unica struttura dotata di un reparto oncologico a Gaza. Una decisione che ha scatenato l’ira del ministro degli Esteri turco.
L’omologo francese ha invece espresso la sua «costernazione» nei confronti di Tel Aviv annunciando il ferimento di due suoi cittadini dipendenti Onu nei raid dei giorni scorsi, nei quali invece è morto un dipendente bulgaro. Non si ferma però la diplomazia per ritornare alla tregua. Ieri Vladimir Putin ha avuto un colloquio telefonico con l’emiro del Qatar, Tamim bin Hamad Al Thani.
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