Almeno nove persone sono morte in un raid aereo israeliano a Beit Lahiya nel nord della Striscia di Gaza. Tra queste ci sarebbero anche tre giornalisti locali, uno di loro ha lavorato in passato per l’agenzia di stampa nazionale turca Anadolu.

Si tratta di uno degli attacchi più mortali avvenuti a Gaza da quando è entrata in vigore la tregua lo scorso 19 gennaio. Secondo il ministero della Salute di Hamas da quando è entrato in vigore il cessate il fuoco sono morte almeno cento persone nella Striscia. 

È salito a 48.543 morti e 111.981 feriti il bilancio delle vittime nella Striscia di Gaza dal 7 ottobre 2023. Nelle ultime 48 ore sono stati recuperati 12 cadaveri dalle macerie.

«Israele ha commesso un orribile massacro nella Striscia di Gaza settentrionale prendendo di mira un gruppo di giornalisti e operatori umanitari, in una palese violazione dell'accordo di cessate il fuoco», ha detto il portavoce di Hamas, Hazem Qassem.

Disastro umanitario

Il comune di Rafah, nell'estremo sud della Striscia di Gaza, ha interrotto la distribuzione idrica a causa del blocco israeliano e della mancanza di carburante. «Stiamo affrontando un disastro umanitario incontenibile a causa della chiusura dei pozzi d'acqua in città», si legge in una nota del comune. Una settimana fa Israele ha annunciato di aver bloccato la fornitura di energia elettrica alla Striscia di Gaza per aumentare la pressione sul movimento islamista palestinese Hamas, con cui sono in corso i negoziati per il proseguimento dell'accordo di cessate il fuoco e rilascio degli ostaggi.

Ma al momento non giungono buone notizie sul fronte diplomatico. Funzionari palestinesi hanno dichiarato al canale arabo della Bbc che i colloqui tra Hamas e Israele per la prosecuzione dell'accordo per il cessate il fuoco e il rilascio degli ostaggi a Gaza sono falliti, citando le grandi divergenze tra le due parti, nonostante una serie di incontri con mediatori del Qatar e dell'Egitto

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