- Il 17 giugno all’aeroporto di New York un aereo di Ita Airways in partenza per Fiumicino ha urtato un jet della compagnia Air France. Avvertita dall’equipaggio francese la torre di controllo ha chiesto chiarimenti all’equipaggio italiano che ha negato e proseguito nel suo piano di volo
- In questi casi gli aerei vengono tenuti fermi e sottoposti a scrupolose verifiche di sicurezza per evitare che i velivoli possano mettersi in volo in condizioni non ottimali di sicurezza
- L’aereo francese è rimasto fermo in aeroporto per almeno 64 ore, quello italiano ha proseguito per Roma.
Un aereo di Ita Airways in fase di decollo dall’aeroporto John Fitzgerald Kennedy di New York alcuni giorni fa ha urtato un aereo Air France. I due velivoli sono risultati danneggiati, ma mentre quello francese è rimasto per precauzione fermo a terra a New York per almeno 64 ore per consentire gli accertamenti e gli interventi del caso, l’aereo di Ita ha proseguito per Roma.
È arrivato senza ulteriori incidenti a Fiumicino otto ore dopo e solo allora è stato fermato per 46 ore. La notizia è stata data dal sito statunitense Aviation Herald specializzato nelle informazioni sugli incidenti aerei. Il sito fornisce particolari inquietanti sull’accaduto.
Secondo quanto riportato l’equipaggio dell’aereo francese ha segnalato alla torre di controllo l’incidente e la torre di controllo a sua volta ha chiesto conferma all’equipaggio italiano che però ha negato di essere rimasto danneggiato e ha preferito proseguire il suo piano di volo.
L’aereo Ita coinvolto è un Airbus A330-200 con la sigla EI-EJL e il volo AZ 611 da New York a Roma tra il 17 e il 18 giugno. L’aereo francese è un Boeing B772 con la sigla F-GSPG e il volo AF-8 partito da Parigi Charles De Gaulle e atterrato a New York. Sulla stessa tratta Roma-New York più di un mese e mezzo fa, nella notte tra il 30 aprile e il primo maggio si era verificato un altro episodio in cui era stato coinvolto un aereo di Ita Airways che aveva messo a rischio la sicurezza del volo.
In quell’occasione, mentre il jet stava sorvolando il territorio francese, l’equipaggio non aveva risposto per un’ora e 12 minuti alle chiamate radio delle torri di controllo transalpine. C’erano stati lunghi momenti di tensione e le autorità aeronautiche francesi avevano fatto decollare i caccia per poter capire che cosa stesse succedendo e per prevenire eventualmente ogni possibile minaccia.
Il volo fantasma
Una volta atterrato a Fiumicino l’aereo era stato sottoposto ad accurate verifiche e numerosi controlli, era stata aperta un’indagine e il pilota era stato prima convocato dai dirigenti della compagnia e poi sbrigativamente licenziato con la motivazione che le dichiarazione fornite per la spiegazione dell’accaduto non sarebbero state veritiere e quindi si sarebbe interrotto il rapporto di fiducia che avrebbe dovuto legarlo all’azienda.
Al momento non è stato chiarito che cosa sia effettivamente successo in quel lungo intervallo di tempo in cui l’aereo Ita ha volato sui cieli francesi come un velivolo fantasma.
Tra le ipotesi prese in considerazione c’è che il comandante si sia addormentato davanti alla cloche mentre il secondo pilota stava facendo napping, cioè il riposino, un comportamento tollerato dalle autorità aeronautiche per la sicurezza, ma formalmente mai autorizzato. Il resto dell’equipaggio o non si sarebbe reso conto di ciò che stava succedendo oppure avrebbe ricevuto dai piloti o dal comandante l’indicazione di non disturbare.
Il nuovo episodio avvenuto alcuni giorni fa a New York presenta caratteristiche ancora più gravi di quelle già preoccupanti del volo del 30 aprile. Le inchieste che sicuramente saranno aperte cercheranno di stabilire con esattezza ciò che è successo. Quello che sembra certo è che c’è l’equipaggio dell’aereo francese che contatta la torre di controllo avvertendo che l’aereo è stato colpito presumibilmente dall’ala dell’aereo italiano.
C’è la torre di controllo che chiede spiegazioni all’equipaggio dell’aereo italiano che però nega l’accaduto e prosegue per conto suo in direzione di Roma. Sui social frequentati dai piloti circolano foto di particolari di due aerei segnalati come quelli coinvolti nell’incidente di New York in cui si notano i danni sulle ali attribuiti all’urto. Ita, tramite una nota, afferma «che non vi è stata nessuna situazione di pericolo». L’airbus A33O «aveva tutti i parametri nella norma, dunque ha effettuato la navigazione senza problemi», dicono.
Comandante esperto
A differenza dell’episodio del 30 aprile quando ai comandi c’era un comandante definito dall’indagine interna alla compagnia non sufficientemente esperto sul lungo raggio, questa volta alla cloche c’era uno dei piloti ritenuti più esperti, un capo settore sugli A330 in Alitalia e ora passato a Ita. Le inchieste cercheranno di stabilire i motivi del suo comportamento.
Un’ipotesi è che non si sia davvero reso conto di aver urtato con l’ala il Boeing francese e quindi nonostante l’intervento della torre di controllo abbia ritenuto di poter volare in sicurezza verso Roma. Un’altra ipotesi è che si sia invece accorto dell’incidente, ma senza aspettare le verifiche degli ispettori in pista, abbia ritenuto l’accaduto non grave tanto da decidere per conto proprio che era più opportuno proseguire.
I piloti con cui Domani ha parlato tendono a considerare il comportamento del comandante come il risultato delle fortissime pressioni che l’azienda sta esercitando da tempo sugli equipaggi sottoponendoli a carichi di lavoro giudicati massacranti e pericolosi. In ogni caso sulla tratta da New York a Roma ha volato un aereo potenzialmente in condizioni di sicurezza non ottimali.
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