Julian Assange è un uomo libero ed è atterrato a Canberra dove ha incontrato i suoi amici e famigliari. Questa mattina si era presentato con i capelli raccolti, in abito scuro e con la cravatta ocra davanti al giudice del tribunale di Saipan nelle Isole Marianne. Per oggi 26 giugno era stata fissata l’udienza in cui è stato condannato a cinque anni di carcere, già scontati nell’istituto penitenziario di Belmarsh nel Regno Unito. Dopo oltre dieci anni di calvario la sua vicenda giudiziaria si è chiusa con la libertà dopo il patteggiamento ottenuto nei giorni scorsi.

In aula, Assange si è dichiarato colpevole di uno dei 18 capi d’accusa di cui era imputato, ovvero quello di «cospirazione per ottenere e diffondere informazioni sulla difesa nazionale». Assange, tramite la piattaforma WIkiLeaks da lui fondata ha pubblicato infatti oltre 300mila documenti riguardanti le missioni militari degli Stati Uniti in Iraq e Afghanistan, oltre al trattamento dei detenuti nel carcere di Guantanamo. «Con questo pronunciamento, sembra che lei potrà uscire da quest’aula di tribunale da uomo libero», ha detto in aula la giudice Ramona Manglona.

Durante il suo intervento in aula, Assange ha sottolineato che a suo parere «il Primo emendamento e l'Espionage act sono in contraddizione tra loro». E ha aggiunto: «Accetto che sarebbe difficile vincere una causa del genere date tutte queste circostanze». Secondo il primo emendamento della costituzione americana «il Congresso non promulgherà leggi per il riconoscimento ufficiale di una religione, o che ne proibiscano la libera professione; o che limitino la libertà di parola, o della stampa; o il diritto delle persone di riunirsi pacificamente in assemblea e di fare petizioni al governo per la riparazione dei torti». L’Espionage act, invece, è la legge che secondo il governo americano Assange avrebbe violato divulgando i documenti ottenuti dalla soldata statunitense Chelsea Manning. «Ho incoraggiato la mia fonte a fornire materiale classificato», ha detto Assange di fronte al giudice, riferendosi a Manning, la quale ha ottenuto la grazia dal presidente democratico Barack Obama nel 2017 dopo che aveva scontato quattro dei 35 anni di prigione a cui era stata condannata.

Le reazioni

«Julian lascia il tribunale federale di Saipan da uomo libero. Non riesco a smettere di piangere», ha scritto su X la moglie svedese-spagnola di Assange. 

«Potrà trascorrere del tempo con sua moglie Stella e i suoi due figli, potrà camminare su e giù sulla spiaggia e sentire la sabbia tra le dita dei piedi in inverno e sarà in grado di imparare come essere paziente e giocare con i tuoi figli per un paio d'ore: tutta la grande bellezza della vita ordinaria», ha detto il padre di Assange John Shipton. Il fratello Gabriel, invece, ha annunciato che la famiglia e i legali hanno intenzione di chiedere la grazia al presidente Joe Biden, in modo tale che questa condanna «sia cancellata dai libri di storia».

«Oggi è un giorno storico che pone fine a 14 anni di battaglie legali», ha detto fuori dal tribunale a Saipan l’avvocato Robinson. «Si conclude anche un caso che è stato riconosciuto come la più grande minaccia al primo emendamento (della Costituzione americana) del 21esimo secolo».

Il premier australiano Antony Albanese è intervenuto sull’ammissione di colpevolezza di Assange: «È uno sviluppo positivo ma sappiamo anche che queste procedure sono delicate e devono essere rispettate», ha detto davanti ai giornalisti a Canberra. Il premier australiano ha aggiunto: «Mi ha fatto molto piacere essere la prima persona con cui ha parlato. Ha lodato gli sforzi del governo australiano. Credo nella difesa dei cittadini australiani». In una nota il Dipartimento di Giustizia americano ha fatto sapere che Assange non potrà tornare negli Stati Uniti senza autorizzazione.

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