Sette feriti nella capitale Ucraina e nelle zone limitrofe, mentre due attacchi a Kherson a edifici residenziali hanno causato la morte di tre persone. Dopo le dure parole di ieri di Zelensky all’Onu, Varsavia vuole interrompere le forniture
Mentre a New York va avanti l’assemblea generale delle Nazioni unite, dove si consuma la crisi tra Kiev e Varsavia – che i ministri dell’agricoltura di entrambi i paesi stanno adesso tentando di risolvere – l’Ucraina si sveglia con nuovi bombardamenti. Intanto una pioggia di missili ha colpito Kiev e le zone limitrofe. Numerose strutture civili sono state danneggiate e il Kyiv Indipendent ha riportato che almeno sette sono i feriti, tra cui un 18enne e una bambina di 9 anni.
Le altre cinque persone sono rimaste ferite nel distretto Darnytskyi di Kiev dopo che i detriti hanno causato un incendio in una stazione di servizio e hanno frantumato le finestre del vicino edificio a due piani. A Kherson l’esercito russo ha preso di mira due edifici residenziali uccidendo in tutto tre persone.
Gli ucraini nel frattempo continuano a colpire la Crimea sperando di sfondare le linee russe prima dell’inverno. Il Cremlino ha fatto sapere di aver abbattuto i 22 droni lanciati da Kiev. L’altra regione chiave per la controffensiva è quella di Zaporizhzhia, sede della centrale nucleare con più elevata produzione elettrica in Europa.
La Russia si è detta pronta a «continuare la sua cooperazione con l’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea) al fine di frenare le minacce poste alla centrale nucleare di Zaporizhzhia da parte di Kiev». Queste sono state le parole del ministro degli Esteri russo, Sergej Lavrov, a seguito dell’incontro con il capo dell’Aiea Rafael Grossi a margine della 78esima sessione dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite.
E se il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, ha dichiarato che sono pronti nuovi aiuti militari per Kiev – anche se non gli attesissimi Atacms, razzi a lungo raggio – dopo le parole di ieri di Zelensky, il primo ministro polacco Mateusz Morawiecki ha annunciato che Varsavia non fornirà più armi a Kiev.
I due paesi da qualche mese vivono infatti delle tensioni a causa dell’embargo imposto da Varsavia sull’import di grano di Kiev. Il governo polacco vuole proteggere i propri agricoltori, che costituiscono anche una delle principali basi elettorali del partito al governo. Un passo avanti verso la risoluzione delle tensioni però è stato tentato dai ministri Agricoltura dei due paesi, l’ucraino Mykola Solsky e il polacco Robert Telus.
I due si sono telefonati oggi e dal comunicato pubblicato sul sito del ministero ucraino si legge che «è previsto nei prossimi giorni un negoziato tra Kiev e Varsavia sulla questione dell’export del grano». Non solo i due ministri hanno «confermato i rapporti stretti e costruttivi che hanno ripetutamente dimostrato» e espresso l’intenzione di trovare anche «un’operazione di cooperazione sull’esportazione, tenendo conto dei reciproci interessi». tenendo conto di ciò, hanno concordato di elaborare nel prossimo futuro un'opzione di cooperazione sulle questioni relative all'esportazione.
Faccia a faccia Lavrov-Zelensky
Ma non è stato l’unico punto di frizione in un’Assemblea generale quanto mai opaca. Ieri per la prima volta in quasi dodici mesi, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky si è trovato faccia a faccia con uno dei membri del governo russo che la guerra l’ha scatenata, ossia Lavrov.
Il leader di Kiev ha parlato in apertura definendo «illegittima» la presenza di Mosca all’interno del Consiglio di sicurezza dell’Onu. Una volta finito il suo discorso si è però alzato e ha abbandonato la sala, rifiutandosi di ascoltare le parole del ministro russo. La cui replica non si è fatta attendere, definendo Zelensky «un pupazzo degli Stati Uniti» che sarebbe in realtà costretto a negoziare con la Russia «se Washington glielo ordinasse».
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