Prosegue l’avanzata ucraina in territorio russo, dove sono stati colpiti tre ponti nella regione del Kursk, distrutti nel tentativo di interrompere le vie di rifornimento, rallentare le capacità logistiche di Mosca e di consolidare i territori conquistati fino ad ora. L’esercito russo continua a concentrare le sue forze nel Donbass. Obiettivo dell’offensiva è la città di Pokrovsk. I residenti hanno due settimane di tempo per evacuare completamente la zona.

L’avanzata ucraina

Le forze ucraine hanno abbattuto il terzo ponte sul fiume Seym nella regione russa di Kursk. Adesso non resta più disponibile nessun ponte per il rifornimento delle forze russe dispiegate in quella zona. Nel frattempo sono più di 120mila le persone che sono state evacuate da nove distretti della regione di Kursk. Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha ribadito che le sue truppe stanno raggiungendo gli obiettivi prefissati, ottenendo un gran numero di prigionieri. Il presidente ha specificato come tra gli obiettivi della controffensiva che servono a «distruggere il più possibile il potenziale bellico russo» ci sia quello di creare una zona cuscinetto in territorio nemico. Al momento le forze armate ucraine situate a Kursk si stanno ridistribuendo nel tentativo di lanciare un nuovo attacco in un’altra area, ma, secondo fonti russe, Mosca sta mantenendo sotto controllo la situazione.

Le forze russe in Donbass

Nonostante l’avanzata di Kiev verso Kursk, le forze russe stanno avanzando a loro volta nell’Ucraina orientale. Secondo l’Institute for the Study of War (Isw), l’esercito russo ha ridotto il numero di attacchi aerei su Kharkiv per concentrare le proprie forze nell’oblast di Donetsk. La vice prima ministra ucraina Iryna Vereshchuk ha esortato tutti i residenti di Pokrovsk e di altri insediamenti vicini a evacuare, dato che Pokrovsk è l’obiettivo dell’offensiva russa nell’est dell’Ucraina. Al momento le forze russe si troverebbero a meno di tredici chilometri dalla città. Pokrovsk è nel mirino delle forze russe da settimane: la sua conquista rappresenterebbe un notevole passo in avanti nell’avanzata russa della regione di Donetsk. Mosca avrebbe il controllo di un’importante linea di rifornimento ucraina. Da oggi inizierà l’evacuazione forzata dei bambini dalla città; sono più di 53mila le persone che vivono nella zona, tra cui quasi 4mila bambini.

No ai negoziati

Sabato il Washington Post ha rivelato che l’Ucraina e la Russia avrebbero dovuto inviare delegazioni a Doha per negoziare un accordo sugli attacchi alle infrastrutture energetiche. I colloqui sarebbero però stati ostacolati dall’incursione ucraina in territorio russo. Tale notizia è stata smentita dalla portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, che ha negato l’esistenza dei colloqui e dunque della loro interruzione. Il ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov ha detto che è impossibile di parlare di negoziati «dopo l’invasione del territorio della regione di Kursk».

Inoltre, l’assistente presidenziale russo Yuri Ushakov, ha detto in un’intervista alla testata russa Life, che per la Russia sarebbe «totalmente fuori luogo» iniziare dei negoziati in questo momento, considerata l’offensiva ucraina. Ushakov ha anche parlato delle proposte di pace fatte dalla Russia a giugno e rispondendo alla domanda se queste siano adesso state scartate, ha risposto che «non sono state cancellate», ma semplicemente sospese. Tra le richieste della proposta di pace russa vi era anche quella di riconoscere Crimea, Sebastopoli, Donetsk, Lugansk, Kherson e Zaporizhzhia come parte del territorio della Federazione Russa, oltre che di far mantenere all’Ucraina uno «status neutrale».

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