- Un anno fa, il 2 di maggio 2022 a voler esser precisi, la Cia aveva piazzato sul proprio canale YouTube un video che spiegava “Come stabilire un contatto virtuale sicuro con la Central Intelligence Agency degli Stati Uniti”.
- L’iniziativa – che aveva portato quasi 180mila visualizzazioni e un migliaio di like – è stata replicata incuriosendo chi si era perso la precedente edizione.
- Il filmato appena condiviso online è un vero e proprio spot che simula momenti della giornata di possibili cittadini russi che, a disagio per quel che sta succedendo in Ucraina e preoccupati per il futuro della loro nazione, prendono la difficile e sofferta decisione di mettersi in contatto con l’Agenzia americana per fornire una versione “non filtrata” su fatti, eventi e persone.
Un anno fa, il 2 di maggio 2022 a voler esser precisi, la Cia aveva piazzato sul proprio canale YouTube un video che spiegava “Come stabilire un contatto virtuale sicuro con la Central Intelligence Agency degli Stati Uniti”.
L’iniziativa – che aveva portato quasi 180mila visualizzazioni e un migliaio di like – è stata replicata incuriosendo chi si era perso la precedente edizione e ha intravisto una manovra originale e innovativa da parte del direttore William Burns dal 2021 in sella alla più potente macchina dello spionaggio. Il quartier generale di Langley non ha mai disdegnato l’utilizzo dei social media, ritenendoli uno strumento importante per far conoscere organizzazione e funzioni di quella realtà i cui misteri sono secondi solo alla leggendaria Area 51. Al contempo la Cia reputa questa modalità proficua per mantenere un valido contatto l’esterno e attivare processi di acquisizione informativa altrimenti difficilmente avviabili.
Il video
Il filmato appena condiviso online è un vero e proprio spot che simula momenti della giornata di possibili cittadini russi che, a disagio per quel che sta succedendo in Ucraina e preoccupati per il futuro della loro nazione, prendono la difficile e sofferta decisione di mettersi in contatto con l’Agenzia americana per fornire una versione “non filtrata” su fatti, eventi e persone.
La Cia – senza mezzi termini – dichiara di voler sapere la verità sulla Russia e di essere alla ricerca di soggetti affidabili ed informati che siano in grado di squarciare il velo della “disinformatia”. L’invito a collaborare è esplicito: «Le tue informazioni potrebbero essere più preziose di quanto pensi».
La Cia tiene a sottolineare le varietà delle motivazioni che possono spingere a stabilire un contatto e rimarca che la sua priorità è assicurare la massima protezione a chi collabora, ovunque si trovi. Chiarita la disponibilità a garantire la tutela degli interlocutori, l’Agenzia si rivolge in maniera esplicita a chi opera nelle Forze Armate, nel campo dell’intelligence, della diplomazia, della scienza, dell'alta tecnologia e a chi eventualmente ha a che fare con persone che lavorano in quei settori.
Il video è corredato da una serie di dettagliate istruzioni per stabilire una connessione sicura con i servizi segreti degli Stati Uniti d’America e il suggerimento è quello di avvalersi di Tor, che non è la divinità del fuoco della mitologia scandinava ma la soluzione adorata dai miscredenti di Internet per guadagnarsi l’anonimato e raggiungere mete dal sapore proibito. Parliamo di The Onion Ring, l’architettura telematica stratificata come una cipolla che protegge gli insediamenti telematici dallo sguardo indiscreto degli impiccioni.
Gli agenti della Cia prendono per mano l’auspicato delatore, insegnandogli le elementari dinamiche per muoversi in Rete senza lasciare eccessive tracce e soprattutto limitando il rischio di essere pedinato da chi controlla spostamenti e relazioni che possano nuocere alla sicurezza della Grande Madre Russia.
Chi vuole “tradire” Putin viene guidato passo dopo passo e subito gli viene detto di non avere fretta. “Una volta stabilito il contatto, ti preghiamo di pazientare” si legge sulla pagina di YouTube @CentralIntelligenceAgency.
Esaminare le soffiate
Bisogna infatti dare il tempo agli analisti americani di esaminare le “soffiate” e studiare la documentazione eventualmente inoltrata. Nel frattempo è immediata la gratitudine per il coraggio dimostrato e l’innesco di ogni cautela volta a dare la necessaria salvaguardia alla “fonte”.
Il collegamento avviene attraverso il portale che la Cia ha implementato nel dark web e di cui viene fornito puntualmente l’indirizzo.
Quest’ultima mossa mette allo scoperto un possibile bersaglio per gli hacker agli ordini dello Zar Vlad, pronti a ostruire la strada o a veicolare false notizie. Probabilmente il link messo a disposizione è solo un primo crocevia, una specie di Check Point Charlie dove – una volta “radiografato” chi si affaccia – comincia il vero e proprio itinerario blindato per chi ha qualcosa da confessare… Qualcuno pensa possa trattarsi di una trappola per acciuffare chi intende mandare fuori uso i sistemi Usa oppure fare controinformazione.
Circa ventimila visualizzazioni nel suo primo giorno di pubblicazione non sono un grande numero se si pensa alle frotte di giornalisti, ficcanaso, appassionati e “cyber-umarell” che in tutto il mondo si sono precipitati su YouTube per dare un’occhiata. Funzionerà? Per il buon esito è ancora presto anche solo per le più azzardate previsioni.
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