Con una crescita delle 0,53 per cento della popolazione è stato fallito l’obiettivo deciso per il 2020. Secondo gli esperti pesano le discriminazioni sul lavoro per le donne in maternità e la bassa spesa pubblica per i servizi all’infanzia
La Cina rischia di affrontare una crisi demografica senza precedenti. Come riporta il Guardian il paese ha registrato la crescita della popolazione più lenta dai primi anni Sessanta, nonostante la rottamazione della politica del figlio unico nel 2015 per incoraggiare le nascite.
Secondo l’ultimo censimento cinese, negli ultimi dieci anni il paese ha registrato una popolazione di 1,41178 miliardi, in aumento del 5,38 per cento. Ma se la crescita media annua dal 2000 al 2010 era del 0,57 per cento, nell’ultimo decennio si è abbassata allo 0,53.
Questo ha permesso di evitare il picco di popolazione precoce temuto dagli analisti, ma anche di aver mancato l’obiettivo di crescita fissato nel 2016 di raggiungere 1,42 miliardi di persone entro il 2020.
Il censimento ha rilevato che la percentuale di cittadini con più di 65 anni è aumentata dall’8,9 per cento nel 2010 al 13,5 per cento, mentre la percentuale di bambini è cresciuta solo dell’1,35 per cento e la popolazione attiva è rimasta stabile, evidenziando il rapido invecchiamento della popolazione cinese e le preoccupazioni economiche associate. Ning Jizhe, vice capo del gruppo leader del censimento, ha evidenziato che dietro il calo delle nascite c’è la riduzione delle donne in età fertile e l’aumento del costo per la crescita dei bambini.
A marzo il premier Li Keqiang ha confermato che il paese avrebbe gradualmente aumentato l’età pensionabile, che è rimasta invariata per quattro decenni a 60 anni per gli uomini e 55 per le donne. Ha anche detto che Pechino avrebbe «promosso la realizzazione di una fertilità moderata» e lavorato per raggiungere «un tasso di natalità appropriato». Secondo gli esperti citati dal Guardian nella bassa crescita demografica influisce la discriminazione sul luogo di lavoro delle donne in maternità e la bassa spesa pubblica per i servizi all’infanzia.
I risultati del censimento si basano sui dati raccolti da 7 milioni di dipendenti che hanno iniziato ad andare porta a porta nel novembre 2020. Il rilascio dei dati era stato ritardato di più di un mese, senza dare spiegazioni e questo ha scatenato speculazioni e voci dilaganti, tra cui che ci fossero carenze nei dati a causa dell’impatto della pandemia da Covid-19, o che le nascite si fossero spostate in una direzione non allineata con i piani del governo.
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