Si allunga la lista di paesi che chiedono ai loro cittadini di lasciare il Libano il prima possibile. Stati Uniti, Francia, Regno Unito, Arabia Saudita, Svezia, Italia e ora anche Turchia. «Coloro che non hanno bisogno di restare in Libano dovrebbero lasciare il Libano mentre i voli commerciali sono ancora operativi, se possibile», si legge in una nota diffusa dal ministero degli Esteri turco.

L’escalation militare è imminente e la risposta iraniana all’assassinio del capo politico di Hamas, Ismail Haniyeh, avvenuto a Teheran rischia di essere molto di più che un semplice lancio massiccio di droni come avvenuto lo scorso 13 aprile.

Il 4 agosto il ministro degli Esteri italiano Antonio Tajani ha lanciato un appello ai circa tremila connazionali presenti in Libano secondo la Farnesina. «Visto l’aggravarsi della situazione, invitiamo gli italiani che soggiornano temporaneamente in Libano a non recarsi assolutamente nel Sud del paese ed a rientrare in Italia con voli commerciali il più presto possibile. Invitiamo altresì i turisti italiani a non recarsi in Libano». Un messaggio chiaro. 

Ma neanche lasciare il paese è così semplice. Molte compagnie aeree, tra cui le tedesche Lufthansa e Air France, hanno sospeso i loro voli per Beirut creando disservizi ai passeggeri che dovevano rientrare nei loro rispettivi paesi. Wizz air ha annunciato che interromperà i voli per Tel Aviv e Giordania.

L’Italia sta pensando e organizzando forme alternative di evacuazione in caso di conflitto esteso e prolungato.

Attacco imminente

Secondo quanto riferisce Axios diverse fonti hanno affermato che il Segretario di Stato americano Antony Blinken ha riferito ai ministri degli Esteri dei paesi del G7, in una riunione di domenica 4 agosto, che l’attacco dell'Iran a Israele potrebbe avvenire «nelle prossime 24-48 ore». Tra le ipotesi c’è un massiccio attacco aereo coordinato con gli alleati dell’asse iraniano, Hezbollah in Libano e gli Houthi in Yemen.

Diversi media israeliani riportano anche l’ipotesi che sia Israele stessa ad attaccare preventivamente Teheran. Ieri il segretario alla Difesa degli Stati Uniti Lloyd Austin ha parlato con il ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant per preparare la difesa militare. Nella serata del 4 agosto si è tenuta infatti una riunione dei vertici di sicurezza israeliani con la presenza del primo ministro Benjamin Netanyahu, mentre oggi è attesa a Tel Aviv la visita del generale Michael Erik Kurilla del commando Centcom americano.

I pasdaran

Il capo del Corpo delle Guardie rivoluzionarie islamiche iraniane (Irgc), Hossein Salami, ha detto che Israele si sta «scavando la fossa». «Quando riceveranno un colpo, si accorgeranno che stanno commettendo degli errori. Stanno facendo errori in continuazione», ha affermato Salami nel discorso pronunciato per la Giornata dei giornalisti. «Vedranno il risultato del loro errore», ha proseguito il comandante militare iraniano.

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