In Ucraina il gruppo Wagner si è reso responsabile di alcune tra le peggiori nefandezze di questa guerra. Un ex comandante dei mercenari, Azamat Uldarov, ha ammesso di aver giustiziato civili e persino una bambina di sei anni, in base agli ordini di una scala gerarchica di cui ha citato i comandanti con i nomi di battaglia: Eismann (ispirato a un ufficiale nazista della serie sovietica “Diciassette momenti di primavera”), Kite e in cima lo stesso Evgenij Prigožin.

A conferma delle influenze naziste tra i suoi mercenari, questo Eismann si unisce al noto Dmitry Utkin, che ha battezzato il gruppo col nome Wagner, il compositore preferito di Hitler, ma anche il capo del distaccamento neonazista Rusich, Alexej Milčakov, che ha scelto il nome “Fritz”.

La fondazione di Wagner

Ma il ruolo di Wagner non si limita affatto a quel quadrante geografico, si estende all’Africa e al Medio Oriente. Secondo un’inchiesta del sito giornalistico russo The Bell, nel 2010 furono i vertici della Difesa russa a considerare per la prima volta l’impiego di compagnie militari private. Quell’anno, si tenne a San Pietroburgo un incontro dello Stato Maggiore con l’ex militare sudafricano Eben Barlow, fondatore dell’organizzazione Executive Outcomes, attiva con mercenari in mezzo continente africano, che consigliò ai russi di impiegare gruppi armati privati per operare in una zona grigia di “negazione plausibile” delle proprie azioni. L’idea piacque all’allora Capo di Stato Maggiore, il generale Nikolaj Makarov, che parlava di impiegarle in “delicate operazioni all’estero”, e dal 2012 venne implementata dal suo successore, il generale Valerij Gerasimov, da gennaio 2023 comandante dell’invasione dell’Ucraina.

Nel 2013 ci furono già alcuni tentativi di formare compagnie mercenarie, benché la Costituzione russa vietasse la creazione di gruppi armati in competizione con lo Stato. Ma in Russia, come osserva Brian Whitmore, il diritto è spesso emendato e plasmato dalla verticale del potere. La legislazione lascia una zona grigia che permette in certi termini l’attività mercenaria se la registrazione avviene all’estero ed è funzionale agli interessi del Cremlino.

Il primo caso risale all’ottobre 2013, quando il Moran Security Group, un’azienda di sicurezza privata di San Pietroburgo, registrò ad Hong Kong gli Slavonic Corps, con l’obiettivo di fornire assistenza militare al regime di Bashar al Assad nella guerra civile e proteggere campi petroliferi nel deserto. Circa 270 russi degli Slavonic Corps (tra cui Uktin e Milčakov) furono schierati in Siria ma subirono una sconfitta da parte di ribelli di Homs e furono costretti a lasciare il paese. Al loro ritorno in Russia, due di loro furono arrestati dall’Fsb e condannati per attività mercenaria (prima volta nella storia dell’applicazione di quella norma penale), segnale che quell’iniziativa non era stata approvata dal Cremlino.

La storia di Wagner invece è diversa, fu il governo russo a incaricare Prigožin dell’operazione. Secondo The Bell, inizialmente era contrario al progetto, ma non poteva rifiutare un ordine che arrivava dal Cremlino. Nel 2013 Prigožin finanziò anche la Internet Research Agency, la fabbrica di troll che con il sostegno dell’Fsb è incaricata di diffondere propaganda in Occidente e inquinare l’informazione.

Dmitrij Utkin e il Gru

Nel 2014 cominciò così il reclutamento di ex militari e veterani dei servizi di sicurezza, lo zoccolo duro del gruppo. L’ex tenente colonnello dei servizi militari russi, Dmitrij Utkin, veterano delle guerre cecene, sembra sia stato solo un frontman dell’operazione o un comandante iniziale sul campo, ma non il vero architetto occulto, che è rimasto sempre Prigožin. Utkin è un simpatizzante nazista e si è fatto tatuare sulle clavicole gli alamari delle SS e sul petto l’aquila del Terzo Reich. Sembra anche che la via dell’accampamento di Utkin fosse chiamata dai suoi “Die Straße”. Negli ultimi anni è uscito di scena. È stato fotografato nel dicembre 2016 al Cremlino in compagnia di Putin, dal quale è stato decorato con l’Ordine del Coraggio per il suo servizio in Ucraina, ma da allora non è più stato visto in pubblico né sul campo in Ucraina, forse anche per la scomoda immagine dovuta ai tatuaggi che cozzano con la narrazione di Mosca di lotta ai nazisti ucraini. Vari media come Fontanka e InformNapalm hanno calcolato che almeno 15 membri di Wagner, Utkin compreso, hanno ricevuto decorazioni militari russe dal governo, pur avendo combattuto per un gruppo mercenario privato. Utkin avrebbe accompagnato Prigožin in alcune carceri per il reclutamento dei prigionieri.

 Una serie di indizi porta a pensare che inizialmente Wagner fosse una creatura del Gru (intelligence militare) e delle forze armate russe per il fatto che, nelle conversazioni intercettate nel 2014-2015 dai servizi ucraini, Utkin rispondesse al colonnello del Gru Oleg Ivannikov e al generale Nikiforov dell’esercito russo. Un altro elemento a conferma di questo rapporto diretto con l’apparato militare è il quartier generale di Wagner, ospitato e protetto dentro la base delle forze speciali del Gru a Molkino. Inoltre, il collettivo investigativo Bellingcat ha verificato che l’ufficio speciale di Mosca che emette passaporti per il Gru è quello che li ha forniti anche a operativi di Wagner in Africa. In base ai tabulati telefonici del 2013-2014 ottenuti in Russia, Bellingcat è stato in grado di ricostruire le chiamate di Prigožin in quel periodo ed è emerso uno stretto rapporto con l’amministrazione presidenziale, in particolare con Dmitry Peskov (144 chiamate) e il capo di gabinetto di Putin Anton Vajno (99 telefonate).

Gli altri gruppi mercenari russi

Wagner non è l’unico gruppo privato russo che offre servizi militari e di sicurezza, ma è stato a lungo l’unico di natura organica al regime e funzionale ai suoi interessi. Sono numerose le organizzazioni fondate e finanziate da oligarchi: Enot, Feraks, Mar, con compiti di vigilanza terrestre o marittima. Anche il gruppo Rsb (registrato nelle Isole Vergini Britanniche da Oleg Krinitsyn e attivo in Ucraina) e il Moran (registrato in Belize) si dedicano alla protezione di siti energetici o dei cargo.

Un caso particolare riguarda Redut. Come rivelato da Gulagu.net si tratta di un gruppo mercenario che impiega molti uomini in Ucraina. Secondo Vladimir Osečkin, Redut ha il suo campo di addestramento nella caserma della 16ª Brigata del Gru nell’oblast di Tambov e un migliaio di suoi uomini sono stati mandati a inizio invasione dalla Bielorussia.

Sono attivi anche il battaglione Ural, fondato dal miliardario del rame Igor Altushkin, e un reparto creato dall’imprenditore delle ferrovie Andrej Bokarev. Ultimamente Prigožin ha anche citato il gruppo Potok finanziato da Gazprom, così come Patriot, gestito dal ministro della Difesa, il tuvano Sergej Šoigu.

Neocolonialismo russo in Africa

Wagner è stata impegnata in Donbass dal 2014, ma allo stesso tempo ha espanso le sue attività in Africa e Medio Oriente, sino a creare un vasto impero. Sono stati inviati addestratori e consiglieri politico-militari in numerosi paesi: Repubblica Centrafricana, Mali, Burkina Faso, Libia, Sudan, Guinea, Madagascar, Mozambico e altri. Due tra gli uomini chiave di Wagner in Africa sono Pyotr Byčkov, incaricato da Prigožin di espandere la rete a nuovi paesi, e Yaroslav Ignatovskij, fondatore di Politgen e consigliere strategico che coordina le efficaci campagne di disinformazione in Africa, mirate a destabilizzare alcuni regimi e favorire gli alleati di Mosca.

Il tentativo di colpo di Stato in Sudan da parte delle Rapid Support Forces di Mohamed Hamdan Dagalo ‘Hemeti’ va letto con la lente delle dinamiche interne al paese africano, non c’è insomma un’iniziativa russa dietro il golpe, come si può invece sospettare in Mali e Burkina Faso. È tuttavia noto che le milizie di Hemeti siano state addestrate da Wagner e mantengano rapporti con i russi. Il direttore della Cia William Burns, riporta Jeune Afrique, sta cercando di arginare la penetrazione di Wagner in Sudan sostenendo il generale Burhan e la giunta del Ciad guidata da Deby, insieme ai francesi.

L’oro in Repubblica Centrafricana

Simili sforzi sono compiuti in Repubblica Centrafricana, dove Wagner ha corrotto il governo a tal punto da ottenere la revoca della licenza della società canadese che estraeva l’oro nella miniera di Ndassima e concederla alla russa Midas Resources. Le autorità locali hanno negato l’accesso alla stampa che indagava sugli affari dei mercenari nel paese e nel 2018 tre giornalisti russi sono stati assassinati mentre investigavano le operazioni economiche della società Lobaye, controllata da Prigožin. Secondo le testimonianze raccolte dall’inchiesta di Cnn e The Sentry, i mercenari di Wagner uccidono indiscriminatamente civili vicino alle miniere di oro e diamanti per evitare qualsiasi interferenza. Vari rapporti segnalano che le risorse estratte dalle miniere vengono spedite in Camerun e imbarcate nel porto di Douala per la Russia.

A dicembre 2022, un altro uomo chiave della rete di Prigožin, Dmitrij Sytyj, è rimasto ferito nell’esplosione di un pacco bomba ricevuto nella sede della “Casa Russia” a Bangui e la notizia è stata riportata dal gruppo Concord dello ‘chef di Putin’. Un rapporto della missione delle Nazioni Unite in Centrafrica cita tra i mercenari di Wagner anche combattenti siriani arrivati dalla Libia, che si sono macchiati di crimini contro civili. L’ex ufficiale del Gru Valerij Zakharov è diventato il consigliere per la sicurezza del presidente Touadera e nella capitale un cartellone recita “Russia e Centrafrica mano nella mano, poche parole e tanti fatti”. La propaganda di Wagner ha anche prodotto un film (tra i tanti) che mostra i russi combattere insieme all’esercito centrafricano i ribelli, proiettato nello stadio di Bangui in pompa magna.

Parigi ha sospeso la cooperazione militare con la Repubblica Centrafricana mentre il governo Touadera ha chiesto altri 600 addestratori russi per le sue truppe. Ivan Mečetin è a capo del contingente di Wagner e alle accuse di abusi ha risposto mobilitando ragazzini davanti alla base Onu per chiedere la partenza del contingente internazionale, come denunciato dal senegalese Mankeur Ndiaye alla guida dei caschi blu. Un altro uomo di fiducia di Prigožin in Africa è stato Konstantin Pikalov, ex ufficiale russo che ha fatto da consigliere politico in Madagascar e Repubblica Centrafricana, ma è stato avvistato anche nella Republika Srpska in Bosnia.

Le giunte in Mali e Burkina Faso

In Mali la situazione non è migliore. Gli uomini di Wagner si sono resi responsabili insieme alla giunta militare di massacri di civili nei villaggi frequentati da ribelli e jihadisti. Un tentativo di attribuire ai francesi una strage è stato scongiurato quando un drone militare di Parigi ha ripreso i russi mentre allestivano una finta fossa comune nel deserto. Anche in occasione dei golpe del settembre 2022 in Burkina Faso molte persone sono scese in strada sventolando bandiere russe, perché Prigožin è riuscito a far passare la narrazione di Mosca come paladina dell’anticolonialismo francese ed europeo, mentre in realtà il nuovo colonialismo è proprio quello russo.

Dal mondo arabo all’America Latina

Prigožin ha finanziato anche Saif Gheddafi, figlio del defunto rais libico, tramite il suo uomo a Tripoli Maxim Šugalej, e ha stretto forti legami con il regime del signore della guerra Haftar nella Cirenaica. Proprio nel porto di Bengasi la Russia sperava di poter installare una base semi-permanente per la sua flotta nel Mediterraneo. La Libia e la Siria restano i due principali paesi arabi in cui Wagner esercita un’influenza politico-militare importante, sfruttando la fragilità delle istituzioni devastate dalle guerre civili. Tuttavia, sono emersi anche segnali preoccupanti in America Latina, a cominciare dai regimi di Maduro in Venezuela e quello di Ortega in Nicaragua che hanno accolto addestratori russi, come riportato dal think tank di Washington Csis. Le crisi politiche in Perù, Bolivia ed Ecuador potrebbero favorire l’espansione della presenza russa nella regione, con conseguenze nefaste.

Il cerchio di Putin ha accordato all’imprenditore di San Pietroburgo la libertà di stringere accordi commerciali in Africa, legati all’estrazione delle risorse, e di gestire una diplomazia parallela, ma solo fino a quando è funzionale agli interessi di Mosca. Le ambizioni politiche di Prigožin potrebbero dimostrarsi fatali per l’impero di Wagner.

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