Il governo presentato dal primo ministro Dbeibah ha ottenuto con 121 voti favorevoli la fiducia del parlamento. Il nuovo esecutivo guiderà il paese fino alle prossime elezioni del 24 dicembre. «È un giorno storico» ha dichiarato lo speaker Aguila Saleh della Camera alla fine del voto
Dopo dieci anni di caos e guerra civile, la Libia ha finalmente un nuovo governo. Il parlamento libico ha votato l’approvazione del nuovo esecutivo ad interim guidato dal primo ministro Abdelhamid Dbeibah con 121 voti a favore dei 132 legislatori presenti.
«Questo è un giorno storico per la Camera dei Rappresentanti» ha dichiarato lo speaker Aguila Saleh alla fine del voto. Il gabinetto proposto da Dbeibah comprende 33 ministri e due vice-primi ministri rappresentativi delle diverse aree geografiche e sociali della Libia.
La formazione del governo
Dbeibah è stato eletto il 5 febbraio scorso da 75 delegati del Forum del dialogo politico libico, una sorta di grandi elettori che sotto l’egida dell’Onu a Ginevra hanno votato la creazione del nuovo governo a interim. Insieme a lui è stato scelto anche un consiglio presidenziale composto da tre membri e presieduto da Mohammad Younes Menfi, un diplomatico libico dell’est del paese.
Le sfide
L’obiettivo del governo appena eletto sarà quello di guidare la transizione politica fino alle prossime elezioni che sono previste per il 24 dicembre. La sfida più complicata per i ministri e i funzionari libici sarà quella di rinsaldare l’unità nazionale e mantenere il cessate il fuoco nelle aree in cui il conflitto è più a rischio di ricadute. Fino a qualche settimana fa, infatti, il paese era ancora diviso tra due governi rivali, uno a est e un altro a ovest, ciascuno sostenuto da milizie e potenze straniere.
Tuttavia, già non sono state risparmiate critiche al nuovo primo ministro. Dbeibah è infatti stato accusato di corruzione e traffico d’influenza per aver elargito presunte tangenti dal valore di centinaia di migliaia di dollari ad alcuni delegati prima del voto a Ginevra. Le accuse mettono a rischio la legittimità politica del grande imprenditore di Misurata.
© Riproduzione riservata