- L’assemblea dei vescovi degli Stati Uniti ha eletto i nuovi vertici nel segno della contrapposizione a papa Francesco e al suo magistero di apertura ai segni dei tempi; anche il primato della chiesa statunitense nella lotta agli abusi sessuali viene meno.
- La carriera di mons. Broglio cresciuto all’ombra del card. Sodano, fra difesa d’ufficio della Chiesa nello scandalo abusi e amicizie con i dittatori sudamericani. Il caso dei Legionari di Cristo non è stato l’unico.
- Il nuovo vicepresidente è l’arcivescovo di Baltimora, mons. Lori, esponente di punta del movimento antiabortista. Tuttavia i ‘pro-life’ hanno subito un duro colpo nell’ultima tornata elettorale, non sono infatti riusciti a spuntarla in nessuno dei referendum statali sull’aborto che si sono svolti.
L’episcopato americano ha scelto l’arroccamento anti Francesco: l’assemblea generale dei vescovi, tenutasi a Baltimora dal 14 al 17 novembre, ha infatti rinnovato il vertice della Chiesa Usa individuando per i prossimi tre anni due rappresentanti dell’ala più tradizionalista.
Come presidente della conferenza episcopale è stato eletto l’ordinario militare degli Stati Uniti, monsignor Timothy Broglio, senza un’esperienza pastorale alla guida di una diocesi, ma con alle spalle una lunga carriera diplomatica al servizio dell’ex segretario di Stato, il cardinale conservatore Angelo Sodano, oggi scomparso.
Come vice presidente i vescovi hanno invece scelto William Lori, arcivescovo di Baltimora, capo della commissione pro life della conferenza episcopale, nonché cappellano supremo dei Cavalieri di Colombo, la potente lobby finanziaria cattolica a stelle e strisce.
Sembra quasi che il voto di midterm, con il suo esito imprevisto – la buona tenuta dei democratici e il mancato trionfo repubblicano –, abbia spinto i vescovi a chiudersi ancor di più su posizioni di scontro totale con le culture progressiste, cattoliche e laiche, che percorrono pure il paese.
Contro Francesco
Dal punto di vista ecclesiale, si tratta di una netta presa di distanza dal magistero di papa Francesco, cioè dall’idea di una chiesa che si rimette in ascolto della società per camminare insieme e non contro il proprio tempo, pronta a mettere in discussione potere clericale e antichi privilegi.
Non solo: se l’episcopato americano poteva vantare fino ad oggi un primato, quello di aver fatto prima di altri i conti con l’enormità dello scandalo abusi sessuali; ora le cose, almeno in parte, cambiano. Broglio ha ricoperto infatti, per lunghi e cruciali anni, dal 1990 al 2001, il ruolo di segretario particolare del cardinale Sodano in Vaticano.
Quest’ultimo è stato ripetutamente accusato – fra gli altri dalla rivista dei gesuiti d’Oltroceano, America – di aver protetto il fondatore dei Legionari di Cristo, padre Marcial Maciel, figura oscura di predatore sessuale seriale, nonché accumulatore di ricchezze, gran corruttore e promotore del culto della personalità nel movimento da lui stesso fondato.
Ma Sodano, in generale, ha sempre difeso la chiesa dalle accuse di abusi sessuali invocando come causa scatenante dello scandalo complotti e aggressioni ideologiche (sul tema si scontrò anche con il cardinale Christoph Schoenborn, attuale arcivescovo di Vienna, che criticava gli insabbiamenti).
Non solo: il suo nome è legato anche all’ascesa di un’altra figura nera della chiesa latinoamericana, si tratta di quel Fernando Karadima (anch’egli oggi scomparso), sacerdote cileno potente come un cardinale, abusatore sessuale e in ottimi rapporti con la giunta militare del dittatore Augusto Pinochet, come del resto buone relazioni con il dittatore cileno vantava il cardinale Sodano.
Le protezioni di cui ha goduto Karadima negli anni, hanno portato a uno scandalo che ha avuto come conseguenza la decapitazione dell’episcopato cileno da parte della Santa Sede negli anni scorsi. È noto che Broglio nella sua carriera diplomatica nelle nunziature e in segreteria di Stato si è occupato di America latina; resta da chiedersi quale sia stato il ruolo del neopresidente dei vescovi americani in tutto questo.
Tuttavia, i vescovi Usa hanno con la scelta di monignor Lori quale vice di Broglio hanno almeno eletto un vescovo che fu tra i primi a impegnarsi per una politica della tolleranza zero in materia di abusi sessuali negli Stati Uniti.
Omosessualità e vaccini
Ancora, va sottolineato come il nuovo presidente dei vescovi Usa, sia orientato a chiudere fuori dalla Chiesa le persone omosessuali, mentre è convinto, nonostante diversi studi pubblicati negli anni ormai lo smentiscano, che vi sia una qualche relazione fra omosessualità e abusi sui minori nella Chiesa; concetto che ha ripetuto durante la prima conferenza stampa appena eletto.
Altra posizione controversa, è quella assunta dall’arcivescovo castrense sui vaccini: Broglio giustificò i militari che per problemi di coscienza non volevano ricorrere al vaccino contro la pandemia del covid-19 poiché “erano stati prodotti con linee cellulari derivanti da aborti”. Non bastò una presa di posizione ufficiale del Vaticano a favore dei vaccini a far mutare opinione al monsignore.
Pro-life in difficoltà
D’altro canto dalle urne americane è uscita anche una sostanziale bocciatura della linea intransigente sull’aborto portata avanti da buona parte dell’episcopato e dal movimento pro-life in sintonia con il partito repubblicano; la sentenza del giugno scorso della Corte Suprema che cancellava il diritto all’accesso all’aborto deciso da un precedente pronunciamento della stessa Corte (la celebre Roe v. Wade del 1973) ha infatti aperto la strada a diversi referendum statali per imporre restrizioni estreme all’aborto o, al contrario, per tutelarlo come diritto.
In cinque stati – in Michigan, Vermont e California, Montana e Kentucky – si è votato e in nessun caso i pro-life hanno avuto la meglio. A questi si aggiunge il Kansas che nell’agosto scorso aveva bocciato una proposta fortemente restrittiva dell’interruzione di gravidanza.
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