Un uomo è morto dopo alcuni scontri tra manifestanti filo israeliani e filo palestinesi durante una manifestazione a Los Angeles. La vittima è Paul Kessler, un ebreo di 69 anni. La polizia ha affermato che sta indagando sull’accaduto e non esclude alcuna pista tra cui quella di un possibile crimine d’odio.

L’uomo aveva riportato un trauma cranico dopo che come riferito dalla polizia, alcuni «testimoni hanno riferito che Kessler è stato coinvolto in uno scontro fisico con uno o più manifestanti, durante l’alterco è caduto all’indietro e ha battuto la testa a terra».

Le reazioni 

La comunità ebraica di Los Angeles si è detta «devastata nell’apprendere la tragica morte di un anziano ebreo che è stato colpito alla testa da un megafono brandito da un manifestante filo-palestinese a Westlake Village».

«Mentre attendiamo ulteriori informazioni dai nostri colleghi delle forze dell'ordine, vi ricordiamo che questo è il quarto grave crimine antisemita commesso a Los Angeles solo quest'anno. La violenza contro il nostro popolo non ha posto nella società civile. Chiediamo sicurezza. Non tollereremo la violenza contro la nostra comunità. Faremo tutto ciò che è in nostro potere per prevenirla», ha aggiunto la comunità.

Amy Spitalnick, amministratore delegato del Consiglio ebraico per gli affari pubblici, ha dichiarato alla Abc7 che «le persone hanno il diritto di protestare contro le politiche e le azioni israeliane - ma in troppi casi negli ultimi tempi abbiamo visto i manifestanti sconfinare in un esplicito e pericoloso estremismo e antisemitismo».

Antisemitismo

Dal 7 ottobre scorso, giorno dell’attacco terroristico di Hamas, negli Stati Uniti e in Europa sono aumentati drasticamente gli episodi di antisemitismo. Sono comparse stelle di David sui muri di diverse abitazioni in alcune città europee e a Vienna è stato incendiato la parte ebraica del cimitero della capitale austriaca. A Roma sono state invece vandalizzate e oltraggiate alcune pietre d’inciampo. 

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