I recenti fatti della vita di Luigi Mangione, l’italo-americano di 26 anni principale indiziato dell’omicidio del C.E.O. di United Healthcare Brian Thompson, evocano atmosfere romanzesche: giustiziere mascherato che in pieno centro a New York City spara tre colpi di pistola a uno degli uomini più potenti dell’odiatissimo mondo delle assicurazioni sanitarie, Mangione si dà poi alla macchia, lasciando per giorni l’opinione pubblica americana pendere dalle poche foto delle telecamere di sorveglianza, che mostrano un giovane di bell’aspetto, sorridente.

I fotomontaggi si moltiplicano, come le dichiarazioni di stima e persino d’amore a lui rivolte: l’allora innominato Mangione diventa nel giro di qualche ora una figura pubblica, e una sorta di eroe nazionale.

La fascinazione per il bandito non è cosa nuova, specialmente se i suoi atti sono interpretati quali portatori di istanze popolari. Lo storico Eric Hobsbawm parla a tal proposito di “bandito sociale”, vale a dire un criminale che con le sue azioni, spesso violente, si fa portavoce di un diffuso malcontento.

Al netto di tutto ciò, e sua coniugazione nell’epoca digitale, non sorprende dunque che una volta rivelato il nome dell’assassino di Brian Thompson, gli internauti si siano riversati sui social media alla ricerca di informazioni sulla vita del criminale-giustiziere Luigi Mangione.

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E così, nel giro di una nottata, l’account X di Mangione è passato da qualche dozzina di followers a più di duecentomila. Sorridente nella sua foto di profilo come era del resto in quelle trapelate dopo l’omicidio, con sopracciglia spesse e ben curate, la laconica biografia di @PepMangione non annuncia altro che le due lauree in Informatica dalla University of Pennsylvania, una delle prestigiose Ivy League americane.

Molto si può apprendere a riguardo di una persona attraverso gli account che segue sui social, e l’identità digitale di Mangione su X presenta un’immagine diversa da quella del guerriero sociale e forse anche socialisteggiante che una buona parte dei suoi fan si aspettava.

La tecnologia

Si può anzitutto constatare l’interesse di Mangione a riguardo del mondo della tecnologia – non sorprendente, del resto, se tenuti in considerazione i suoi studi di informatica.

Ma a lato del follow a profili tutto sommato prevedibili come quello di Sam Altman (il co-fondatore di OpenAI, la compagnia che ha creato ChatGPT), Mangione segue anche figure più di nicchia come @BasedBeffJezos, vale a dire la voce di spicco del cosiddetto “effective accelerationism,” o “e/acc” – un movimento pseudofilosofico molto presente nella Silicon Valley che ritiene la soluzione a problemi quali cambiamento climatico, povertà, o persino la morte sia spingere al massimo lo sviluppo tecnologico e capitalista, in particolare quello dell’intelligenza artificiale, lasciandosi alle spalle regolamentazioni e questioni etiche.

Più che l’eroe popolare à la Sancho Villa, inizia qui ad emergere la figura di un Mangione tecno-massimalista, con istanze libertarie – e non sorprende che il suo penultimo tweet (o, meglio, retweet) sia un video di Peter Thiel, il controverso imprenditore americano, libertario ed ex-studente del filosofo René Girard, che nel 2016 ha dichiarato il suo appoggio a Donald Trump e nel 2022 ha sostenuto fortemente la candidatura al senato di J. D. Vance, suo amico e collaboratore, prossimo vice-presidente degli Stati Uniti.

Il movimento MAGA

Se durante gli anni di Obama l’equazione tra mondo della tecnologia e progressismo politico sembrava un fait accompli, negli ultimi anni, e specialmente alla luce delle recenti elezioni americane, questa correlazione è stata resa più complicata.

Il profilo di Mangione, vale a dire di un brillante Ivy Leaguer interessato all’informatica, ne è riprova. A tal riguardo, le sue posizioni sociali, politiche e antropologiche vengono ulteriormente rivelate da alcuni suoi tweet riguardanti il declino dell’occidente dovuto al crollo di natalità, all’ideologia woke, all’utilizzo incontrollato di smartphone da parte degli adolescenti, al vuoto etico creato dall’ateismo – tutte tematiche abbracciate dal movimento MAGA dell’asse Trump-Vance-Thiel, sempre più egemonico nella destra americana.

Sarebbe tuttavia un errore immaginarsi l’archetipo del tecnolibertario californiano come una copia carbone di quello di un banchiere di Wall Street, vale a dire incravattato, irregimentato, anonimo, e con tutta probabilità dipendente dagli stimolanti. Nei miei sei anni di dottorato a Stanford, nella Silicon Valley, ho potuto riscontrare con mano quanto profondamente weird (strano, bizzarro) sia l’ethos della Bay Area di San Francisco.

Un elemento simbolico a tal riguardo è che se la sostanza stupefacente per antonomasia di Wall Street è la cocaina, quella della Silicon Valley è l’LSD: se la prima promuove l’ipertrofia dell’ego, la seconda ne facilita la dissoluzione. Non a caso innovatori tecnologici quali Steve Jobs hanno sostenuto l’importanza dell’acido lisergico per quanto riguarda la loro visione creativa e crescita personale, nonché professionale.

La psichedelia

È dunque un paradosso solo in apparenza la coabitazione sulla timeline di Mangione di tweet sul mondo delle start-up da un lato, e a riguardo degli psichedelici dall’altro. Anche qui, uno sguardo alla lista degli utenti seguiti dal Nostro offre una conferma.

Tra gli altri, troviamo Erowid, un sito che fornisce informazioni dettagliate sulle sostanze psicoattive e i loro effetti, assieme a Michael Pollan, l’autore di Come cambiare la tua mente, libro in Italia edito da Adelphi che esplora come le sostanze psichedeliche possano trasformare la percezione, la coscienza e l’approccio alla salute mentale.

Lo spirito tecnolibertario e controculturale in salsa West Coast di Mangione, nato e cresciuto ben lontano dalla California nello stato del Maryland, emerge anche da un altro gruppo di account da lui seguiti. Si tratta questo di un coacervo di figure pubbliche – uomini – che trattano di tematiche quali il miglioramento individuale auto-condotto, sia da un punto di vista del pensiero critico che da quello psicofisico.

Alcuni esempi sono qui il follow a Joe Rogan, conduttore del famosissimo podcast Joe Rogan Experience, dove vengono discusse, talvolta in modo controverso, tematiche che spaziano dalla geopolitica agli alieni, dalla fisica quantistica alle competizioni sportive (il sorprendente successo elettorale di Trump nella fascia demografica giovane-adulta maschile è stato in parte attribuito al suo episodio su questo podcast).

Un altro account seguito da Mangione è quello di Andrew Huberman, il neuroscienziato della Stanford University il cui podcast Huberman Lab si concentra sulla divulgazione di ricerche scientifiche, fornendo consigli e metodi pratici per migliorare salute, benessere e prestazioni cognitive.

Appartiene a questa galassia anche il follow a Sam Harris, altro neuroscienziato nonché filosofo che nel suo podcast Making Sense affronta temi legati alla moralità, alla religione, alla politica e all’etica con un approccio razionalista e scettico.

Il techbro

Da questa panoramica all’identità digitale di Mangione emerge un profilo insolito per il mondo europeo: quello del “techbro” razionalista e vagamente conservatore, affascinato dalle sostanze psichedeliche e dal self-betterment psicofisico, in parte disilluso dal sogno della tecnologia quale fautrice di magnifiche sorti e progressive, che dunque, pur non abbandonandola, ne critica in parte l’impatto sulla società – a tal riguardo, uno dei testi più apprezzati da Mangione, apprendiamo da un altro dei suoi profili online, è il manifesto antimoderno di Ted Kaczynski, al secolo Unabomber, La società industriale e il suo futuro.

Nei miei ormai nove anni nel mondo universitario americano ho potuto constatare che questo profilo non è raro, ed è infatti piuttosto comune tra gruppi di studenti di sesso maschile, amanti dell’attività fisica e laureandi in materie scientifiche, di grande acume mentale e in buona parte frustrati dal sentire etichettata quale toxic la propria masculinity.

Ma al netto di tutto ciò, si tratta questa di una fascia demografica che dopo l’università trova sbocco nel settore privato, e dunque entra di fatto nel mondo delle élite, anche da un punto di vista finanziario. Cosa potrebbe avere dunque portato Mangione a rivoltarsi contro la propria classe, sporcandosi le mani dell’omicidio di cui è accusato?

La radiografia alla schiena

Anche qui, uno scandaglio della sua identità digitale può fornire qualche indizio. Sul profilo X di Mangione troneggia una radiografia che mostra il risultato di una complessa operazione chirurgica alla schiena bassa. Su un altro social, Goodreads, Mangione aveva etichettato come “da leggere” alcuni libri sulla gestione del dolore nella zona lombare.

Come infatti emerso da interviste con amici e parenti, Mangione aveva subito un grave infortunio alla parte inferiore della schiena, e nei prossimi mesi sapremo di più sulle motivazioni dell’italo-americano, anche alla luce del manifesto che portava con sé al momento dell’arresto. Sembra insomma plausibile immaginare che questo tecnolibertario conservatore sia rimasto scottato dal sistema delle assicurazioni sanitarie private americane, che potrebbero avergli negato il trattamento medico da lui richiesto.

Questa è tutto fuorché una storia rara negli Stati Uniti. Ma l’aspetto interessante, e forse anche pregno di implicazioni politiche, è la rappresentazione plastica di un’élite che ne uccide un’altra: il giovane e attraente Ivy Leaguer tecnolibertario dalle idee politiche controverse, desideroso di esperienze trasformative e finanche psichedeliche, contro il rappresentante del sistema assicurativo, il rappresentante vale a dire di un mondo impersonale e perlopiù autonomizzato, fatto di individui senza nome, senza voce o agenda pubblica, a differenza degli “eroi” della Silicon Valley quali Elon Musk, Peter Thiel, o il fu Steve Jobs.

Parte del successo del fenomeno Trump è, a mio avviso, anche qui: la voce tonante, talvolta violenta e grossolana, contro i sussurri tecnocratici e senza carattere. A rischio di suonare eccessivamente provocatorio, evocando lo slogan Trumpiano drain the swamp, si potrebbe sostenere che Mangione stesso abbia voluto a modo suo prosciugare la palude – o perlomeno attaccarla.

Per il momento, l’unico risultato tangibile è che i due figli di Brian Thompson cresceranno senza padre.

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