L’insegnante statunitense Marc Fogel, in carcere in Russia dal 2021, martedì 11 febbraio è rientrato negli Stati Uniti. A riportare nel suo paese il cittadino Usa, ritenuto ingiustamente detenuto, l’inviato speciale di Donald Trump in Medio Oriente, Steve Witkoff, arrivato a Mosca a sorpresa. Si tratta del primo funzionario statunitense a essere andato in visita in Russia dall’inizio dell’invasione su larga scala dell’Ucraina.

«Apprezzo molto quello che hanno fatto, consentendo a Marc di tornare a casa», ha detto Trump, ringraziando la Russia, durante il suo incontro alla Casa Bianca con Fogel. Il presidente Usa spera che la liberazione di Fogel «sia l’inizio di un rapporto in cui possiamo porre fine» alla guerra in Ucraina. Una linea sposata anche dal consigliere statunitense per la Sicurezza Michael Waltz, secondo cui questo sviluppo è «un segno che ci stiamo muovendo nella giusta direzione per porre fine alla brutale e terribile guerra in Ucraina». Waltz ha spiegato che il suo rilascio è stato negoziato come parte di uno scambio con la Russia, senza specificare però se sia stato rilasciato qualcuno in cambio. 

Trump, nella breve conferenza stampa dopo l’arrivo di Fogel negli Usa, parlando di uno scambio «molto equo, molto ragionevole», ha annunciato che un altro detenuto verrà rilasciato oggi, mercoledì 12 febbraio. Non ha però fornito dettagli sul suo nome.
Marc Fogel, cittadino statunitense, insegnante di storia, era detenuto in Russia da più di tre anni dopo una condanna a 14 anni di lavori forzati in un campo di lavoro forzato russo. È stato arrestato all’aeroporto di Mosca nell’agosto 2021, dopo essere stato trovato in possesso di 17 grammi di cannabis, che per la sua famiglia e il medico servivano a curare «un forte dolore spinale». La condanna per «traffico di droga su larga scala» è stata pronunciata da un tribunale fuori Mosca, lo stesso, evidenzia la Cnn, che ha celebrato il processo alla giocatrice della WNBA Brittney Griner, anche lei rilasciata in uno scambio di prigionieri nel 2022. 

«Grazie a tutti, amo il nostro Paese e sono così felice di essere di nuovo qui. E vorrei saperlo esprimere meglio», ha detto arrivato alla Casa Bianca avvolto in una bandiera statunitense, e ha elogiato il presidente russo Vladimir Putin, definendolo «molto generoso e uno statista nel concedermi la grazia».

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