L’esercito ucraino ha lanciato la più grande operazione militare in territorio russo dall’inizio dell’invasione su larga scala, occupando diversi villaggi immediatamente al di là del confine. Centinaia di soldati ucraini sono entrati nella regione di Kursk, penetrando per una decina di chilometri lungo un fronte lungo altrettanto.

Al termine di una riunione del consiglio di sicurezza, il presidente russo Vladimir Putin ha definito l’operazione una «provocazione su larga scala». Ma diversi commentatori russi parlano di una situazione difficile per le truppe di frontiera russa. Kiev non ha ufficialmente confermato l’operazione.

L’attacco

L’incursione ucraina è stata lanciata ieri sera e, secondo fonti russe, vedrebbe coinvolti almeno due battaglioni ucraini, circa mille soldati, con altrettanti militari di supporto all’operazione. In passato le truppe di Kiev erano già entrate in territorio russo, ma questa volta sono state impiegate unita regolari dell’esercito ucraino, non soltanto le unità di “volontari russi” utilizzati in passato dall’intelligence militare di Kiev.

Secondo fonti russe, gli ucraini avrebbero occupato i villaggi di Nikolayevo-Daryino, Sverdlikovo e Dar'ino e si sarebbero spinti fino a Sudzha - Goncharovka, circa otto chilometri dal confine, il punto più lontano che avrebbero raggiunto fino a questo momento.

Il Cremlino ha minimizzato la portata dell’attacco e il ministero della Difesa russo sostiene di aver ucciso almeno 240 soldati di Kiev e di aver distrutto numerosi veicoli. Ma al momento mancano le prove di queste perdite, mentre diversi canali Telegram, tra cui il celebre progetto Rybar, parlano di un’operazione che ha messo in difficoltà le truppe di frontiera russe. Gli ucraini si sarebbero «fortificati» nei territori occupati e ora sarebbe divenuto molto complicato sloggiarli.

Gli ucraini, invece, hanno pubblicato video che mostrano la cattura di diversi prigionieri, l’abbattimento di un elicottero russo tramite un drone suicida – è la prima volta che accade dall’inizio dell’invasione, la distruzione di almeno due carri armati. 

Gli obiettivi

Non è chiaro a quale scopo punti l’operazione di Kiev. Secondo alcuni analisti, gli ucraini hanno cercato di prevenire l’offensiva che i russi stavano preparando nella stessa regione e di cui si parla ormai da mesi. Secondo altri, l’obiettivo dell’attacco sarebbe la stazione di pompaggio di Sudzha, utilizzata per trasportare gas dalla Russia in Europa attraverso l’Ucraina. La stazione dovrebbe terminare la sua attività alla fine del 2024, quando scadrà il contratto di fornitura di gas che, fino ad ora, è stato rispettato nonostante il conflitto.

Gli alleati europei dell’Ucraina hanno già comunicato che non intendono rinnovare gli accordi di transito, ma danneggiare la stazione potrebbe eliminare alla radice qualsiasi possibilità di proseguire la fornitura – almeno temporaneamente.

Le critiche

Diversi analisti e persino alcuni militari ucraini hanno già iniziato a criticare l’operazione sui social. Yuri Butusov, il più celebre corrispondente di guerra indipendente ucraino, ha definito l’attacco uno spreco di forze per ragioni di propaganda, sottolineando che il fronte del Donbass minaccia di crollare a causa della mancanza di truppe.

Anche Rob Lee, analista del Foreign Policy Research Institute, ha scritto che nell’attuale situazione delle forze armate ucraine non è chiaro quale obiettivo potrebbe raggiungere Kiev impiegando forze per un’incursione in Russia.

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