Hamas afferma che il suo comandante in Libano, Fateh Sherif Abu al Amin, è stato ucciso insieme ad alcuni membri della sua famiglia in un attacco israeliano nel sud del paese. Poche ore prima il Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina aveva reso noto che tre dei suoi leader erano stati uccisi in un attacco israeliano che ha preso di mira il quartiere Kola di Beirut dopo la mezzanotte di lunedì.

Quella su Beirut e quella che ha ucciso al Amin non sono state l’unica operazione della notte. L’aviazione ha colpito decine di siti di Hezbollah nella regione della valle della Bekaa. Nella i siti attaccati secondo quanto ha riferito l’Idf figurano postazioni di lanciarazzi ed edifici in cui Hezbollah stava immagazzinando armi.

Non è ancora chiaro quali possano essere gli sviluppi futuri di questa situazione di tensione. Per il momento, appare improbabile che Israele accetti un cessate il fuoco in Libano senza una serie di condizioni, fra le quali l'allontanamento di Hezbollah dal confine settentrionale. Lo ha scritto in un messaggio del ministro degli Esteri israeliano Israel Katz trasmesso a oltre 25 suoi omologhi. Katz scrive che l'unica situazione accettabile per un cessate il fuoco sarebbe quella in cui Hezbollah decidesse di allontanarsi dal confine con Israele e deponesse le armi a nord del fiume Litani.

«Solo la piena attuazione di tutte le risoluzioni del Consiglio di sicurezza dell'Onu riguardanti il ​​Libano porterà a un cessate il fuoco» scrive Katz. «Finché ciò non accadrà, Israele continuerà le sue azioni per garantire la sicurezza dei suoi cittadini e il ritorno dei residenti del nord alle loro case».

La guerra a sud

Continuano anche le operazioni sulla Striscia di Gaza. L'Aeronautica militare israeliana ha colpito la notte scorsa il complesso dell'ex scuola Abu Jafar Al Mansour, nel nord della Striscia di Gaza, al cui interno si sarebbe trovato «un centro di comando e controllo» di Hamas.

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