Per il dirigente del partito Solidarietà europea, il presidente ucraino non sta facendo abbastanza per le forze armate, perché preoccupato dall’impopolarità delle nuove misure per espandere il reclutamento
L’Ucraina ha bisogno di munizioni e di nuovi soldati, sia per resistere ai nuovi attacchi russi che per dare il cambio ai militari che stanno combattendo al fronte per il terzo anno consecutivo. Questa settimana il presidente Volodymyr Zelensky ha firmato una legge che dovrebbe ridurre almeno il secondo problema, riducendo l’età minima per essere coscritti nelle forze armate e aumentando così le potenziali reclute. Ma per alcuni analisti, militari e politici di opposizione, non è ancora sufficiente.
Oleksiy Goncharenko, deputato al parlamento ucraino e dirigente del partito Solidarietà europea dell’ex presidente Petro Poroshenko, è uno di loro.
Il presidente Zelensky ha impiegato dieci mesi a firmare la nuova legge che abbassa l’età per la coscrizione. Come mai c’è voluto così tanto ad approvare una legge che sembrerebbe così importante per la difesa del paese?
Non lo so, il governo non ha mai fornito spiegazioni ufficiali, ma io penso che dietro ci siano ragioni politiche. La legge sulla mobilitazione è molto impopolare. In Ucraina, tutti quelli che volevano andare a combattere si sono già arruolati volontariamente due anni fa oppure un anno fa. Ora i volontari sono finiti, o comunque sono molto pochi.
Chi può finire mobilitato nelle forze armate non vuole essere arruolato e questa prospettiva non fa felici né loro né le loro famiglie. La mobilitazione è una misura che non piace a nessuno e penso sia per questo che il presidente non abbia voluto firmarla per così tanto tempo.
Può spiegarci che cosa, esattamente è stato approvato questa settimana?
Il presidente ha firmato tre leggi: la prima il decreto che abbassa l’età di mobilitazione da 27 a 25 anni. Ora tutti i maschi di almeno 25 anni possono essere coscritti nelle forze armate. La seconda è l’approvazione di un registro elettronico di tutti i maschi ucraini, che serve a facilitare l’identificazione di chi può essere richiamato.
La terza riguarda i soldati feriti, un problema complicato che ci portiamo dietro da tempo. Fino ad oggi, dopo il recupero, i feriti venivano valutati da una commissione medica come abili, non abili o parzialmente abili. I parzialmente abili non potevano essere impiegati in fanteria, ma potevano essere utilizzati in seconda linea, ad esempio come autisti.
Nel tempo le forze armate si sono trovate con migliaia di soldati parzialmente abili. Ora questa categoria sarà abolita e tutti questi soldati parzialmente abili saranno esaminati di nuovo entro la fine dell’anno. Se saranno giudicati non abili saranno smobilitati, altrimenti potranno essere usati in modo più estensivo.
Nel frattempo, in parlamento è bloccata un’altra legge che riguarda la mobilitazione, giudicata molto importante.
Lo è. È una legge di 72 pagine che contiene molti elementi. Per me il più importante sia quello che determina la fine del servizio militare. Credo che sia il problema più grande della mobilitazione e uno dei problemi più grandi per l’Ucraina in generale.
Il fatto è che oggi il servizio militare è a tempo indeterminato: se entri nell’esercito non sai quando tornerai a casa. Questo danneggia il morale sia di chi combatte sia di chi potrebbe essere mobilitato.
Personalmente ho introdotto diverse leggi ed emendamenti e credo che la proposta migliore sia di fissare il servizio in 18 mesi, compreso un mese e mezzo di licenza, due mesi di addestramento e un mese nelle retrovie per ogni tre mesi trascorsi al fronte.
Se questo sistema venisse implementato, molti vedrebbero diversamente l’arruolamento e smetterebbero di nascondersi dalla mobilitazione. E questo risolverebbe anche i problemi di chi sta combattendo per il terzo anno consecutivo.
Anche questa seconda legge è altrettanto impopolare?
Contiene degli aspetti che lo sono. Ma nella lentezza della sua approvazione c’è anche la sua lunghezza. L’idea di introdurre una legge da 72 pagine era cattiva dall’inizio.
Da subito ho detto pubblicamente che era meglio dividere questa legge in dieci leggi ognuna su una porzione diversa della mobilitazione. E se avessimo fatto così, la legge sarebbe stata approvata da molto tempo.
In Europa e Stati Uniti analisti e osservatori si domandano perché Zelensky non utilizzi il suo peso politico per far passare queste leggi. Fino ad ora le ha nominata raramente nei suoi discorsi. Come mai?
Penso che il presidente Zelensky sia preoccupato della sua popolarità e anche io non capisco questa lentezza. La legge è impopolare, ma questa non è una questione politica, dobbiamo salvare il paese, è in corso una minaccia esistenziale. Ma il presidente non ha sostenuto questa legge.
Sembra che per lui e il suo partito tutto ciò che riguarda mobilitazione sia solo una patata bollente che cercano di affibbiare a qualcun altro, dicendo di volta in volta che sono le forze armate o il parlamento a volerla approvare.
Nel frattempo, alcuni esponenti del suo partito, Servitore del popolo, hanno proposto esenzioni dalla coscrizione per chi ha guadagni particolarmente elevati.
Si tratta di una proposta che è stata discussa, ma mai inserita ufficialmente nella legge. È una pessima idea, ma nonostante questo se ne parlato. Non si possono dividere i ricchi dai poveri, con i poveri che combattono e i ricchi che stanno a casa. Non è corretto, non c’è giustizia sociale in qualcosa di simile. Se lo riproporranno? Non lo so.
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