La visita dell’8 e 9 luglio dopo la rielezione aiuta Putin a uscire dall’isolamento. In cambio il premier indiano vuole allentare l’abbraccio fra il Cremlino e Pechino
Il premier indiano Narendra Modi sarà a Mosca l’8 e il 9 luglio per incontrare Vladimir Putin, nella sua prima missione all’estero per un incontro bilaterale dopo la conquista del terzo mandato. L’India e la Russia hanno forti legami sin dai tempi della Guerra Fredda, e per Mosca l'importanza di Nuova Delhi come partner commerciale e politico è cresciuta da quando Putin ha ordinato l’invasione su vasta scala dell’Ucraina a febbraio del 2022.
L’India è il terzo consumatore di greggio a livello globale, e negli ultimi due anni e mezzo ha aumentato drasticamente le importazioni di petrolio russo diventando il principale acquirente insieme alla Cina. Nonostante le pressioni occidentali Nuova Delhi ha mantenuto una posizione neutrale nei confronti di Mosca, evitando di condannare il Cremlino per aver lanciato una guerra d’aggressione e astenendosi nelle votazioni alle Nazioni Unite contro la Russia, limitandosi a invocare la necessità di una soluzione pacifica.
La visita di Modi aiuta Putin a contrastare gli sforzi occidentali di etichettarlo come un leader paria, e arriva neanche due mesi dopo che l’uomo forte del Cremlino si è recato a Pechino da Xi Jinping con una vasta delegazione, in una missione all’estero – la prima dopo la rielezione farsa di Putin – che ha evidenziato la crescente dipendenza della Russia dalla Cina. L’India infatti è preoccupata dall’intensificarsi delle relazioni sino-russe, poiché gli interessi tra Nuova Delhi e Pechino sono in conflitto e Modi teme che Xi a un certo punto avrà abbastanza potere per spingere Putin ad agire contro gli interessi indiani. La contrapposizione tra India e Cina sta diventato sempre più forte, con Pechino che aumenta l’assertività militare nell’Indo-Pacifico e allarga le strategie di penetrazione economica (e politica) nei paesi intorno all’India, dal Pakistan allo Sri Lanka passando per le Maldive.
Una preoccupazione visibile anche dalla scelta di Modi di disertare il vertice dei paesi dell’Organizzazione per la Cooperazione di Shanghai (Sco) del 3 e 4 luglio in Kazakistan, dove Xi e Putin si sono incontrati di nuovo per presentare la Sco come un’alleanza per la sicurezza globale in aperta contrapposizione con l’asse euroatlantico.
L’ultima visita di Modi in Russia risale al 2019, quando partecipò al forum economico dell’Estremo Oriente russo a Vladivostok. L’incontro più recente con Putin risale a settembre 2022, durante il vertice della Sco in Uzbekistan, l’anno prima il leader russo era stato a Nuova Delhi. L’anno scorso Putin non si è presentato alla riunione dei leader del G20 ospitata dall’India, né al vertice dei Brics in Sudafrica.
Complessivamente i legami tra India e Russia sono stabili, sebbene di recente ci sia stato un generale rallentamento, e finché non viene chiamata in causa Pechino non ci sono grossi interessi in conflitto. A Mosca i due leader dovrebbero discutere di una serie di questioni, ma non ci si aspetta che vengano annunciati grandi accordi, mentre sarà interessante leggere nel dettaglio le dichiarazioni ufficiali su cui riusciranno a mettersi d’accordo. Secondo le indiscrezioni fatte trapelare alla stampa, all’ordine del giorno ci sarà un accordo di fornitura logistica per rafforzare la cooperazione tra i due eserciti (possibile), lo sviluppo congiunto di un caccia di quinta generazione (improbabile), e la collaborazione sull'energia nucleare (realistico).
La Russia è il principale fornitore delle forze armate indiane fin dai tempi dell’Unione Sovietica, e ancora oggi rappresenta il 36 per cento delle importazioni di armamenti, anche se si tratta di un dato più che dimezzatosi rispetto a dieci anni fa. Negli ultimi tre anni non ci sono stati nuovi importanti accordi di questo tipo con la Russia, poiché l’India guarda alle forniture occidentali – soprattutto Francia e Stati Uniti ma anche Italia – nell’ottica del rafforzamento della cooperazione nell’Indo-Pacifico.
Tuttavia, dal punto di vista di Nuova Delhi la relazione commerciale rimane sbilanciata: le importazioni dell’India dalla Russia hanno un valore di circa 60 miliardi di dollari all'anno, che a sua volta importa merci per un valore inferiore ai 5 miliardi. Diffidenti dei rischi di sanzioni secondarie e delle difficoltà nel gestire i pagamenti, le aziende indiane stanno diventando sempre più caute caute nell'operare in Russia, e anche gli alti funzionari e i dirigenti indiani sono riluttanti a partecipare ai forum economici nel paese.
Il peso del petrolio
Le vendite di petrolio dalla Russia all'India sono cresciute di oltre venti volte rispetto al 2021, con Mosca che è stata costretta a offrire grossi sconti per convincere le raffinerie indiane a comprare i suoi barili di greggio sanzionato in Europa.
L'India paga la maggior parte di queste importazioni in dirham, la valuta degli Emirati Arabi Uniti, mentre per la compravendita di armi e altri beni Nuova Delhi e Mosca hanno trovato una soluzione per un sistema di pagamenti alternativo. Secondo le fonti di Bloomberg però l’utilizzo di questo sistema ha portato le aziende russe ad accumulare nelle banche dell’India rupie per un valore di 8 miliardi di dollari, che praticamente ora possono spendere solo sul mercato indiano, investendo nelle imprese locali o acquistando beni e servizi.
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