ll sì all’adesione all’Unione europea supera di poco il 50 per cento. La presidente filoeuropeista uscente, che al secondo turno se la vedrà con il filo-russo Stoianoglo, ha denunciato l’ingerenza di «gruppi criminali, agendo di concerto con forze straniere ostili ai nostri interessi nazionali». Il Cremlino: «Fornisca prove»
Poco più del 50 per cento: in Moldova, il sì all’adesione all’Unione europea ha vinto per un soffio, dopo il conteggio del 98 per cento delle schede elettorali. È comunque un testa a testa: ora il sì è al 50,08 per cento, ma alle ore precedenti sembravano prevalere i voti contrari. È stato lo spoglio dei voti della diaspora che ha permesso di invertire la tendenza del referendum costituzionale per iscrivere nella Carta moldava l’integrazione all’Ue come obiettivo.
Domenica si è votato anche per le elezioni presidenziali: la presidente uscente filoeuropea, Maia Sandu, ricandidatasi, è passata dal 35 per cento registrato domenica sera al 42 per cento delle preferenze di oggi, quando è stato scrutinato il 98,4 per cento delle sezioni. Sembra però sfumare per lei l’elezione al primo turno.
Sandu, in un discorso alla stampa, ha denunciato un «attacco senza precedenti alla democrazia» da parte di «gruppi criminali» che, «agendo di concerto con forze straniere ostili ai nostri interessi nazionali, hanno attaccato il nostro paese con decine di milioni di euro, bugie e propaganda» per «intrappolare il nostro paese nell’incertezza e nell’instabilità».
Ingerenza russa
Alle denunce di Sandu, ha risposto il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, invitando la presidente a «fornire le prove» delle sue accuse di interferenze nelle elezioni nel paese.
«Queste sono accuse molto serie e all’opinione pubblica devono essere mostrate prove», ha detto Peskov, citato dall’agenzia di stampa Tass.
Verso il secondo turno
Con ogni probabilità, al ballottaggio Sandu dovrà concorrere con Alexandr Stoianoglo, sostenuto dal partito socialista, tradizionalmente filo-russo, e distanziato al 26,31 per cento. Lontani gli altri nove candidati, salvo l’ex sindaco di Balti Renato Usatii al 13,74 per cento, apertamente filo-russo. È quanto emerge dalla Commissione elettorale nazionale.
Il secondo turno per Sandu sarà complicato: apertamente contro Mosca dopo l’invasione dell’Ucraina, ha indetto il referendum per avvicinare l’ex repubblica sovietica di 2,6 milioni di abitanti all’Unione europea.
Una scommessa però fallita perché, senza mettere in discussione i negoziati di adesione con i Ventisette, «indebolisce in qualche modo l’immagine europeista della popolazione e della leadership di Sandu», ha commentato il politologo Florent Parmentier, riporta Agi.
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