Le istituzioni ucraine e quelle russe riportano due versioni contraddittorie su quello che è accaduto. Di sicuro è che la nave è affondata e per il Pentagono è dovuto all’attacco missilistico di Kiev
Dietro la notizia che riguarda la nave ammiraglia russa Moskva c’è parecchia confusione e le dichiarazioni contraddittorie delle autorità ucraine e russe non aiutano alla comprensione. Una cosa però è certa: la nave militare Moskva ha subìto un incendio a bordo che ne ha provocato l'affondamento nella tarda serata del 14 aprile.
Secondo quanto riferito dal ministro degli Affari interni ucraino, Anton Gerashchenko, il comandante della nave Anton Kurpin sarebbe morto durante l’esplosione e l’incendio a bordo della nave prima dell’affondamento dovuto anche per via della tempesta di ieri sera. Ma su questo non abbiamo conferme. È ufficiale invece che la prima vittima annunciata da Mosca è un coscritto di 19 anni. A dare la notizia è la madre che ha ricevuto la chiamata da parte del ministero della Difesa russo.
Le due versioni
Secondo quanto riferisce il ministero della Difesa russo all’interno dell’incrociatore missilistico Moskva è scoppiato un incendio nel deposito munizioni e le cause sono ancora in «corso di accertamento».
Il personale, comprendente cinquecento militari, sarebbe stato evacuato a bordo di altre navi della flotta russa stanziata nel Mar Nero che si trovavano nelle vicinanze. In un primo momento la Marina russa ha assicurato che la nave non era affondata e che le fiamme erano state domate senza causare danni «all’armamento missilistico principale». L’obiettivo iniziale delle operazione di salvataggio era quello di trascinare l’ammiraglia verso il porto più vicino e iniziare le riparazioni.
Ma questa versione è molto di versa rispetto a quella riportata dall’esercito ucraino che ha detto, invece, di aver colpito la nave con dei missili Neptune. «Altre navi volevano soccorrerla, ma una tempesta e una potente esplosione di munizioni hanno capovolto la nave», ha detto il Comando operativo meridionale ucraino.
La storia ha creato molta euforia a Odessa e in diverse città del paese. In poche ore sono stati stampati anche dei francobolli disegnati dallo street artist ucraino Boris Groh che raffigurano un soldato ucraino di fronte alla Moskva:
La versione degli Stati Uniti
Sulla questione si sono espressi anche gli americani. In un primo momento il Pentagono ha smentito che l’incrociatore missilistico sia stato affondato e attraverso fonti di intelligence ha confermato che era ancora a galla e si stava dirigendo verso il porto di Sebastapoli in Crimea.
Tuttavia, qualche ora più tardi sono gli stessi russi a dover dichiarare l’affondamento della nave ammiraglia che non è stata possibile salvare e trainare fino al primo porto vicino per via della tempesta. Inizialmente, in un’intervista alla Cnn il portavoce del Pentagono John Kirby non ha smentito nessuna delle due versioni dei fatti: «È possibile che l’incrociatore russo sia stato colpito da un missile, ma può anche essere che sia scoppiato un incendio a bordo a causa di un problema interno». Ma in un secondo momento le autorità americane hanno detto che molto probabilmente la nave è stata colpita e affondata per via dei missili ucraini.
I Neptune
Secondo Kiev la Moskva è stata colpita con dei missili Neptune. Un’arma molto precisa e di fabbricazione ucraina entrata in dotazione dell’esercito circa un anno fa nel marzo del 2021.
La sua progettazione è iniziata nel 2015, un anno dopo lo scoppio della guerra civile nel Donbass, ed è stata portata avanti da un gruppo comprendente diverse industrie belliche ucraine.
La Moskva
La nave, di epoca sovietica, è entrata in servizio nel 1983 e poi di nuovo nel 2000 dopo essere stata rimessa a punto nel porto di Mykolaiv.
È l’ammiraglia della Flotta del Mar Nero della Marina russa, ma vista la sua età di quasi 40 anni le sue condizioni non sono proprio ottimali.
Con il suo danneggiamento i russi perdono anche abbastanza potenziale offensivo. Infatti, la Moskva trasportava a bordo ben 16 missili da crociera e svolgeva anche un ruolo di difesa nei confronti delle altre navi da guerra russe stanziate nel mar Nero.
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