Il bilancio delle vittime nell’attacco di New Orleans è aumentato: sono almeno quindici le persone uccise mercoledì 1 gennaio a Bourbon Street, nel cuore del quartiere francese della città del Louisiana, dove intorno alle tre del mattino un pickup bianco ha investito la folla durante i festeggiamenti dell’anno nuovo. Oltre 30 i feriti. 

L’uomo, identificato come Shamsud-Din Bahar Jabbar, che dopo aver travolto le persone a velocità elevata stava per sparare sulla folla, è stato ucciso dalla polizia in uno scontro a fuoco. Era originario del Texas, «un cittadino americano», ha confermato il presidente statunitense Joe Biden in un breve discorso da Camp David, citando l’Fbi.

Biden ha poi aggiunto che l’uomo «aveva prestato servizio nell’esercito Usa ed era stato nella riserva fino a qualche anno fa». Prima dell’attacco «ha postato dei video sui social in cui diceva che voleva uccidere». Il presidente Usa ha poi precisato che l’autore della strage era ispirato dall’Isis e che gli investigatori continueranno a cercare qualsiasi connessione o complice.

Secondo alcuni media americani, citando un bollettino di intelligence della Louisiana state police, nel pick-up del killer, preso a noleggio,  sarebbero stati trovati anche alcuni ordigni esplosivi rudimentali, cablati per la detonazione a distanza, e un telecomando. Tre uomini e una donna sarebbero stati ripresi dalle videocamere di sorveglianza della zona mentre piazzavano uno dei vari ordigni esplosivi improvvisati, analoghi a quelli ritrovati nel pick-up. 

Biden ha aggiunto inoltre che le forze dell’ordine stanno indagando sui possibili collegamenti tra l’attacco con il pickup a New Orleans e l’esplosione della Tesla Cybertruck davanti al Trump Hotel a Las Vegas, che ha ucciso almeno una persona e ne ha ferite almeno sette. 

Fonti delle forze dell'ordine hanno riferito alla CBS News che il Cybertruck era stato noleggiato da Matthew Alan Livelsberger, un militare in servizio attivo dell'esercito americano che stava prestando servizio in Germania.

Le autorità hanno riscontrato diverse somiglianza tra i due episodi, oltre alla tempistica, entrambi gli attacchi hanno coinvolto mezzi noleggiati tramite l’app di carsharing Turo e entrambi vedono coinvolti militari nati negli Stati Uniti.

Chi era Jabbar

Cittadino statunitense, originario del Texas, Shamsud-Din Bahar Jabbar aveva 42 anni, tre figli e si è convertito all’Islam molto tempo fa, ha raccontato il fratello 24enne Abdur Jabbar – secondo quanto riporta il New York Times – precisando che l’attacco «non rappresenta l’Islam» ma «una forma di radicalizzazione, non di religione».

L’uomo aveva studiato informatica e prestato servizio militare per almeno otto anni nell’esercito statunitense, partecipando anche a un dispiegamento in Afganistan. È stato congedato dalla riserva dell’esercito nel 2020 con il grado di sergente maggiore, aggiunge il New York Times. 

Nel mezzo, con cui l’uomo ha ucciso almeno quindici persone, è stata trovata una bandiera dello Stato Islamico e, secondo l’Fbi, come riferito da Biden, il 42enne aveva pubblicato diversi video in cui giurava fedeltà all’Islam poco prima dell’attacco. 

In alcuni video registrati, Jabbar avrebbe affermato di voler uccidere la propria famiglia. Lo hanno riferito diverse fonti al corrente delle indagini in corso alla Cnn. Le registrazioni sarebbero state realizzate mentre l’uomo era alla guida verso il Louisiana. Nei video, riporta la Cnn, Jabbar parla del suo divorzio e di come inizialmente avesse pianificato di riunire la sua famiglia per una “festa” con l’intenzione di ucciderla. L’uomo, secondo il resoconto di due funzionari, avrebbe poi raccontato di aver cambiato i piani ed essersi unito all’Isis.

Le reazioni

Il presidente eletto degli Stati Uniti, Donald Trump, ha accusato Biden e i democratici di inefficacia: «Il nostro Paese è un disastro, uno zimbello in tutto il mondo! Questo è ciò che accade quando hai frontiere aperte, con una leadership debole, inefficace e praticamente inesistente», ha scritto Trump sul social network Truth.

I leader mondiali hanno condannato l’attacco e dichiarato vicinanza alle famiglie delle vittime. La presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, ha scritto su X: «Dobbiamo restare uniti nella lotta contro la violenza e il terrorismo e lavorare insieme per un futuro più sicuro».

Il primo ministro del Regno Unito, Keir Starmer, ha parlato di «attacco orribile e incredibilmente violento». 

Il cancelliere tedesco, Olaf Scholz , ha parlato di «odio insensato», mentre il presidente francese, Emmanuel Macron , ha affermato: «New Orleans, così cara al cuore dei francesi, è stata colpita dal terrorismo».

Solidarietà anche dal segretario generale della Nato, Mark Rutte e dalla presidente del Messico, Claudia Sheinbaum. 

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