Il Parlamento europeo consegna il premio Sacharov a persone o organizzazioni che si sono distinte nella difesa dei diritti umani. L’onorificenza è dedicata ad Andrej Dmitrievič Sacharov, un fisico nucleare dissidente dell’Urss. Dopo il premio Nobel per la Pace, le donne iraniane vincono anche questo premio
Oggi il Parlamento europeo ha assegnato il premio Sacharov per la libertà di pensiero a Mahsa Aminie al Movimento Donna, Vita e Libertà. La candidatura era stata presentata dal Partito popolare, i Socialisti e Democratici e Renew Europe
L’onorificenza è conferita ogni anno a individui e organizzazioni che si battono in difesa dei diritti umani e delle libertà fondamentali. A proporre i possibili vincitori sono i gruppi politici o almeno 40 europarlamentari. Quest’anno le candidature sono state presentate lo scorso 20 settembre 2023 durante una riunione congiunta delle commissioni per gli affari esteri (Afet) sviluppo (Deve) e la sottocommissione sui diritti umani (Droi), ma la consegna dell’onorificenza sarà il 13 dicembre
I vincitori riceveranno una somma di 50mila euro, ma per il Parlamento europeo non si tratta solo di consegnare un premio, quanto più di un «impegno politico del Parlamento a sostenere i vincitori e le loro cause nel lungo periodo», ha detto il presidente della sottocommissione per i diritti umani, Udo Bullmann.
Chi ha vinto?
Il premio è stato assegnato a Mahsa Amini, giovane donna curda uccisa lo scorso anno dal regime iraniano e alle donne di Teheran del Movimento Donna, Vita e Libertà che si battono per i loro diritti. Dopo il premio Nobel per la pace, consegnato quest’anno all’attivista iraniana Narges Mohammadi, anche lei impegnata nella lotta di emancipazione femminile e per questo ancora rinchiusa in carcere a Teheran, le donne iraniane vincono un altro premio per le estenuanti lotte che da anni combattono nel loro paese. Proteste che si sono intensificate dopo che Mahsa Amini è stata uccisa nel settembre 2022.
Amini stava visitando la capitale iraniana quando venne arrestata e percossa con violenza dalla cosiddetta “polizia morale” per aver indossato nel modo «sbagliato» il velo hijab. Nelle manifestazioni che sono seguite le donne protestavano con lo slogan appunto «Donna, Vita, Libertà» contro la legge sul velo hijab e altre leggi discriminatorie.
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