Nei giorni scorsi la decisione aveva suscitato diverse polemiche sia nel panorama politico italiano che in quello francese. «Devono essere giudicati sul suolo italiano», aveva detto il presidente Macron
La procura generale di Parigi ha fatto ricorso in Cassazione contro il diniego all’estradizione dei dieci ex terroristi rossi italiani. Lo scorso 29 giugno la Chambre de l’Instruction della Corte d’appello di Parigi aveva negato l’estradizione richiesta dall’Italia per i dieci imputati arrestati nell’aprile 2021 e ora il caso passa in Cassazione.
L’operazione Ombre rosse
Nell’ambito dell’operazione “Ombre rosse” erano stati catturati, su richiesta dell’Italia, dalle unità dell’antiterrorismo francese alcuni ex terroristi di estrema sinistra condannati e rifugiati in Francia da diversi anni. Fino allos corso anno erano “protetti” dalla cosiddetta “Dottrina Mitterand” una pratica informale, tratta dal nome del presidente francese François Mitterrand, per cui la Francia ha quasi sempre negato l’estradizione di persone coinvolte nell’estremismo politico, in particolare se condannati per fatti non di sangue.
Tra gli arrestati ci sono: l’ex militante di Lotta continua Giorgio Pietrostefani, condannato in Italia come uno dei mandanti dell’omicidio del commissario Calabresici, Luigi Bergamin, Maurizio Di Marzio e Raffaele Ventura.
Le proteste di Macron
Dopo la sentenza del 29 giugno che ha negato l’estradizione degli imputati verso l’Italia, il presidente francese Emmanuel Macron aveva detto dal vertice Nato di Madrid che gli ex terroristi «devono essere giudicati sul suolo italiano». «Non posso dire di più se non reiterare la nostra volontà politica, che è stata di collaborare con il governo italiano su questa materia», aveva aggiunto Macron.
Spetterà quindi alla Cassazione decidere sul destino dei dieci imputati, sui quali pendono accuse per reati gravi.
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