Riti, preghiere e regole da seguire. Il viaggio può arrivare a costare anche decine di migliaia di euro e quest’anno si tiene dal 12 al 16 giugno
Il pellegrinaggio alla Mecca (chiamato hajj) è l’evento annuale più importante per i fedeli musulmani di tutto il mondo. Si tiene tra l’8 e il 12 di Dhul Hijjah, l’ultimo mese dell’anno nel calendario islamico, che quest’anno va dal 12 al 16 giugno (giorno conclusivo in cui si festeggia l’Eid al Adha, la festa del sacrificio).
Il hajj, oltre a essere un grande motivo di orgoglio per i fedeli, è anche un’esperienza religiosa e spirituale che cancella i peccati dei fedeli e avvicina l’uomo a Dio. Andare in pellegrinaggio è infatti uno dei cinque pilastri dell’Islam, ma non tutti riescono a farlo durante la loro vita, soprattutto per una questione economica. C’è un augurio molto diffuso tra i musulmani, spesso rivolto ad amici o famigliari, in cui si auspica che Dio conceda alla persona a cui ci si rivolge l’opportunità di peregrinare.
In cosa consiste il Hajj
Prima del hajj, che dura cinque giorni, c’è un lungo stato di preparazione per “purificare” l’anima e concludere al meglio il pellegrinaggio. Ci sono diverse regole comportamentali da rispettare, riti da attuare e preghiere ben definite.
La prima regola da seguire riguarda l’abbigliamento. I pellegrini durante il hajj possono indossare solo due pezze di stoffa bianche che avvolgono il corpo in modo tale da lasciare scoperto solo il braccio destro. Durante il primo giorno, una volta arrivati alla Mecca, dentro la Grande Moschea, i fedeli devono camminare sette volte intorno alla Ka’bah (è il rituale del Tawaf), un cubo nero dove è custodita la pietra portata sulla terra dall’arcangelo Gabriele.
La distanza o lunghezza di un singolo tawaf varia da 80 metri a 700 metri a seconda di dove e quanto lontano dalla Ka’bah viene eseguita la circuambulazione. Il tawa, infatti, può essere eseguito anche in uno dei corridoi o nell'area del tetto attorno alla Ka’bah. Più si è vicini e maggiore è la calca, con il rischio di creare un sovraffollamento e anche incidenti.
Una volta conclusi i sette giri, i fedeli si recano nella vicina città di Mina, che dista dieci chilometri, dove pregano per tutta la notte. Qui l’Arabia Saudita allestisce una delle più grandi tendopoli del mondo. Nel 2015 il sovraffollamento e il panico generato tra i pellegrini provocò una calca in cui morirono oltre 2.000 persone.
Nel secondo giorno – uno dei più importanti – i pellegrini si recano nella valle di Arafah, dove Maometto pronunciò il suo ultimo sermone e ricevette la rivelazione per scrivere l’ultimo passaggio del Corano, il testo sacro per i musulmani. Verso il tramonto i fedeli si incamminano verso Muzdalifa, una pianura tra Mina e Arafah, e durante il viaggio raccolgono le pietre che il giorno seguente tirano contro le colonne di Jamaraat, luogo in cui lo shitan (diavolo) ha cercato di convincere Abramo a non rispettare la prova di fede richiesta da Allah di uccidere suo figlio Ismaele.
In questo terzo giorno, infatti, viene anche compiuto il sacrificio del montone (Eid al Adha) che avviene in tutto il mondo da parte dei fedeli musulmani. Durante il quarto giorno gli uomini si radono i capelli, mentre le donne li tagliano di una lunghezza di un dito. Continua anche il lancio delle pietre contro le colonne, a simboleggiare la lapidazione del diavolo, e si torna nuovamente alla Mecca per pregare e fare il rito del Tawaf.
Quanto costa
Dopo tre anni di restrizioni dovute al Covid-19, per la prima volta il hajj del 2023 si è svolto come nel periodo precedente alla pandemia, attraendo più di due milioni di fedeli da tutto il mondo.
I viaggi costano diverse migliaia di euro, a seconda ovviamente del punto di partenza. Il giro di affari ammonta a circa 12 miliardi di dollari l’anno. Non tutti i fedeli, però, riescono ad andare alla Mecca almeno una volta nella vita. Chi ha impedimenti fisici può delegare una persona a fare il pellegrinaggio per conto suo, pagandogli tutte le spese. Inoltre, esistono anche dei fondi da lasciare in eredità affinché il rito sia compiuto in nome di un defunto.
Per chi parte dall’Italia, in media si spendono circa 2.500 euro. Generalmente si arriva all’aeroporto più vicino che è quello di Jeddah, poi ci sono tutti altri costi da sostenere per i trasporti, gli hotel e il visto. E la spesa può arrivare anche fino a 6.000 euro. Per chi parte dal Regno Unito si arriva a spendere cifre che vanno dalle 7.000 sterline fino a oltre 8.000. Dipende molto ovviamente anche dai giorni di permanenza e dagli hotel scelti.
Negli anni centinaia di agenzie turistiche sono nate proprio per organizzare tour di pellegrinaggio. Mentre i social network, soprattutto Instagram e TikTok, sono diventati il luogo in cui le agenzie condividono video e foto dell’esperienza dei loro “clienti” e pubblicano offerte e tutorial su come eseguire correttamente il pellegrinaggio.
Il ruolo dell’Arabia Saudita
L’ente istituzionale che gestisce il pellegrinaggio è il ministero saudita del Hajj e dell’Umrah (pellegrinaggio che si può svolgere in altri periodi dell’anno). La monarchia saudita investe milioni di euro per ammodernare le infrastrutture, allestire la tendopoli a Mina e gestire qualsiasi altra spesa.
Una delle ingenti spese riguarda l’acquisto del marmo del pavimento delle due sacre moschee di Mecca e Medina, che da decadi proviene dall’isola greca di Thassos. È un marmo con delle caratteristiche rare a partire dal colore, bianco puro, e ha un’elevata riflessione della luce. Inoltre ha uno dei più bassi livelli di assorbimento di calore, che lo rende fresco per buona parte dell’anno.
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