Secondo Mosca gli ucraini avrebbero utilizzato armi chimiche nella regione di Kursk. Lo zar mette in guardia Zelensky: «Ci attacca per avere dei vantaggi nei negoziati»
L’incursione ucraina, che ora sta colpendo due regioni russe a Kursk e Belgorod, è vista dagli analisti come una sorta di “punto di svolta” nel conflitto in corso tra Mosca e Kiev. Alexei Smirnov, il governatore della regione russa di Kursk, ha accusato le forze ucraine di avere usato armi chimiche nella loro avanzata-lampo.
Parlando in videoconferenza in un incontro con il presidente Vladimir Putin, Smirnov ha affermato che alcuni «agenti di polizia e il capo di una comunità rurale sono rimasti intossicati» quando sono stati colpiti nel distretto di Belovo dal fuoco dell'artiglieria ucraina, che ha usato appunto «armi chimiche». I servizi segreti ucraini hanno ribattuto che Mosca sta cercando di accusare Kiev, con false prove, di crimini di guerra per cercare di distrarre l’opinione pubblica dalla disfatta in corso che ricalca le line guida del tentativo di golpe di Yevgeny Prigozhin, l’ex capo del Gruppo Wagner, quando da Kursk si diresse verso Mosca.
Rublo ai minimi
Che la situazione sia seria lo dimostra il fatto che la valuta russa si è indebolita per cinque sessioni consecutive dall'inizio dell'attacco, perdendo il 6 per cento del suo valore rispetto al dollaro. Anche la Borsa di Mosca è in calo. L'indebolimento del rublo nei confronti del dollaro e dell'euro è continuato nonostante il sostegno derivante dall'aumento dei prezzi del petrolio che ha toccato gli 80 dollari al barile e dall'aumento delle vendite nette giornaliere di yuan da parte della banca centrale e del ministero delle Finanze.
Lo yuan è oggi la valuta estera più usata a Mosca. Ma questo non ha impedito che circa 2,3 miliardi di dollari in banconote in dollari ed euro siano stati spediti in Russia da quando gli Stati Uniti e l’Ue hanno vietato l’esportazione delle loro banconote nel marzo 2022 in seguito all’invasione dell’Ucraina, secondo i dati doganali visti da Reuters.
I dati precedentemente non pubblicati mostrano che la Russia è riuscita a eludere le sanzioni che bloccano le importazioni di contanti e suggeriscono che dollari ed euro rimangono strumenti utili per il commercio e i viaggi anche se Mosca si sforza di ridurre la propria esposizione alle valute forti. I dati doganali, ottenuti da un fornitore commerciale, mostrano che contanti sono stati trasportati in Russia da paesi tra cui gli Emirati Arabi Uniti e la Turchia, che non hanno imposto restrizioni al commercio con Mosca. Per oltre la metà del totale il paese d'origine non è indicato.
La minaccia Kiev
L'Ucraina «ci attacca per avere dei vantaggi nei negoziati» ma riceverà «una degna risposta» per la sua invasione del territorio russo e Mosca raggiungerà «tutti gli obiettivi» che si è posta. Lo ha detto il presidente russo Vladimir Putin, mentre il ministero della Difesa faceva sapere di aver intensificato l’offensiva nella regione ucraina del Donetsk.
Ma qualcosa si muove sul fronte diplomatico. Il ministro degli Esteri svizzero Ignazio Cassis ha detto lunedì di aver firmato una dichiarazione congiunta con il suo omologo italiano Antonio Tajani in cui esprime «profonda preoccupazione» per l'aggressione russa in Ucraina, ma ha detto che Mosca dovrebbe essere presente al prossimo vertice di pace. A metà giugno la Svizzera ha ospitato decine di leader mondiali in un vertice volto a creare un percorso di pace in Ucraina, sebbene la Russia non fosse invitata.
Già 121mila sfollati russi
Intanto sono 121.000 i civili che hanno dovuto lasciare le zone dei combattimenti nella regione russa di Kursk in seguito all'avanzata delle truppe ucraine. Lo ha detto il governatore, Alexei Smirnov, in un incontro con il presidente Putin. Il governatore ha aggiunto che 12 civili sono stati uccisi e 121 feriti, di cui 10 bambini. Ma c’è di più. Sono ventotto le località della regione di Kursk cadute nelle mani delle forze ucraine, che sono avanzate fino ad una profondità di 12 chilometri in territorio russo su un fronte largo 40 chilometri. Lo ha detto il governatore. Mentre fonti di Kiev rivendicano il controllo di circa mille chilometri quadrati.
Le armi Nato
I soldati ucraini che combattono nella regione di Kursk stanno utilizzando armi, anche pesanti, fornite dai Paesi Nato. Lo ha affermato un Comitato investigativo russo, secondo cui le truppe di Kiev «stanno impiegando armi leggere e pesanti, sistemi di lancio multiplo di razzi e altro equipaggiamento fornito» da nazioni dell'Alleanza Atlantica.
Non è un mistero che gli ucraini usino armi occidentali ma Mosca, che usa senza problemi missili nord-coreani e droni-kamikaze iraniani, sta cercando di dimostrare che Kiev usa le armi occidentali per colpire Mosca nel suo territorio.
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