Il Partito conservatore ha deciso di iniziare immediatamente il procedimento per eleggere un nuovo leader. Una volta scelto, diventarà il nuovo primo ministro del paese. Oggi è l’ultimo giorno per presentare le candidature alla corsa
Il Partito conservatore britannico ha deciso ieri che il successore del primo ministro Boris Johnson sarà proclamato il prossimo 5 settembre, dopo un processo di selezione che durerà circa due mesi. Johnson si è dimesso da leader del partito la scorsa settimana, dopo essere stato indebolito da una serie di scandali e da un gradimento a picco nei sondaggi.
La selezione
La lista dei candidati alla leadership sarà prima sottoposta al voto dei parlamentari, che si esprimeranno nel corso di questa settimana e della prossima. La selezione avviene tramite una serie di votazioni in cui vengono gradualmente eliminati i candidati meno votati. Quando si arriva a due soli candidati, la parola passa ai circa 100mila iscritti al partito, che dovranno scegliere il loro favorito.
I candidati
Al momento, undici candidati hanno dichiarato la loro intenzione di correre per la leadership. Soltanto tre di loro, però, hanno già raccolto le firme di 20 parlamentari necessarie a presentare la propria candidatura. Il numero di firme necessarie è stato innalzato per ridurre il numero di candidati e accelerare le procedure di voto.
Si tratta dell’ex ministro dell’Economia Rishi Sunak, della ministra del Commercio Penny Mordaunt, e del presidente della commissione Esteri Tom Tugenhadt. Anche il nuovo ministro dell’Economia Nadhim Zahawi, scelto da Johnson dopo le dimissioni di Sunak la scorsa settimana, ha detto di aver già 20 sostenitori. I candidati hanno tempo fino ad oggi pomeriggio per presentare le firme necessarie a candidarsi.
Da domani inizieranno le votazioni. Nella prima, saranno eliminati tutti i candidati che non riescono a raccogliere almeno trenta voti tra i parlamentari.
E Johnson?
La scorsa settimana, Johnson si è dimesso da leader del Partito conservatore, ma è ancora in carica come primo ministro con pieni poteri, visto che nel Regno Unito non esiste la figura del capo di governo ad interim o incaricato soltanto dell’ordinaria amministrazione.
Nel Regno Unito, il capo del principale partito di maggioranza per tradizione viene automaticamente nominato primo ministro. In caso di dimissioni, solitamente, resta in carica fino a che il suo partito non elegge un successore.
Nel caso di Johnson, però, la sua scelta di rimanere a Downing Street, la residenza ufficiale dei primi ministri britannici, fino alla scelta del prossimo leader dei conservatori, è stata accolta con molte critiche, sia tra i conservatori che nell’opposizione.
Il Partito laburista ha promesso di presentare una mozione di sfiducia contro Johnson, ma è difficile che possa passare. Se Johnson dovesse essere sfiduciato, spetterà ai conservatori, che hanno la maggioranza assoluta in parlamento, scegliere un successore che resterà in carico fino all’elezione del nuovo leader.
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