La Home secretary britannica continua a tenere banco, questa volta con un articolo in cui attacca la polizia per il suo approccio nei confronti delle manifestazioni filo palestinesi. Braverman rischia il posto ma punta a sostituire il premier
Chissà se l’intento di Suella Braverman, quando ha inviato il suo ultimo editoriale al Times, fosse scatenare l’ennesima polemica su di sé. Nel caso ci è riuscita. Dopo i recenti casi che hanno visto la Home secretary britannica al centro dell’attenzione, come il suo cinico commento sui senzatetto che sceglierebbero di vivere in tenda, Braverman ha firmato un articolo in cui attacca la polizia per l’approccio troppo leggero nei confronti delle proteste filo-palestinesi.
Il controverso articolo di Braverman
Per lei, i manifestanti a favore della popolazione palestinese sono «islamisti» e le loro sono «marce dell’odio» che vanno oltre alla richiesta di aiuto per Gaza. La ministra ha parlato di «dimostrazioni del primato di alcuni gruppi – specie gli islamisti – che siamo più abituati a vedere in Irlanda del Nord». Il riferimento è alle parate che le comunità nazionaliste e unioniste svolgono in Ulster. Ad ogni modo, secondo Braverman i poliziotti usano due misure diverse per reprimere le proteste pro Israele e quelle a favore dei palestinesi.
I mugugni e gli attacchi diretti sono scattati subito dopo l’uscita dell’editoriale. I laburisti di Keir Starmer hanno parlato di una ministra «fuori controllo», chiedendone le dimissioni. Tuttavia, anche da fonti interne ai conservatori è uscito qualche malumore sia per gli attacchi alla polizia sia per il confronto con la situazione nordirlandese, in un momento in cui a Belfast si cerca di tornare a un governo condiviso.
Proprio per le sue discutibili uscite, Braverman è una figura alquanto divisiva all’interno del governo e del Partito conservatore. Non che serva molto, di questi tempi, per dividere e far litigare i Tories. Ma la ministra, dopo il suo impegno in prima persona per l’ormai celebre piano Ruanda, le sue dichiarazioni contro le migrazioni - ha parlato apertamente di «invasione» e di «uragano» di migranti in arrivo - e per ultime le sue posizioni contro i manifestanti filo palestinesi, si è creata nel partito la fama di esponente oltranzista.
La rivalità con Sunak
Per il momento liti sembra non ce ne siano state con Rishi Sunak. Almeno in apparenza, Downing Street ha confermato la fiducia a Braverman, anche se il portavoce del premier ha tenuto a precisare che l’articolo fosse stato pubblicato senza l’autorizzazione o la supervisione di Sunak. Per questo l’editoriale è stato inteso, dalla stampa e anche da esponenti politici, come una sfida nei confronti del primo ministro.
Nel Regno Unito si parla sempre più insistentemente della necessità delle dimissioni della ministra, con la pressione su Sunak che aumenta. Il premier potrebbe optare per un piccolo rimpasto, ma sarebbe l’ennesimo cambio nell’esecutivo Tory che si sta trascinando da tempo verso le elezioni del prossimo anno. Un ulteriore segnale di debolezza per Sunak, che negli ultimi mesi ha cercato di rafforzare il fronte conservatore, profondamente lacerato.
E se fosse costretta a dimettersi, Braverman potrebbe uscirne come la ‘dura e pura’ del partito. Una carta sempre utile da giocarsi in vista delle urne, quando sarà sancita con ogni probabilità la sconfitta di Sunak, ponendo di fronte i Tories alla necessità di una pesante ricostruzione. La politica di origini indiane, dopo essersi fermata al secondo round delle primarie dell’anno scorso, punta ancora alla leadership dei conservatori.
Il Remembrance Day inglese
Intanto, però, resta la titolare della gestione della sicurezza e dell’ordine pubblico nel Regno Unito, nonostante i suoi attacchi ai vertici di Scotland Yard. Oggi, sabato, è il Remembrance Day, giorno in cui nel Paese si ricordano tutti i soldati caduti nelle due guerre mondiali e negli altri conflitti. Un momento particolarmente sentito, con le celebrazioni che si allungano fino a domenica.
A Londra, proprio domenica, è prevista una cerimonia ufficiale dei veterani al Cenotaph, a Whitehall. Ma, sempre nel weekend, nella capitale britannica è attesa una vasta manifestazione a supporto della causa palestinese. Braverman ha più volte chiesto che fosse cancellata mentre Sunak ha definito la protesta «irrispettosa». D’altronde, secondo un sondaggio di YouGov, la metà della popolazione britannica ritiene debba essere annullata.
La polizia ha comunque confermato che la protesta avrà luogo, pur ribadendo l’impegno a non farla defluire vicino agli eventi del Remembrance Day. Sarà compito di chi gestisce la sicurezza far sì che il fine settimana si svolga senza incidenti. Quindi, responsabilità della ministra Braverman, sempre che non pensi di essere già la leader della futura opposizione.
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