- Giovedì ci sono le elezioni suppletive in tre collegi e il partito conservatore guidato dal premier potrebbe perderli tutti. Ad andare al voto sono le circoscrizioni di ‘Selby and Ainsty’, ‘Somerton and Frome’ e ‘Uxbridge and South Ruislip’.
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Gli elettori conservatori sono spaccati: Sunak è giudicato in maniera positiva dal 47 per cento di loro, mentre in maniera negativa dal 45 per cento. E tra l’intera popolazione britannica, solo il 25 per cento ha un’opinione favorevole sul premier. Le ultime rilevazioni danno i conservatori ancora molto staccati dai laburisti, di circa 20 punti percentuali.
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Dopo l’annuncio del passo indietro del ministro della Difesa Ben Wallace, il premier sta pensando a un nuovo rimpasto di governo, soprattutto in caso di disastro alle suppletive.
Il mestiere del primo ministro è complesso in tutto il mondo, ma nel Regno Unito ultimamente lo è più che altrove.
Dopo l’addio di Boris Johnson e quello di Liz Truss, in carica solo un mese e mezzo, ora è Rishi Sunak a essere in difficoltà. Giovedì ci sono le elezioni suppletive in tre collegi e il partito conservatore guidato dal premier potrebbe perderli tutti.
Ad andare al voto sono le circoscrizioni di ‘Selby e Ainsty’, ‘Somerton e Frome’ e ‘Uxbridge e South Ruislip’, quest’ultima è stato il seggio proprio di BoJo prima delle sue discusse dimissioni.
I tre seggi sono di nuovo in palio perché oltre all’ex premier sono arrivati i passi indietro di altri due deputati tories: Nigel Adams si è infatti dimesso in solidarietà dell’alleato Johnson, mentre per David Warburton le dimissioni sono arrivate dopo aver ammesso di assumere cocaina ed essere accusato di molestie sessuali.
Le suppletive, quindi, potrebbero far perdere ai conservatori altri tre posti nella Camera dei Comuni, a vantaggio dei laburisti e forse anche dei liberal democratici. Ma soprattutto potrebbero dare un segnale importante sulla leadership di Sunak.
Sono passati solo nove mesi da quando è entrato a Downing Street e tutto gli si può dire tranne che sia stato politicamente immobile. Sunak sta cercando di perseguire i propositi annunciati prima di essere eletto: supportare l’Ucraina, dimezzare l’inflazione, sostenere lo sviluppo economico e fermare i barchini di migranti in arrivo nel Regno Unito.
Su quest’ultimo punto non sono mancate le scelte controverse, come il sostegno al piano Ruanda – in pratica ancora bloccato – per spedire i richiedenti asilo nel paese africano o come la realizzazione di enormi prigioni galleggianti al largo della costa dove ospitare i migranti.
I sondaggi su Sunak
Tuttavia, il premier britannico era stato eletto dai conservatori anche con l’obiettivo di recuperare almeno in parte lo svantaggio che li distanzia dai laburisti, per arrivare alle prossime elezioni politiche – previste entro 18 mesi – con qualche possibilità in più. E una qualche flebile speranza l’aveva data con il Windsor Framework, firmato con Ursula von der Leyen a fine febbraio.
Nonostante alcuni malumori interni dell’area più radicale dei tories – o l’attuale ‘no’ degli unionisti nordirlandesi del Dup – l’intesa sui differenti canali commerciali per proteggere il mercato unico europeo e l’appartenenza dell’Irlanda del Nord al Regno Unito sta riducendo le tensioni con l’Unione europea dopo anni di scontri. Una mossa pragmatica inizialmente piaciuta alla popolazione britannica, ma che a distanza di quasi cinque mesi non ha pagato in termini di consenso.
Il favore attorno a Sunak oggi è crollato, arrivando al punto più basso da quando è premier. Secondo un sondaggio di YouGov, gli stessi elettori conservatori sono spaccati: Sunak è giudicato in maniera positiva dal 47 per cento di loro, mentre in maniera negativa dal 45 per cento. E tra l’intera popolazione britannica, solo il 25 per cento ha un’opinione favorevole sul primo ministro.
Le ultime rilevazioni danno i conservatori ancora molto staccati dai laburisti, di circa 20 punti percentuali: il partito guidato da Keir Starmer balla sulla soglia del 45 per cento, mentre quello di Sunak è fermo intorno al 25. Cifre che, se confermate alle urne, permetterebbero ai Labour di avere una maggioranza larghissima in parlamento.
L’addio di Wallace e il rimpasto
Sunak le sta provando tutte, e dopo un limitato rimpasto dell’esecutivo a febbraio, ora sta pensando ad altri cambiamenti nella sua cerchia governativa, soprattutto se l’esito delle elezioni suppletive fosse disastroso. L’imminenza del nuovo rimpasto è stata confermata anche da Ben Wallace, ministro della Difesa britannico, e potrebbe arrivare già in questi giorni.
Tra i ministri più apprezzati negli ambienti conservatori, il nome di Wallace era circolato come candidato alla guida della Nato per il dopo Stoltenberg. Ma in un’intervista ha annunciato la sua volontà di non ricandidarsi alle prossime elezioni e di lasciare il governo con il rimpasto che giungerà al più tardi a settembre.
I nomi più caldi per prendere il suo posto al ministero della Difesa sono quelli di James Heappey, vice di Wallace, Penny Mordaunt, leader della Camera dei Comuni, e Tom Tugendhat, ex militare di carriera, ora ministro per la Sicurezza nazionale e falco anti Russia e anti Cina.
Ma dopo le dimissioni dal parlamento di Johnson e il passo indietro al veleno di Zac Goldsmith, il ministro per l’Ambiente che a fine giugno ha accusato Sunak di scarso interesse per le questioni climatiche, la bufera nel partito conservatore è destinata a proseguire. Non si esclude la possibilità che, dopo le elezioni suppletive, alcuni tra i deputati tories più insoddisfatti possano mandare al premier le lettere di richiesta di dimissioni.
Una situazione che si trascinerà stancamente almeno fino alle elezioni politiche di fine 2024 o inizio 2025. Di questo passo i conservatori cominceranno a sperare che il loro arrivo avvenga il prima possibile. Almeno l’agonia finirà.
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