L'esercito israeliano ha reso noto di aver trovato diversi corpi a Gaza, che ha identificato come quelli di sei ostaggi sequestrati da Hamas lo scorso 7 ottobre. Proteste dei famigliari contro il premier israeliano. Domani sciopero generale in tutto il paese
La politica di cieca belligeranza a oltranza su tutti i fronti del premier Benjamin Netanyahu e della destra estrema messianica ha dato i suoi frutti amari. Quei frutti che da mesi numerosi israeliani temevano.
Le truppe di Israele hanno reso noto di aver trovato diversi corpi a Gaza, identificati come quelli di sei ostaggi sequestrati da Hamas lo scorso 7 ottobre.
La famiglie degli ostaggi e non solo si sono scagliati contro Netanyahu, accusandolo di non essere riuscito a ottenere il rilascio degli ostaggi, uno dei quali era cittadino statunitense.
I corpi, ritrovati sottoterra nel sud della Striscia, in «un tunnel nell’area di Farah», sono di due donne e quattro uomini. «L’esercito e lo Shin Bet hanno localizzato e recuperato i corpi degli ostaggi Carmel Gat, Eden Yerushalmi, Hersh Goldberg-Polin, Alexander Lobanov, Almog Sarusi e Ori Danino», hanno annunciato le Idf in un comunicato stampa.
Cinque di loro erano stati rapiti dal festival di musica techno Nova. Il portavoce dell’Idf, Daniel Hagari, ha detto che i sei ostaggi sono stati «brutalmente assassinati» da Hamas poco prima dell’arrivo delle truppe. Fonti della sicurezza citate da Kan hanno riferito che i sei ostaggi sono stati uccisi tra venerdì sera e sabato mattina. L’autopsia avrebbe rivelato che sono stati colpiti con colpi di arma da fuoco alla testa e in altre parti del corpo, nelle ultime 48 ore. Secondo fonti della sicurezza, durante la guerra sono stati portati dal nord della Striscia a Rafah, nel sud, dove sono stati uccisi.
«Voglio dire quanto mi dispiace e chiedervi perdono per non aver potuto riportare a casa Sasha vivo», ha detto il premier israeliano Netanyahu in una telefonata ai genitori di Alexander Lubnov. Tre degli ostaggi erano nella lista “umanitaria” dei prigionieri e dovevano essere rilasciati nella prima fase di una proposta di accordo sugli ostaggi.
Il Forum delle famiglie degli ostaggi israeliani ha indetto una manifestazione davanti al ministero della Difesa a Tel Aviv. Contemporaneamente ci sono state proteste in altre città del paese. Una lunga lista di ristoranti, cinema e teatri di Israele ha chiuso in segno di protesta e per incoraggiare la popolazione a partecipare alle manifestazioni.
Il capo del sindacato israeliano Histadrut, che rappresenta centinaia di migliaia di dipendenti del settore pubblico, ha indetto uno sciopero generale a partire dalle 6 del mattino di oggi, per fare pressione sul governo affinché raggiunga un accordo per la restituzione degli ostaggi israeliani ancora detenuti da Hamas a Gaza. L’aeroporto Ben Gurion, il principale snodo del trasporto aereo israeliano, rimarrà chiuso dalle 8 del mattino. I sindaci di diverse città hanno annunciato che chiuderanno gli uffici pubblici e alcune comunità hanno fatto sapere che parteciperanno allo sciopero generale.
Due delle sei famiglie degli ostaggi i cui corpi sono stati recuperati nella Striscia di Gaza si sono rifiutate di rispondere alle telefonate di condoglianze del primo ministro Netanyahu. Secondo Channel 12, altre famiglie non hanno ancora risposto alla sua richiesta.
La versione di Bibi
Netanyahu ha rilasciato una dichiarazione dopo il ritrovamento dei sei corpi, i familiari dei rapiti avevano chiesto al primo ministro di parlare in pubblico. «Hamas rifiuta di negoziare. Chi uccide gli ostaggi non vuole un accordo. Dico ai terroristi di Hamas che hanno ucciso i nostri rapiti e dico ai loro leader: Non staremo fermi e non staremo in silenzio. Perseguiremo voi, vi prenderemo e regoleremo i conti» ha detto, evitando di ricordare che il suo governo si è distinto per una negoziazione sempre in salita per non raggiungere un accordo nonostante gli Usa abbiamo premuto sull’alleato in ogni modo.
Poi c’è il macabro balletto delle accuse e controaccuse. Un alto funzionario di Hamas, Izzat Al-Rishq, ha detto che i sei prigionieri israeliani trovati morti in un tunnel nel sud della Striscia di Gaza sono stati uccisi da attacchi aerei israeliani.
«Israele tremerà»
«A partire da domani (oggi ndr), il paese tremerà. Chiediamo alla gente di prepararsi. Israele si fermerà. Netanyahu ha abbandonato gli ostaggi. Ora è un fatto. L’abbandono è finito», ha dichiarato il Forum delle famiglie degli ostaggi. Secondo il capo dell’opposizione israeliana, Yair Lapid, «i nostri figli e le nostre figlie muoiono in prigionia e Netanyahu è impegnato a fare giri di parole. Non gli interessano né l’asse Filadelfia né i vaccini antipolio, ma solo la coalizione e di tenersi stretti Smotrich e Ben Gvir», cioè la destra estrema messianica.
Rabbia americana
Uno degli ostaggi di cui è stato trovato il corpo senza vita è l’israelo-americano Hersh Goldberg-Polin: lo ha confermato il presidente Joe Biden, affermando di essere «devastato e indignato» per la notizia. «I leader di Hamas pagheranno per questi crimini. E continueremo a lavorare 24 ore su 24 per raggiungere un accordo che garantisca il rilascio degli altri» rapiti, ha detto il leader americano. Il segretario generale delle Nazioni unite António Guterres ha chiesto la «liberazione incondizionata» degli ostaggi trattenuti a Gaza e la fine dell’«incubo della guerra a Gaza».
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