Dopo aver perso Aleppo, il regime annaspa e cerca sostegno nei suoi alleati. Intanto, gli Stati Uniti intervengono
Attacchi incrociati in Siria, dove stamani sono ripresi i combattimenti. Gli alleati del regime attaccano nel nordovest, mentre gli statunitensi cercano di mettere in difficoltà le forze di governo. Gli Stati Uniti e gli Emirati Arabi Uniti, secondo quanto riporta Reuters citando cinque fonti vicine ai dossier, avrebbero discusso la possibilità di revocare le sanzioni contro il presidente siriano Bashar Assad se si allontana dall’Iran e taglia le rotte delle armi verso Hezbollah. Intanto il Libano accusa Israele di molteplici violazioni del cessate il fuoco: sono 54 secondo il presidente del parlamento libanese e almeno due persone sono state uccise lunedì a causa di raid israeliani nel sud del paese, fanno sapere le autorità libanesi. Israele ha negato.
PUNTI CHIAVE
08:30
Tajani: "In Siria si rischia il collasso migratorio"
Reuters, gli Usa sono pronti a togliere sanzioni a Assad se rompe con l'Iran
Gli Stati Uniti e gli Emirati Arabi Uniti avrebbero discusso la possibilità di revocare le sanzioni contro il presidente siriano Bashar Assad, se si allontana dall'Iran e taglia le rotte delle armi verso Hezbollah. Lo hanno riferito a Reuters cinque fonti a conoscenza dei dossier. Le conversazioni si sono intensificate negli ultimi mesi, secondo le fonti, spinte dalla possibile scadenza, il 20 dicembre, delle sanzioni Usa sulla Siria e dalla campagna israeliana contro gli alleati regionali di Teheran, tra cui Hezbollah in Libano, Hamas a Gaza e le attività iraniane in Siria. Le discussioni hanno avuto luogo prima che i ribelli anti-Assad irrompessero ad Aleppo la scorsa settimana nella loro più grande offensiva in Siria da anni. Secondo le fonti, la nuova avanzata dei ribelli è un segnale proprio della debolezza dell'alleanza di Assad con l'Iran che l'iniziativa degli Emirati e degli Stati Uniti mira a sfruttare. Ma se Assad accettasse l'aiuto iraniano per una controffensiva, ciò potrebbe anche complicare gli sforzi per creare un cuneo tra loro, sempre secondo le fonti.
Cremlino: «Continuiamo a sostenere Assad»
"Naturalmente continuiamo a sostenere Bashar Assad, continuiamo i nostri contatti al livello appropriato e analizziamo la situazione", ha dichiarato il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, a proposito della situazione in Siria. "Verrà presa una posizione su ciò che è necessario per stabilizzare la situazione", ha aggiunto.
L'intervento russo è stato cruciale nella guerra civile siriana, per Bashar Assad, per far volgere il conflitto a suo favore. Mosca sta continuando ad appoggiare la Siria anche dopo l'offensiva a sorpresa lanciata dai ribelli guidati da Hayat Tahrir al-Sham, che hanno attaccato Aleppo e la campagna intorno a Idlib, prima di dirigersi verso la vicina provincia di Hama.
Iran: "Terroristi in Siria per la presenza degli Stati Uniti"
"La presenza militare degli Stati Uniti in Siria è una violazione di alcuni principi e leggi della Siria e la continua presenza di terroristi in Siria è il risultato della presenza degli Stati Uniti in quel paese" dice il portavoce del ministero degli Esteri iraniano, Ismail Baghaei, sostenendo che l'Isis non ha mai rappresentato una minaccia per gli Stati Uniti e i suoi interessi. "Se lo scopo della presenza militare degli Stati Uniti in Siria è combattere Daesh, allora cosa sta facendo questo gruppo in Siria e come sta operando il gruppo Tahrir al Sham in Siria?", ha detto il funzionario. Per Baghaei è necessaria un'azione rapida per fermare le "attività terroristiche" in corso in Siria. "Il ministro degli Esteri ha iniziato il suo viaggio dalla Siria ieri e oggi è in Turchia. È necessaria un'azione urgente per fermare le attività dei terroristi in Siria".
Iraq: "Confine con la Siria presidiato"
Le forze armate irachene stanno presidiando il confine con la Siria e sono pronte ad affrontare qualsiasi minaccia. Lo ha detto il portavoce delle Forze armate dell'Iraq, generale Yahya Rasool. "L'Iraq è pronto a reagire a qualsiasi incursione da parte dei gruppi armati siriani", ha aggiunto.
Libano, attacco israeliano a est, al confine con la Siria
Un attacco aereo israeliano ha preso di mira la zona di Hawsh al Sayyid Ali, situata al confine con la Siria, a nord della regione di Hermel, nell'est del Libano. Quest'area sarebbe - secondo i media locali - stata presa di mira oggi per la prima volta da quando mercoledì scorso, 27 novembre, è entrato in vigore il cessate il fuoco tra Israele e il movimento sciita libanese Hezbollah. Secondo l'emittente, un militare dell'esercito libanese è rimasto ferito dopo che un bulldozer dell'esercito è stato preso di mira sulla strada Al Hosh Al Shawaghir, a nord di Hermel.
In Siria arrivano milizie filoiraniane
Durante la notte sarebbero entrate in Siria milizie sostenute dall'Iran provenienti dall'Iraq durante la notte. Si starebbero dirigendo verso il nord del paese per dare manforte alle forze dell'esercito di Bashar al Assad che combattono contro i ribelli: lo riportano i media internazionali, che citano due fonti dell'esercito siriano. "Si tratta di nuovi rinforzi inviati per aiutare i nostri compagni in prima linea nel nord", ha dichiarato un'alta fonte dell'esercito.
Cina: "Sostegno agli sforzi della Siria per la stabilità"
La Cina ha espresso il suo sostegno alla Siria negli sforzi "per il ritorno della stabilità" dopo che i gruppi ribelli filo-turchi hanno inferto un duro colpo al regime di Bashar al Assad, prendendo il controllo di diversi territori nei giorni scorsi. Lo ha detto il portavoce del ministro degli Esteri Lin Jian, parlando nel briefing quotidiano.
I curdi cercano di evacuare i civili da Aleppo
Le forze curde hanno annunciato che stanno lavorando per evacuare i civili curdi da diversi settori della provincia di Aleppo dopo l'offensiva dei ribelli e la cattura da parte di gruppi filo-turchi della città in cui vivono decine di migliaia di curdi. "Ci stiamo coordinando attivamente con tutte le parti interessate in Siria per garantire la sicurezza del nostro popolo e facilitare il loro trasferimento sicuro dalla regione di Tal Rifaat alle nostre aree sicure nel nord del paese", ha detto Mazloum Abdi, leader del movimento delle Forze Democratiche.
Tajani: "In Siria si rischia il collasso migratorio"
Per il ministro degli Esteri Antonio Tajani, "in Siria rischiamo un nuovo collasso migratorio e una nuova catastrofe umanitaria. Dobbiamo tutti muoverci e fare in fretta per evitare il peggio", come si legge in un'intervista al Quotidiano nazionale.
"Se scoppia una guerra civile", ha avvertito, "il vero rischio per noi è che ci sia un collasso migratorio, così come c'è stato in occasione della prima guerra civile siriana, con la fuga, allora, verso il Libano e verso la Germania dove furono accolti da Merkel". "Oggi", ha aggiunto, "non ci possiamo permettere un'altra emergenza migratoria".
Attacchi del governo e russi nel nord-ovest, 25 morti
Il servizio di soccorso gestito dall'opposizione siriana, noto con il nome di Caschi Bianchi, ha dichiarato questa mattina su X che almeno 25 persone sono state uccise nel nord-ovest della Siria in attacchi aerei effettuati ieri dal governo siriano di Bashar al Assad e dalla Russia.
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